La rubrica

sabato 2 Settembre, 2023

De Guelmi risponde: «L’orso attacca se avverte minacce. Il 6% degli assalti è mortale. Il lupo? Aggressioni per predare»

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Il veterinario ed esperto di plantigradi Alessandro De Guelmi risponde alle domande dei lettori: "Dal 2000 al 2015 ci sono stati 291 attacchi di orso in Europa"

In alcuni negozi sono in vendita le bombolette spray antiorso. Un cugino l’ha acquistata a Tione. Non capisco se è legale averle o no?
«La bomboletta idonea a fermare un attacco di orso ha un’altezza di circa 20 centimetri per un raggio alla base di circa 6 centimetri. Solamente bombolette di queste dimensioni riescono a contenere una dose di capsicina sufficiente a bloccare un orso. Sfortunatamente queste non sono in vendita in Italia; nei nostri negozi risultano in vendita solamente bombolette di dimensioni molto ridotte, idonee solo a fermare una persona male intenzionata oppure un cane. Non ritengo che bombolette di dimensioni minori di quelle sopraindicate siano effettivamente sufficienti per dissuadere un orso dal mostrare aggressività nei confronti di un uomo».
È vero o è una leggenda metropolitana che facendo finta di essere morto l’orso non ti calcola?
«L’orso normalmente non vede l’uomo come una preda. Dal 2000 al 2015 in Europa si sono verificati 291 attacchi all’uomo da parte dell’orso. Tutti questi attacchi sono stati identificati come attacchi difensivi e mai predatori (Brown bear attack on humans: a worlwide prospective. G Bombieri e coll. Pubb. Scientific Reports). Da questo si può dedurre che l’orso, in questo periodo di tempo, ha attaccato l’uomo perché in qualche modo il plantigrado ha individuato nell’essere umano una minaccia per sé stesso o per i propri cuccioli. Lo sdraiarsi per terra è perciò l’ultima chance che possiamo mettere in atto affinché l’orso non si senta minacciato. Le auguro comunque di non arrivare mai a dover mettere in atto tale comportamento e la invito di utilizzare tutti gli accorgimenti utili e necessari per evitare un incontro ravvicinato con il plantigrado».
È percorribile, da un punto di vista giuridico, l’abbattimento di un contingente di orsi come proposto dal presidente della Provincia? In Slovenia ne abbattono 200 all’anno. Se fosse possibile lei percorrerebbe la strada dell’abbattimento?
«Pur non essendo un giurista ritengo che l’abbattimento di un contingente di orsi, come proposto dal presidente della Provincia Fugatti, non sia, al momento, attuabile né sotto il profilo giuridico né sotto il profilo tecnico. In alcuni stati dell’Unione Europea è prassi normale e giuridicamente corretta l’abbattimento degli orsi; normalmente vengono abbattuti prima possibile i soggetti pericolosi o problematici, per poi completare i piani di abbattimento con gli altri soggetti, fatto salvo il divieto di abbattere le femmine accompagnate dai cuccioli. Ritengo che l’abbattimento legale di particolari orsi sia uno degli strumenti principali per la salvaguardia della popolazione stessa degli orsi e per garantire la sicurezza delle persone».
Credo che le discussioni teoriche sull’orso siano limitate da almeno due fattori: il primo è la giustizia italiana che comunque blocca qualsiasi soluzione politica essendo più incline alla cultura animalista; la seconda è la paura dei residenti che non vanno più nei boschi per ragioni di sicurezza. Come se ne esce?
«La cultura animalista è sempre più presente nella società italiana e credo che abbia contribuito notevolmente a migliorare le condizioni di vita di tante specie animali. Diversamente l’umanizzazione degli animali credo sia un’aberrazione della condizione degli stessi. Certamente questa cultura è in grado di influenzare il legislatore al fine di garantire maggior tutela agli animali, ma mi auguro che la giustizia italiana non sia influenzabile da mode o culture, ma che segua le leggi ed i regolamenti. Per quanto riguarda la paura credo che questa sia sempre uno stato d’animo, spesso irrazionale, ma sempre da rispettare. Nella nostra vita quotidiana siamo in grado di accettare, affrontandoli senza avere la minima paura rischi certo maggiori di quello di essere attaccati da un orso. La paura dell’orso impedisce ad alcune persone di entrare nei boschi, le stesse però non manifestano paura nei confronti delle zecche che, nei nostri boschi, sono al momento attuale un rischio di morte maggiore di quello causato da un eventuale incontro con l’orso. Questo sarebbe campo di indagine per sociologi e psicologi, non certo per un veterinario, ma il cattivo giornalismo e la politica spregiudicata hanno contribuito a fomentare questo stato di paura. Mi limito ad affermare che spesso si ha paura di ciò che non si conosce; la conoscenza perciò potrebbe ad aiutare a diminuire la paura».
Nel forum organizzato da il T con alcuni rappresentanti del Parco Adamello Brenta si affermava che il lupo è molto più pericoloso dell’orso. È d’accordo con questa posizioni e se sì perché?
«Orso e lupo sono due animali con caratteristiche etologiche e comportamentali molto differenti e questi due aspetti variano molto a seconda del contesto ambientale, sociale ed economico nel quale questi animali vivono. In questi ultimi cinquant’anni in molti paesi del nostro continente la presenza dei grandi carnivori, per ragioni culturali, per un regime di maggior protezione e per cambiamenti ambientali è decisamente aumentata. In particolare il lupo, in un brevissimo lasso di tempo, sta ricolonizzando, in modo spontaneo e naturale, molte aree europee che fino a poco tempo fa sembravano precluse alla sua presenza. La situazione perciò risulta essere estremamente dinamica e mutevole, nel tempo e nello spazio. L’orso è un animale onnivoro e mangia qualsiasi cosa, ma normalmente non vede l’uomo come preda, sentendosi minacciato, attacca normalmente per scopo difensivo, soprattutto uomini maschi adulti e soli che frequentano l’ambiente selvatico a scopo ricreazionale, portando a morte la persona nel 6% circa degli attacchi. Mai mettersi in competizione con l’orso: è molto più forte di noi, corre, nuota e si arrampica molto meglio di noi. Il lupo invece attacca principalmente a scopo predatorio; gli attacchi predatori sono molto più difficili da scoraggiare perché il predatore uccide per procurarsi cibo, predilige i più piccoli e deboli, che difficilmente riescono a difendersi e gli attacchi fatali arrivano al 50% circa del totale. Difficilmente attacca uomini adulti che hanno le potenzialità di difendersi da un attacco del lupo. Possiamo quindi affermare che entrambi gli animali risultano essere potenzialmente pericolosi; la loro pericolosità è molto diversa in quanto la loro mole è assai diversa e l’attacco all’uomo è innescato da motivazioni diverse. L’orso attacca principalmente per difendersi, mentre il lupo attacca per cibarsi. In particolare il lupo sta perdendo, giorno dopo giorno, la sua atavica paura dell’uomo e tende sempre di più ad avvicinarsi, anche di giorno, ai centri abitati aumentando la probabilità dell’incontro con persone deboli. Personalmente sono seriamente preoccupato dall’aumento numerico dei grandi carnivori, non accompagnato da una decisa e responsabile attività di monitoraggio degli stessi, di prevenzione, di corretta informazione alle persone e di gestione degli animali problematici».

L’autunno dell’orso disegnato da Vettori