L'evento
mercoledì 1 Febbraio, 2023
Danza: a Rovereto «Oriente Occidente», tra ospiti Morau e Fridman
di Redazione
Il Festival di Rovereto sarà in scena nei teatri, nei giardini, nei musei, nelle piazze della città tra il 2 e il 9 settembre prossimi

Tornerà anche quest’anno, per la sua 43esima edizione Oriente Occidente, con il secondo capitolo dedicato al tema Mediterranei. Il Festival di Rovereto sarà in scena nei teatri, nei giardini, nei musei, nelle piazze della città tra il 2 e il 9 settembre prossimi e il programma, ancora in via di definizione, vanta nomi importanti della danza contemporanea internazionale, oltre a sostenere la giovane produzione italiana.
Il progetto proseguirà attraverso le linee guida segnate dall’edizione 2022 recuperando miti classici riletti in chiave contemporanea, aggiungendo anche per il 2023 un percorso musicale con suggestioni dal mondo, presentando le nuove rotte segnate dai più giovani. Lo sguardo di questo secondo capitolo di Mediterranei sarà rivolto più alle emergenze sociali e climatiche di questo spazio geografico, politico, culturale allargato che continua ad avere centralità all’interno degli equilibri mondiali. Migrazioni, giustizia sociale, diritti delle donne, catastrofi climatiche sono temi a cui artisti e artiste della danza stanno prepotentemente prestando attenzione, esattamente come lo stanno facendo i giovanissimi. Tre nomi, tra gli altri, saranno protagonisti della programmazione artistica. Marcos Morau, ormai tra i più riconosciuti coreografi al mondo e artista associato a Oriente Occidente, torna a Rovereto presentando per la prima volta in Italia il nuovo lavoro attualmente in produzione. Sharon Fridman, artista di origini israeliane, spesso al Festival anche con progetti di tipo partecipativo, arriva questa volta con un mixable duet, un duetto che vedrà in scena un interprete con disabilità e uno senza. Dorothée Munyaneza, coreografa, danzatrice cantante britannica-ruandese arriverà invece per la prima volta a Oriente Occidente con un lavoro che indaga le relazioni tra violenza, genere e razza.
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L’iniziativa è finanziata attraverso la raccolta fondi effettuata con il 5×1000 e mediante la donazione diretta dei biglietti, acquistabili sia alla cassa del museo che online, attraverso il meccanismo PagoPa