Le indagini

venerdì 4 Agosto, 2023

Delitto di Noriglio, a casa dell’omicida trovato anche un machete

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Oggi i funerali di Mara Fait. In casa Ilir Zyba Shehi aveva altri quattro utensili

Non possedeva solo l’accetta con cui una settimana esatta oggi ha ammazzato la vicina di casa Ilir Zyba Shehi. L’operaio albanese di 48 anni teneva in casa altre tre accette e anche un macete, e cioè un grande coltello. Utensili, questi, che i carabinieri gli hanno trovato nell’appartamento al terzo e ultimo piano della palazzina di via Fontani a Noriglio, Rovereto, in cui viveva anche l’infermiera in pensione Mara Fait a cui ha tolto la vita. Con due, probabilmente tre colpi sferrati alla nuca e alla giugulare, usando un’accetta con una lama di una ventina di centimetri, cinquanta circa di manico. Arma, questa, che l’omicida ha fatto ritrovare poi ai carabinieri di Rovereto a cui si è presentato con le mani alzate e gli abiti sporchi di sangue, raggiungendo la caserma a piedi. L’accetta era nell’orto dietro casa, lì dove l’operaio stava lavorando prima di incontrare la vicina di 63 anni, che rincasava dopo la spesa con l’anziana madre a braccetto. La stessa sera del delitto i militari hanno anche perquisito l’abitazione in cui l’uomo vive con moglie e due figli e hanno rinvenuto, all’interno di un mobile, altre lame, ulteriori utensili che usava per sistemare l’orto e fare legna. E cioè altre tre accette e un macete.
Possibile perizia psichiatrica
Intanto le indagini da parte dei carabinieri coordinati dal pubblico ministero Viviana Del Tedesco proseguono per fare luce sui rapporti tra vittima e assassino, sui frequenti dissidi che si erano tramutati anche in denunce e contro denunce. L’operaio ha parlato di raptus, raccontando agli inquirenti di «non aver capito più niente», di «non ricordare di aver colpito la donna». Ilir Zyba Shehi ha riferito di un «vuoto», di un «black out». Ora, passaggio quasi obbligato, sarà la perizia psichiatrica, per accertare le sue capacità di intendere e volere al momento dei fatti.
Funerali questa mattina
Oggi, a una settimana esatta dal delitto, è il giorno dei funerali di Mara Fait. Si svolgeranno alle 10.30 nella chiesa di Noriglio. A celebrarli don Marco Saiani. Il figlio della pensionata, Lorenzo Giori, infermiere come la mamma all’ospedale di Rovereto, l’altro ieri all’ipotesi che era circolata, quella cioè che potesse essere valutata la possibilità, per l’omicida, degli arresti domiciliari con la possibilità di andare al lavoro per mantenere la famiglia, aveva espresso costernazione. «Un incubo senza fine — ha detto il trentenne assistito dall’avvocato Nicola Canestrini — È un pregiudicato, a casa sua sono state trovate altre armi. Non abbiamo neanche fatto il funerale e già si parlerebbe di arresti domiciliari? E magari a casa mia e di nonna dopo che abbiamo visto morire dissanguata la mamma che inutilmente aveva chiesto aiuto nei mesi scorsi? Sarebbe una follia, non voglio credere che possa succedere».