L'inchiesta

mercoledì 9 Agosto, 2023

Delitto di Rovereto, autopsia e analisi del sangue chiuderanno il quadro accusatorio

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Le indagini coordinate dalla Procura che potrebbe contestare anche l’aggravante della crudeltà

Filmati da vagliare con attenzione, testimonianze da raccogliere, precedenti da scandagliare. Le indagini da parte degli inquirenti proseguono. Determinanti saranno anche gli esiti dell’autopsia (eseguita ieri) sul corpo di Iris Setti per completare il quadro accusatorio, per capire come abbia agito l’omicida e valutare se contestargli anche l’aggravante della crudeltà. Per chiarire quanti siano i colpi che ha sferrato alla roveretana in passeggiata, contro cui si sarebbe accanito probabilmente per caso. E, ancora, per stabilire se abbia agito a mani nude, usando a ripetizione il pugno, oppure se si sia servito di un bolognino, di un sasso o di un qualche altro oggetto contundente come arma, arrivando a sfigurare la pensionata che fino a quando ha avuto la forza gli ha urlato e poi, sfinita, con un filo di voce, gli ha sussurrato: «Pietà, pietà, basta ti prego.. cosa mi stai facendo?».

Le agghiaccianti sequenze
Le grida disperate e di supplica della poveretta sopraffatta dalla forza e dalla foga incontenibile dello sconosciuto dal fisico possente sono state avvertite dai residenti del vicino condominio Europa che si sono affacciati alle finestre. E hanno assistito alle agghiaccianti sequenze, filmandole con il cellulare e chiamando in diretta il numero di emergenza 112. «C’è un uomo che sta massacrando una donna ai giardini» le parole di un residente, allarmato. Spaventato di fronte a quell’inaudita violenza. Un filmato dalle immagini inquietanti che è stato poi acquisito dai carabinieri che hanno arrestato Nweke Chukwuka in fuga, con mani e braccia sporchi del sangue della vittima. Lo stesso che ha colorato anche il terreno in cui è stata rinvenuta la 61enne in condizioni disperate. E a nulla è valso l’intervento tempestivo dei soccorritori, la corsa in ospedale a Trento: l’impiegata in pensione, riconosciuta solo grazie all’esame del Dna, non è infatti sopravvissuta. E già nella notte tra sabato e domenica è stata dichiarata morta.

L’ipotesi stupro
La stessa autopsia, iniziata ieri e delegata a un medico legale di Verona, chiarirà anche il dubbio della violenza sessuale. Iris Setti era stata infatti spogliata dallo sconosciuto che ha agito come una furia. I pantaloni abbassati, la maglia sollevata, hanno portato infatti ad ipotizzare che il 37enne abbia anche potuto abusare di lei. Anche se la convinzione degli investigatori è che l’uomo di origini nigeriane mirasse a rapinarla. Non è appunto fuggito dal parco se non dopo essere riuscito a sfilarle dal dito della mano destra un anello in oro con pietra. Lo stesso gioiello che poi gli sequestreranno i carabinieri che lo hanno fermato in via Maioliche. «Quell’uomo era come indemoniato, è stata un’impresa riuscire a bloccarlo — hanno riferito gli uomini in divisa — abbiamo usato più volte il taser, sono state più scariche elettriche, poi lo abbiamo legato mani e piedi, quindi è stato sedato in ospedale, da dove è stato poi trasferito direttamente in carcere».

Lo stato di alterazione
Altro aspetto che deve essere chiarito, non certo da sottovalutare, è se Nweke Chukwuka fosse in balia di sostanze sabato sera quando si è accanito con violenza brutale sulla roveretana. Le risposte arriveranno dalle analisi del sangue a cui è stato sottoposto in ospedale, dove è stato anche sedato. Gli inquirenti vogliono infatti capire se fosse alterato dall’alcol o da stupefacenti o se invece il suo stato fosse dovuto ad altre circostanze. Sembra quasi scontato il passaggio di una perizia psichiatrica per valutare la sua capacità di intendere e volere al momento dei fatti, quando ha condannato a morte la povera donna, torturandola, sfigurandola, forse senza nemmeno una vera ragione.