L'evento
venerdì 26 Aprile, 2024
di Daniele Benfanti
Alberi, legno, formaggi di malga, miele, profumi, sapori e atmosfere. L’Altopiano della Vezzena è sceso in città a Levico, ieri mattina, e vi rimarrà fino a domenica compresa. Quattro giorni di festa, eventi, degustazioni, cultura dell’alpeggio. Incontri e occasioni per conoscere. Conoscere un mondo che rievoca tempi andati ma che rappresenta anche l’orgoglio dell’oggi. Il Comune di Levico, noto per le terme, il lago, il turismo di stampo austrungarico, il grande parco, ha un insospettato patrimonio di malghe, ben dieci, situate tra mille e 1.400 metri di quota sull’Altopiano della Vezzena, ai confini con il territorio di Lavarone e Luserna.
Un Altopiano di beni comunali
Un microcosmo che si estende su terreni tutti comunali, ben 700 ettari di pascolo: le particelle private, qui, sono irrisorie. Un hotel e quattro case. Il resto sono pascoli e malghe, tutte di proprietà comunale. Nove su dieci sono date in affitto. Per Malga Basson di Sopra, dopo l’asta andata deserta, si ripropone proprio in questi giorni il bando, come conferma il sindaco Gianni Beretta. «Nove malghe sono affidate, manca l’ultima. Otto su dieci hanno l’obbligo di caseificazione. Un malghese solo è veneto e un altro è levicense ma con vacche che salgono dal Veneto. In tutti gli altri casi sono trentini, levicensi, sia malghesi che bestiame». Il patrimonio è di mille capi e le razze bovine più rappresentate sono, nell’ordine, bruna alpina, frisona e pezzata. Dopo la siccità di tre anni fa e il caro mangimi del 2022, si profila un 2024 positivo per la zootecnia d’alpeggio «made in Levico». «C’è già un acquedotto comunale e la sorgente Fontanoni: con Luserna stiamo cercando di migliorare ulteriormente l’approvvigionamento idrico alle malghe – precisa il sindaco – e solo in un caso è necessario trasportare l’acqua alla malga».
La montagna che scende in città
«L’Altopiano si racconta» è una manifestazione voluta dall’anno scorso proprio dal sindaco Beretta e organizzata dal Comune insieme a enti e associazioni: Forte delle Benne, Sat, Muse, custodi forestali, Fem, Apival, Gruppo micologico Cetto, biblioteca, cacciatori. Le studentesse dell’Istituto tecnico economico turistico Curie di Levico si alternano all’infopoint, mettendo a frutto le competenze tecniche e teoriche maturate sui banchi scolastici. E i turisti, già ieri, giornata festiva del 25 aprile baciata da uno splendido sole primaverile con aria frizzante, non sono mancati: da altre regioni italiane e da Germania e Olanda, già in zona per vacanze all’insegna dell’outdoor. In piazza della Chiesa le «performance» del casaro, nel piazzale ex cinema i custodi forestali hanno allestito una summa della vegetazione dell’Altopiano. Spiega Nicola Gozzer, custode forestale del Comune di Levico: «Abbiamo portato qui in città un piccolo bosco, con latifoglie, pini, le peccete e i larici, riproducendo la salita in quota. Ma anche il sottobosco, compreso il “disordine” naturale. E poi abbiamo fatto vedere dal legname tagliato quali prodotti si ricavano: tavole, eccetera, per un’ipotetica segheria». Anche l’Altopiano di Vezzena è stato colpito dal bostrico a livello forestale, ma meno rispetto alla catena del Lagorai: «In Vezzena c’è un bosco più fertile e l’esbosco delle piante malate e colpite da Vaia è stato più facile perché si tratta di un altopiano» spiega Gozzer. «E poi siamo in presenza di un bosco misto, con anche abete bianco, e questo ha aiutato» conclude il custode forestale. Lungo via Dante diverse bancarelle con in mostra e in vendita caciotte e formaggi prodotti in alpeggio e una selezione di mieli d’eccellenza prodotti sempre in Vezzena. Un’ampia proposta di cartelloni e tabelle ha portato in città informazioni sulle dieci malghe della Vezzena, la loro storia, i riti della monticazione, dati tecnici, ma anche informazioni su flora (erbe medicinali e da mangiare), e fauna selvatica. Tra le novità un concorso fotografico per tutti. Rinviate all’estate, causa neve, le escursioni previste in quota.