Il caso
giovedì 3 Agosto, 2023
di Benedetta Centin
È in carcere da meno di una settimana Ilir Zyba Shehi, l’omicida reo confesso dell’infermiera in pensione Mara Fait, che abitava nella sua stessa palazzina di via Fontani a Noriglio, Rovereto, e che la sera di venerdì scorso ha ammazzato davanti al portone di casa con due, probabilmente tre colpi di accetta alla nuca e alla giugulare. Anche se sono trascorsi solo pochi giorni dal delitto per lui potrebbe essere valutata la possibilità di trasferirlo dal carcere di Spini di Gardolo agli arresti domiciliari. Anche se si è ancora nel campo delle mere ipotesi. Il suo legale, l’avvocato Franco Busana, nell’ambito di una collaborazione con la Procura di Rovereto, ha infatti depositato una nota in cui spiega come il 48enne con il suo stipendio mantenga la famiglia, moglie e due figli, e paghi il mutuo dell’appartamento acquistato sei anni fa. Il cittadino albanese arrestato aveva iniziato a lavorare come operaio alla Cipriani Profilati e, come evidenziato dal suo difensore, ha la necessità di ultimare il periodo di prova nella prospettiva di ottenere un rinnovo del contratto e quindi di continuare a lavorare. Una possibilità, questa, che gli sarà evidentemente negata se continua a rimanere in carcere. Già lunedì l’avvocato Busana non aveva chiesto misure meno afflittive rispetto alla custodia cautelare dietro le sbarre al giudice per le indagini preliminari Consuelo Pasquali che aveva interrogato il suo cliente e convalidato l’arresto per omicidio volontario. E nemmeno in questi giorni il legale ha presentato istanza di arresti domiciliari. Nessun ricorso al Riesame da parte dell’avvocato Busana, sia chiaro. Quella che ha depositato ieri in Procura a Rovereto è infatti solo una nota in cui spiega la situazione del suo cliente. Una eventuale, formale istanza, potrebbe a questo punto essere avanzata dal pm Viviana Del Tedesco. Che dovrà tenere conto del quadro complessivo: della pericolosità sociale dell’arrestato, da delineare; del pericolo di reiterazione del reato, venuto meno visto che, purtroppo, l’infermiera in pensione è stata uccisa. Si dovrà considerare anche il pericolo di inquinamento delle prove, superato visto che il 48enne ha confessato; e di fuga, che però non sussiste visto che ha moglie e due figli a Noriglio e se potrà continuare a lavorare lo farà in zona. Nel caso comunque l’eventuale decisione sulla concessione o meno dei domiciliari con il permesso di potersi presentare in fabbrica spetta esclusivamente al gip.
Lorenzo Giori: «Incubo senza fine»
Anche solo a sentir parlare dell’eventuale ipotesi di arresti domiciliari per l’omicida, Lorenzo Giori, infermiere come la mamma all’ospedale di Rovereto, manifesta costernazione. «Un incubo senza fine — chiosa — Un uomo ha ammazzato a sangue freddo con più colpi di accetta mia madre indifesa mentre sosteneva mia nonna anziana, in diretta e sotto gli occhi di tutta la mia famiglia, me compreso». Giori, assistito dall’avvocato Nicola Canestrini, non vuole nemmeno pensare che questa opzione, quella che Ilir Zyba Shehi esca dal carcere, possa essere presa in considerazione dai magistrati. «Quell’uomo è un pregiudicato, a casa sua sono state trovate altre armi — fa sapere — Non abbiamo neanche fatto il funerale e già si parlerebbe di arresti domiciliari? E magari a casa mia e della nonna dopo che abbiamo visto morire dissanguata la mamma che inutilmente aveva chiesto aiuto nei mesi scorso? Questa sì che sarebbe una follia vera, non voglio credere che potrebbe succedere».
I funerali domani mattina
La Procura intanto, che prosegue con le indagini, ha dato il nullaosta per i funerali di Mara Fait, che si svolgeranno domani alle 10.30, nella chiesa di Noriglio. Un funerale «sobrio» ma aperto, anche se in un primo momento la famiglia aveva pensato a delle esequie riservate. A celebrare il parroco don Marco Saiani.
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