A febbraio il consiglio provinciale aveva approvato all’unanimità una mozione del consigliere provinciale Alessio Manica, che ribadiva la contrarietà del Trentino alla costruzione della diga visto che parte dell’invaso da 33 milioni metri cubi di acqua ricadrebbe nei territori comunali di Canal San Bovo e Cinte Tesino.
Ma il Consorzio veneto del Brenta ha concluso la progettazione e avviato il confronto pubblico. Dopo la notizia, riportata dal Corriere delle Alpi, a sollevare la questione è stato, ancora una volta, Alessio Manica, consigliere Pd in Provincia di Trento, che questa mattina in apertura di Consiglio provinciale ha chiesto al presidente Maurizio Fugatti di riferire in aula “alla luce di una mozione specifica approvata in toto secondo cui il Trentino avrebbe difeso la posizione anche con azioni giudiziarie”.
Il progetto
Un bacino da 33 milioni di metri cubi – in pratica, tre volte quello della val Schener – con un invaso nei comuni di Canal San Bovo e Cinte Tesino. Nel progetto della diga del Vanoi preoccupa il rischio idrogeologico in quella valle così stretta (e soggetta a periodiche frane) e un’alterazione del microclima, come già avvenne in passato.
Il piano del consorzio del Brenta, secondo la Regione Veneto risolverebbe il problema idrico.