La polemica
domenica 19 Novembre, 2023
di Donatello Baldo
«Le deleghe non sono scritte sul marmo». Già nella mattinata di ieri, ancor prima che Fratelli d’Italia comunicasse l’indisponibilità a far parte dell’esecutivo, Fugatti apriva ad un surplus di trattative. Per trovare un accordo con i meloniani che, ricordiamolo, la sera prima non avevano sottoscritto l’intesa sulla composizione della giunta.
Ci tiene però a dire la sua su Francesca Gerosa e Claudio Cia e le competenze loro assegnate: «Quelle di Gerosa sono tutto il pacchetto che aveva Mirko Biasesti, allora segretario della Lega e il più votato della sua lista. Conosco Francesca, con lei ho già lavorato e sono sicuro che saprebbe valorizzare al meglio questi temi». E aggiunge, rivolto indirettamente al commissario del partito della Fiamma che venerdì sera ha inviato un messaggio a Fugatti dicendo che «le deleghe affidate a Gerosa sono irrisorie»: «Mi meraviglio che si possa giudicare irrisorie o residuali deleghe come la Cultura e l’Istruzione. Sono deleghe importanti, fondamentali».
Su quelle date a Cia dice questo: «Con Cia mi legano rapporti politici ma anche rapporti nati fuori dal Consiglio provinciale. Gli riconosco particolari sensibilità su alcuni temi, e per questo ho voluto affidare a lui il tema della casa, del sociale, delle disabilità. Questioni su cui lui stesso ha portato l’attenzione in questi anni. E a lui ho affidato anche i trasporti, altro tema che ha trattato in questi anni nei suoi interventi in Aula».
Fugatti sa che quelli di Fratelli d’Italia — non Cia, per la verità — si sentono sminuiti per non aver avuto tutto quello che chiedevano. E sapeva già ieri mattina che in giornata sarebbe esplosa la bomba del mancato ingresso in giunta: «La legge prevede sei assessori più uno», Giulia Zanotelli, a cui Fugatti ha chiesto addirittura di dimettersi da consigliera ed entrare come esterna e far così posto a un eletto in giunta. «Se la legge consentisse più posti si potrebbe dare maggiori risposte anche alle esigenze dei singoli e dei partiti».
Perché non nega che siano anche i partiti della maggioranza a chiedere di più. «Singoli o gruppi, questo è il quadro». Anche se uno spiraglio è aperto: «Le deleghe — ripete — non sono scritte sulla pietra. Sappiamo bene che durante il percorso, prima o dopo, le competenze possono essere rimodulate e riviste. E anche a proposito del dibattito in corso su questo aspetto — afferma Fugatti riferendosi allo scontento degli alleati della Fiamma — credo che partendo proprio da questo si possa riuscire a calibrare le esigenze del singolo assessore». Anche se mette le mani avanti e precisa: «Ovviamente senza stravolgere le decisioni basilari assunte con il decreto di nomina della giunta».
Ma se la minaccia di non entrare in giunta da parte di Fratelli d’Italia dovesse poi concretizzarsi, come sembra succedere in queste ore? «Faccio un appello alla responsabilità. La comunità ha deciso con il voto, ora chiede una giunta che si metta subito a lavorare».
La trattativa quindi riparte, con Fratelli d’Italia dovrà rinegoziare deleghe e competenze. Forse anche i nomi in giunta, perché se Gerosa è data per certa, Cia potrebbe saltare in favore di Carlo Daldoss. Ma Fugatti mette di nuovo le mani avanti: «Non si può però stravolgere il quadro complessivo».
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