Banche
venerdì 1 Settembre, 2023
di Margherita Montanari
Continua a rallentare l’erogazione del credito bancario in Trentino. Gli ultimi dati aggiornati a giugno parlano di una gelata dei prestiti soprattutto nei confronti delle famiglie. Scende anche il valore delle erogazioni concesse alle aziende su base annua, tranne che nel settore delle costruzioni. Ma il riflesso peggiore della crisi creata dal combinato di inflazione e caro tassi si vede sui depositi: in un mese, da maggio a giugno, sono calati di 300 milioni. Lo si legge nei dati della Banca d’Italia, che ieri ha aggiornato al mese di giugno le tavole sui finanziamenti e la raccolta anche relativi alla provincia di Trento.
Depositi bruciati
Già dal secondo semestre del 2022, il carovita, tra inflazione in crescita, caro bollette e rincari dei carburanti, aveva invertito la tendenza al risparmio delle famiglie. Per far fronte alle spese, i trentini hanno dovuto metter mano alle riserve accumulate negli anni della pandemia. Nel 2023, la flessione è stata costante. Anche perché ai generali rincari si è aggiunto il problema dei tassi d’interesse alle stelle. Che ha reso i mutui di alcuni nuclei familiari o delle imprese molto più cari da ripagare. Da fine dicembre 2022 a giugno di quest’anno, per rendere l’idea, si sono bruciati più di 700 milioni di depositi in Trentino. Con una contrazione particolarmente decisa nell’ultimo mese di cui c’è traccia nelle statistiche della Banca d’Italia (giugno 2023). Da maggio a giugno i deposti alla clientela nella provincia di Trento sono calati in modo importante. Erano 21,8 miliardi, sono arrivati a quota 21,5 alla fine del primo semestre.
Rallentano ancora i prestiti
La flessione dei depositi prosegue dunque con un tasso del 3% circa. L’altro fronte del mondo del credito è quello dei prestiti. E a quanto si legge dalle tabelle Bankitalia aggiornate ieri le banche hanno chiuso i rubinetti. Le imprese hanno ricevuto 100 milioni in meno da un mese all’altro (da 19,1 a 19 miliardi di prestiti tracciati in Trentino).
Per le attività industriali e i servizi, da giugno 2022 a giugno 2023, le erogazioni sono calate rispettivamente di 220 milioni e di 500 milioni. Se per le attività industriali i prestiti erano di 3,2 miliardi al passaggio semestrale di un anno fa, a giugno di quest’anno sono arrivati a 3 miliardi rotti. Invece i servizi sono passati da quota 7,4 miliardi a 6,9 nell’arco di dodici mesi. Stabili i valori delle costruzioni.