Teatro
venerdì 31 Marzo, 2023
di Francesca Fattinger
Un mare di corpi che si aiutano, che si sostengono, che si accarezzano, che dicono «io ci sono», «io ti vedo», «io sono qui». Un paesaggio di braccia che sanno sostenersi, prendersi e lasciarsi al momento giusto. Sguardi fieri come ali di gabbiani che vogliono prendersi il proprio spazio, che si muovono assieme all’unisono, che sanno volare, ma anche cadere e rialzarsi e che sanno farlo insieme con orgoglio e forza, come uno stormo elegante e armonioso in cui nessuno può perdersi e tutte e tutti sono legati da fili invisibili. Ecco qualche anticipazione dello spettacolo «Destinazione Delicatezza» che andrà in scena al Teatro Sociale venerdì 14 aprile alle ore 20.45: «Un viaggio alla scoperta di ciò che è delicato e ciò che invece non lo è».
Il progetto Ikaro
In cerchio per parlare non solo dello spettacolo, ma anche del progetto teatrale Ikaro e di quello che la Cooperativa Sociale La Rete fa fin dalla sua nascita, nel 1988, una cooperativa che si occupa del sostegno alla persona con disabilità e alla sua famiglia e dello sviluppo di percorsi di sensibilizzazione rivolti a tutta la comunità, attraverso strumenti culturali in grado di coinvolgere emotivamente i partecipanti. È questa l’ottica in cui si inserisce anche il progetto Ikaro, un gruppo teatrale attivo da 30 anni, che è composto da persone con disabilità intellettiva, volontari e volontarie, attori e attrici e che ha come scopo principale quello di dare a chi vi partecipa gli strumenti necessari per esprimere quella parte creativa che ognuno possiede.
Lo spettacolo «Destinazione Delicatezza», in particolare, è uno spettacolo un po’ speciale per Ikaro, perché è nato ricordando Patrizia, socia fondatrice della Cooperativa, che se ne è andata l’anno scorso lasciando un grande vuoto, ma anche un grande stimolo a pensare alla delicatezza come a un valore sociale e di vita da coltivare quotidianamente.
Sensibilizzare attraverso l’arte
Eleonora Damaggio, coordinatrice dei servizi diurni della Rete, che si è occupata della drammaturgia, delle coreografie e dei testi dello spettacolo spiega: «La cosa principale per noi è che il teatro diventa una forma di comunicazione altra, perciò non facciamo un discorso di sensibilizzazione tradizionale, ma sensibilizziamo attraverso l’arte. Crediamo moltissimo nel potere dell’arte, crediamo che l’arte, anche quella in cui non ci sono troppe parole, ma dov’è il movimento, la musica, l’emozione che arriva direttamente dalla pancia ad accompagnarci, abbia un significato più elevato». Il teatro come possibilità, quindi, per mettere la persona con disabilità in una situazione diversa rispetto all’immaginario, non più ai margini, ma protagonista su un palco: «La possibilità di trasformare il limite in potenzialità artistica».
«Il potere di esprimersi»
Le persone con disabilità in tutti gli spettacoli parlano di loro attraverso i loro corpi, alle volte con fatiche, fragilità, con carrozzine, ma danno spazio anche all’armonia, grazie anche alla vicinanza di altre persone. «Quello che ci emoziona tanto è che siamo tutti diversi, quello che ci lega è la forza del teatro e il potere di esprimersi. Sul palco siamo tutti uguali, non importa se si è ragazzi di 16 o 17 anni o ragazzi che fanno già quasi gli attori o si è persone con disabilità o volontari che hanno un altro lavoro». Quest’anno inoltre continua la collaborazione con il Collettivo e la compagnia teatrale Clochart con cui c’è uno scambio di attori e attrici per i rispettivi progetti in cerca di una sempre maggiore inclusione di attori con e senza disabilità. «Questa è la magia di mettersi insieme per creare qualcosa – continua Eleonora – un qualcosa che cerca realmente la bellezza. Non ci piacciono le cose pietistiche, vogliamo che le persone vengano a teatro per vedere uno spettacolo e un prodotto teatrale di qualità, con un senso e un significato profondo».
«In scena il riscatto sociale»
Mirko Dallaserra, educatore della Rete e referente del gruppo, che si è occupato della regia dello spettacolo, aggiunge: «È importante ricordare cosa può significare per una persona con disabilità, come per chiunque, avere la possibilità di raccontarsi e raccontare delle storie attraverso il teatro. Magari nella vita si fa fatica a farsi sentire, può succedere, ma succede di più alle persone con disabilità, molto spesso in pochi le stanno davvero a sentire: il teatro invece rovescia questo paradigma, in scena si ha una forma di riscatto e rivalsa sociale».
Adriano: «Invento il futuro»
La parola poi a qualcuno dei protagonisti: Adriano Villotti, con la sua doppia rivalsa, racconta «il mio futuro alle volte ha poco da inventare e questo che facciamo mi permette di inventarlo», Lino Groff, la «voce dello spettacolo» continua: «Io che ho visto il palco solo dal davanti adesso ci sono sopra ed è una cosa straordinaria», Luca Miorandi, uno dei volontari: «Ho trovato qui una bellissima realtà in grado di creare un gruppo famiglia, in cui ognuno si prende cura dell’altro, sta molto attento all’altro e in cui ognuno riesce a mostrare la propria unicità».
«Delicato è lasciare spazio»
Oltre a loro in scena o dietro le quinte moltissimi i protagonisti e le protagoniste: Alessandra Carraro, Andrei Beregoi, Diletta Guastella, Chiara Turrini, Federico Ebli, Pietro Maccani, Irina Iancu, Letizia Cianciullo, Marta Tonelli, Mirco Dalfovo, Moreno Ravagni, Nicola Friz, Olga Farris, Ruggero Tomio, Paolo Barbieri, Pasqualina Acanfora, Sergio Sartori, Stefano Montrone, Giulia Volani, Emma Ragozzino, Piergiorgio Silvestri e Veronica Dallapiccola. Vi aspettano tutti sul palco del Teatro Sociale per ricordarvi che il termine «delicatezza» nasconde tante sfaccettature, così come il suo contrario, ognuna delle quali prenderà voce e corpo grazie a loro, perché «delicato è lasciare spazio, non rubare il respiro, mentre non è delicata l’indifferenza, non essere visti, non essere compresi. Delicato è essere riconosciuti, sostenuti, trovare fili che non lascino cadere, che sostengano, che accompagnino». Potete comprare i biglietti per lo spettacolo presso la biglietteria dell’Auditorium e Teatro Sociale o online sul sito https://www.boxol.it/centrosantachiara/it.