Politica
lunedì 31 Ottobre, 2022
di Simone Casciano
Sono 39 i sottosegretari del neonato governo Meloni, tanti quanto quelli del precedente governo Draghi, 13 donne e 26 uomini, tra questi ultimi è presente anche il presidente del Mart Vittorio Sgarbi nominato alla cultura. Nomine a parte sono 3 i dossier scottanti di cui si è occupato il primo consiglio dei ministri riunitosi a Palazzo Chigi.
Il Cdm ha inserito in un decreto legge l’ergastolo ostativo, un modo per sottrarre al giudizio della Corte Costituzionale la norma dell’ordinamento penitenziario su cui insiste un forte dubbio di incostituzionalità. L’ergastolo ostativo prevede che i condannati per alcuni reati gravi, come mafia o terrorismo, non abbiano la possibilità di accedere ad alcun beneficio penitenziario, come i permessi premio e il lavoro esterno, se non decidono di collaborare con la giustizia, dimostrando così il loro ravvedimento. La Consulta, però, ha stabilito che fare «della collaborazione l’unico modo per il condannato di recuperare la libertà» è in contrasto sia con la Costituzione sia con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. In Italia, secondo il rapporto del garante, i detenuti in regime ostativo sarebbero 1259. Nonostante il provvedimento d’urgenza l’ultima parola spetterà comunque alla Consulta che si pronuncerà sul nuovo decreto legge l’8 di novembre. La seconda misura adottata dal governo Meloni, forse la più discussa, è stata quella di anticipare dal 31 dicembre 2022 al 1 novembre 2022 «la scadenza dell’obbligo vaccinale per il personale esercente le professioni sanitarie, per i lavoratori impiegati in strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie e per il personale delle strutture che effettuano attività sanitarie e sociosanitari» nello specifico è stata anche eliminata «la misura della sospensione dall’esercizio della professione», una decisione giustificata con la necessità di rinforzare gli organici delle strutture sanitarie ma destinata a sollevare polemiche. Infine il Cdm, in risposta al Rave party di Modena, ha varato una serie di strette in tema di ordine pubblico: vengono inasprite le pene in caso di invasione terreni o edifici, pubblici o privati, «con la previsione della reclusione da 3 a 6 anni e della multa da 1.000 a 10.000 euro. Se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica».
la scomparsa
di Redazione
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