Il caso

mercoledì 28 Giugno, 2023

Diga del Vanoi, Tonina chiede al Veneto di: «Sospendere la progettazione». Marini: «Ora è tardi, ma la Provincia sapeva da agosto 2022»

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Il vicepresidente ha inviato una nota ufficiale alla giunta veneta manifestando la contrarietà del Trentino all'opera, intanto il consigliere 5 stelle e gli attivisti chiedono chiarezza: la Provincia da quando sapeva delle intenzioni della giunta di Zaia?

Quest’opera non s’ha da fare, né domani né mai. Lo dice e lo scrive l’assessore provinciale all’ambiente Mario Tonina in merito alla discussa diga del Vanoi per cui la Regione Veneto ha già affidato i lavori di progettazione al Consorzio di bonifica Brenta andando a prendere le risorse, poco più di un milione di euro, direttamente dai fondi del Pnrr con il via libera del Ministero dell’Agricoltura. Il vicepresidente, rispondendo a un’interrogazione del consigliere provinciale del movimento 5 stelle Alex Marini, ha fatto sapere di essere venuto a conoscenza dei piani del Veneto dalla stampa e di essersi poi attivato per ribadire la contrarietà del Trentino a quest’opera. La risposta in aula ricalca infatti una nota inviata dalla Provincia al Veneto in data 18 maggio 2023.
Sospendere la progettazione
Il documento parte dalla considerazione che già in passato, e per ben quattro volte, la Provincia «aveva espresso la contrarietà alla realizzazione di un nuovo serbatoio di ritenuta sul torrente Vanoi». Nello specifico queste interlocuzioni erano state nel 2004, nel 2008, nel 2015 e più recentemente anche nel 2021. «Le motivazioni riportate sono legate all’impatto ecologico dell’invaso che si estenderebbe su un territorio ad alto livello di naturalità». Inoltre, le acque del Vanoi sono già oggetto di concessioni a scopo idroelettrico. Eccessivo sfruttamento e danno ambientale a cui si aggiungono anche rischi sulla sicurezza dell’opera secondo la Provincia. «L’area dove è prevista la costruzione del serbatoio è connotata perlopiù da pericolosità massima, dovuta a potenziali crolli per la particolare conformazione dei versanti oltre che per il carattere fluviale torrentizio». La Provincia sottolinea poi che, visto che l’opera interessa il suo territorio, «ad essa spetta la competenza nel rilascio delle necessarie autorizzazioni». Documenti che dovrebbero poi essere conformi a tutta una serie di piani, tra cui il Pup, il decreto siccità e il Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche. Considerata quindi la contrarietà del Trentino e le sue prerogative in materia la giunta ha chiesto al Veneto di «intervenire tempestivamente per sospendere la progettazione».
Tonina: «Sempre stati contrari»
Il documento si conclude con la richiesta di un confronto tra le amministrazioni. Dal Veneto per ora nessuna risposta, quando ci sarà un faccia a faccia Tonina garantisce che ripeterà l’opposizione del Trentino alla diga. «A noi nessuno ha detto nulla, capisco la preoccupazione dei territori e dico loro “Siamo al vostro fianco”. Il nostro è un “no” motivato e supportato». Viste le prerogative del Trentino in materia ci si chiede come sia possibile che il Veneto sia arrivato ad affidare la progettazione senza consultarsi con la Provincia. «Magari pensavano che con il commissario per l’emergenza idrica si potesse passare sopra a tutto, ma non è così. Di sicuro è un po’ uno sgarbo».
Marini: «Troppo tardi»
La risposta alla sua interrogazione non ha soddisfatto Alex Marini. «La domanda è: “Perché la Provincia si è mossa solo a maggio?”. La progettazione è stata avviata ormai e i fondi stanziati. Quindi si tratta di un intervento tardivo, intanto il progetto si fa, lo si mette su carta e questo apre la strada a varie ipotesi».
Marini contesta la ricostruzione della Provincia secondo cui sarebbero venuti a conoscenza della cosa solo a gennaio del ‘23. «C’è una mozione di agosto 2022 del consigliere regionale della Liga Veneta Giuseppe Pan che non solo impegna la sua giunta ad interloquire con quella trentina per realizzare l’opera ma dice anche che “il consorzio di bonifica Brenta ha già interessato sia la Provincia Autonoma sia Dolomiti Energia”». Anche Giuseppe Pan conferma: «Interlocuzioni ce ne sono state, bisogna capire fino a che punto». Tonina ribadisce che con lui non ha parlato nessuno. «Noi non siamo stati contattati». Qualcun altro allora? «Questo non lo so, io parlo per il mio dipartimento».
Il comitato: «Non ci fidiamo»
La notizia della richiesta di sospensiva è stata accolta tiepidamente dal Comitato di difesa del torrente Vanoi.
«Sarebbe una buona notizia se ci si potesse fidare, ma noi non ci fidiamo» dice Daniele Gubert del comitato. La preoccupazione è quella di una sospensione per placare le polemiche. «Sembra una pezza sul buco. Temiamo sia solo attendismo in tempo di elezioni e che poi si riprenda». Dubbi anche su quando la giunta sia venuta a conoscenza del piano del Veneto. «È impossibile che Fugatti non sapesse nulla – commenta Gubert – Vogliamo che sia il governatore a parlare chiaro e dire se ne era a conoscenza».
Il comitato però ha apprezzato il fatto che la Provincia abbi ribadito le proprie prerogative sulla questione. «Se la diga si fa o meno lo decide la politica trentina e questo è stato ribadito».
E per ora la politica trentina sembra ferma nel dire no alla diga del Vanoi.