il caso

venerdì 17 Gennaio, 2025

Daniela Santanchè a processo per i falsi bilanci di Visibilia, Schlein (Pd): «Si dimetta». Biancofiore (Civici): «Sicura della sua innocenza»

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La Ministra al Turismo dovrà presentarsi in Tribunale a marzo. Rimane l'incognita di altre inchieste per truffa allo Stato

Daniela Santanchè, dovrà entrare in un’aula di Tribunale ed affrontare un processo che inizierà il 20 marzo davanti alla seconda sezione penale. Lo ha deciso la gup di Milano, Anna Magelli, che ha rinviato a giudizio la Ministra al Turismo con le accuse di falso in bilancio per i conti della galassia societaria Visibilia. Per Santanchè la gup ha disposto sentenza di non luogo a procedere solo per i bilanci 2016-17-18 della società Visibilia srl per intervenuta prescrizione. Le ex società della ministra, Visibilia Editore S.p.A. e Visibilia Editrice Srl, sono state condannate complessivamente a 118.300 euro fra sanzioni pecuniarie e confische. 

Sarà il primo dei possibili processi di Santanchè, visto che sulla ministra pende una seconda richiesta di processo per l’ipotesi di truffa allo Stato su 126.000 euro di cassa integrazione a zero ore dei dipendenti di Visibilia in periodo Covid, udienza preliminare congelata dalla giudice Tiziana Gueli sino a marzo in attesa che la Cassazione risolva una preliminare questione di competenza territoriale (tra Milano e Roma) posta dalla difesa.

La senatrice trentina Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, Nm, Udc, Maie, difende a spada tratta la Ministra e lancia una stoccata alle opposizioni che ritiene: «non in condizioni di dare lezioni al ministro Santanché». E continua: «Da sempre importante imprenditrice che causalmente finché non è diventata ministro non ha mai avuto guai giudiziari, alla quale va la mia vicinanza umana e solidarietà politica. Sono certa che saprà dimostrare la sua innocenza in merito alle accuse contestate».

Dura la reazione dell’opposizione ed in particolare della segretaria del Pd Elly Schlein che chiede le dimissioni di Santanchè rivolgendosi alla premier: «Giorgia Meloni deve pretendere le sue dimissioni» ha dichiarato. Sul piede di guerra anche il M5S che attraverso la voce di Stefano Patuanelli, capogruppo del partito in Senato si dice pronto «a una seconda mozione di sfiducia».