La storia
giovedì 18 Luglio, 2024
di Adele Oriana Orlando
Farsi dono per qualcun altro e per il proprio paese. Così si potrebbe riassumere in maniera essenziale chi fa volontariato, e così potrebbe essere raccontata Monica Viola, presidente della Pro loco Zambana (confermata il 19 maggio scorso) e della Federazione sotto alla quale si riuniscono tutte queste realtà che si occupano di territorio, delle sue tradizioni, identità e valorizzazione. Nata nel 1965 a Trento, è la figlia maggiore di una trentina e di un mantovano di origini campane, arrivato a Trento negli anni Sessanta e poi rimasto dopo aver conosciuto l’amore della sua vita. Monica è cresciuta con dentro di sé un chiaro obiettivo: donarsi all’altro, che sia un figlio o la propria comunità. Non è la sola in famiglia. Il marito Mauro, oltre che infermiere, è attivo nel volontariato per il calcio e il ciclismo. E poi i figli: Serena che spesso aiuta mamma Monica in pro loco, Simone sempre presente agli eventi. Nel lavoro come nella vita, Monica ha scelto una professione in linea con questo orientamento. Diplomata come infermiera, il suo esordio lavorativo è avvenuto in uno dei reparti più delicati: la Tin (Terapia infantile neonatale). «La terapia infantile neonatale è stato il mio primo impiego, ero giovanissima e trovarmi a contatto con bambini così impegnativi dal punto di vista professionale, ma anche con i loro genitori, con le loro preoccupazioni e storie di vita mi ha fatto capire ancora di più il valore della vita e degli affetti e soprattutto ha rafforzato quel senso di dedicarsi, di dare un aiuto che già avevo per carattere. Dai bambini — racconta — sono poi passata agli adulti dove la mia professionalità si è sempre legata al voler dare alle persone quell’attenzione e quel sorriso che può cambiare la giornata, spesso mi sentivo dire: “Ma lei è sempre contenta?” E allora rispondevo, e rispondo ancora oggi, che fin che possiamo bisogna sorridere, per le lacrime c’è sempre tempo». Ora, Monica, lavora nella medicina legale, un altro modo per esercitare la professione, ma l’attenzione alle persone e alle loro storie di vita non è cambiata. Nel 2009 è entrata nella Pro loco di Zambana come consigliera, anche se, «nel mondo del volontariato — ricorda con emozione — io ci sono entrata che avevo 10 anni, con mia nonna Giuseppina che mi portava a cantare con il coro della chiesa la domenica mattina alla Santa Messa delle 7. Poi ho fatto parte della Filodrammatica di Povo, senza contare l’oratorio e il gruppo giovani. Dopo essermi sposata nel 1985 sono arrivata a Zambana, dove ho potuto fare la mia parte e mettermi a disposizione della comunità. Sono stata accolta dalla Filodrammatica e da lì ho incominciato a dare aiuto alle associazioni durante le feste del paese, arrivando alla Pro loco: qui sono stata prima consigliera, poi vicepresidente e poi dal 2015 ho sostituito l’ex presidente diventato sindaco. In questi anni — prosegue — la pro loco di Zambana si è impegnata molto per valorizzare ciò che abbiamo e il luogo dove viviamo e la cosa che più mi soddisfa è vedere che il tempo che dedico alla mia comunità con i miei amici della pro loco sta dando dei bellissimi risultati: nella partecipazione ai nostri eventi, nel voler conoscere la nostra storia, nel voler fare progetti nuovi per il nostro paese insieme a tante persone». Un impegno che non si ferma, quello di Monica. Da giugno del 2020 è diventata presidente anche della Federazione pro loco del Trentino, realtà di supporto alle organizzazioni, dove, nei quattro anni precedenti, è stata consigliera. «Proprio queste realtà, le pro loco, permettono ai paesi di continuare a vivere la propria identità, di rinnovarsi senza dimenticare la storia e di diventare luogo di attrazione turistica — spiega — Le pro loco sono luoghi dove tutti possono trovare una dimensione, dove possiamo mettere a frutto le nostre qualità che nel quotidiano, a volte, non trovano spazio, dove possiamo sperimentare e crescere come persone, come cittadini. Credo che le pro loco possano fare cambiamento nella vita delle comunità proprio attraverso questa disponibilità a sperimentare e rinnovare. Il 30% delle Pro loco trentine, che sono 215, sono guidate da donne e questa cosa mi rende orgogliosa e mi fa sperare. Come presidente della Federazione trentina delle pro loco ho conosciuto anche l’ambito nazionale del movimento, Unpli (Unione nazionale pro loco d’Italia) di cui il Trentino è parte attiva e importante. Sono parte del consiglio di amministrazione della Fondazione pro loco d’Italia che si occupa di creare progetti a favore di queste realtà, della salvaguardia del patrimonio immateriale del quale sono parte integrante. Questo lato “romano” delle Pro loco mi ha fatto conoscere dinamiche e modi di rapportarsi con le istituzioni; ho avuto anche il grande onore di fare visita al presidente Mattarella in occasione del 140esimo anno di Fondazione della prima pro loco d’Italia, la nostra Pieve Tesino. Il mio augurio alle ragazze, alle donne, ma anche ai giovani è quello di provare cosa voglia dire far parte di un mondo così speciale, di lasciarsi coinvolgere e provare la soddisfazione di dedicarsi ora al futuro. Vorrei che l’esempio che riusciamo a dare nelle nostre realtà, fosse colto non solo dalle nuove generazioni, ma da tutte le persone di buona volontà».
Le operazioni
di Redazione
A 2400 metri, portati dall'elicottero dei vigili del fuoco, operatori del Soccorso alpino di tutto il Trentino e finanzieri del Soccorso alpino. Oltre 140 le persone coinvolte oggi nelle operazioni. Ricerche al momento sospese