politica

sabato 15 Luglio, 2023

Divina, la Lega lo sospende. Lui rilancia, polo alternativo

di

È rottura tra l’ex senatore e il Carroccio trentino. Mentre i suoi sostenitori sono pronti a sfidare tutta la coalizione: «Se non sarà lui il leader andiamo da soli»

Più che timore, la minaccia della discesa in campo di Sergio Divina provoca fastidio, irritazione. Da parte del centrodestra, ma soprattutto da parte della Lega, di cui Divina è stato per tre legislature senatore, consigliere provinciale e al vertice del Carroccio per molti anni. E da molti anni, però, in aperto contrasto con Maurizio Fugatti, che ieri così commentava la riunione di Baselga di Piné dello scorso giovedì in cui i «diviniani» hanno ventilato l’ipotesi di far correre il loro beniamino in alternativa al centrodestra se le segreteria nazionali di Lega e Fratelli d’Italia non ponessero lui alla guida della coalizione: «Io ho mandato della mia coalizione di portare avanti il dialogo con Fratelli d’Italia, e questo dialogo è iniziato, fiduciosi che tutto si concluda positivamente. Tutto il resto — taglia corto Fugatti — francamente mi interessa poco».
Per il resto, bocche cucite. La Lega non dice nemmeno se Divina risulti ancora dei loro o se sia già stato sospeso dal partito: «Non è possibile dire nulla — mette le mani avanti il commissario trentino del Carroccio Diego Binelli — perché lo statuto me lo impedisce. Non è infatti possibile commentare questioni disciplinari, se non nelle sedi opportune». Un «garantismo» che però svela l’esistenza di un «processo» in corso. E i dettagli arrivano da altre fonti, sempre dall’interno della Lega, da cui si apprende che «l’ambito territoriale ha sollevato la questione di sospensione», che sarà ora valutata dalla sede federale di Via Bellerio. E la conferma arriva poi dallo stesso Divina: «Mi è arrivata la raccomandata». Quindi la Laga trentina lo caccia dal partito, ma dovrà decidere Milano.
Oltre le questioni interne al Carroccio, il «problema» di una coalizione Divina coinvolge tutto il centrodestra. Perché il messaggio arrivato da Piné è piuttosto chiaro: «La riunione autoconvocata di tanti, tantissimi esponenti presenti e passati del centro destra e dell’economia trentina — si legge infatti in un comunicato affidato alla cura della Media Studio Giornalismo & Comunicazione di Stefano Elena — è andata oltre le più rosee previsioni, tanto che sarebbe stato meglio utilizzare una discoteca piuttosto di una bella baita della montagna trentina». Sembra che giovedì si siano incontrati in una cinquantina, ma che oltre a Ivano Job, consigliere provinciale ex leghista e ora di Coraggio Italia, non ci fossero altri «vip». Chi c’è stato parla comunque di una partecipazione popolare, soprattutto leghisti della prima ora, o leghisti ora passati con Fratelli d’Italia.
A leggere il comunicato sembra che abbiano partecipato addirittura «esponenti di quel Partito democratico che non si sentono più rappresentati dalla deriva all’estrema sinistra della segreteria Schlein». Ma al netto di chi c’era e chi no, il nodo politico è scritto nelle ultime righe del comunicato: «Da tutti è venuto l’appello a tenere unito il centrodestra trentino per evitare di consegnare una vittoria immeritata al campo del centrosinistra. Ma per centrare quest’obiettivo c’è bisogno di un cambio di passo da parte delle segreterie locali e nazionali della coalizione, che non può continuare nella melina che ha caratterizzato l’alleanza nel corso degli ultimi mesi. Pena — si legge — il logoramento del consenso elettorale». I presenti avrebbero chiesto a Sergio Divina di scendere in campo: «Da tutti è stata salutata con estremo favore la presenza alla riunione di Sergio Divina, da più parti ritenuto la figura ideale per centrare le aspettative della parte più autentica e pulsante del centrodestra, di quella base estremamente delusa dalla piega personalistica della politica, quella che punta al carrierismo personale, alle “cadreghe”, ai giochini di potere, lasciando irrisolti i veri problemi che affliggono l’Autonomia trentina». E il comunicato descrive Divina come «lusingato delle attenzioni ricevute, che condivide le problematiche sollevate dai partecipanti, ma che si ritiene una riserva del centrodestra, tuttavia pronto a scendere in campo se richiesto».
Nel comunicato una sorta di aut aut: «La disponibilità di Divina dovrebbe essere fatta propria al più presto da parte delle segreterie locali e nazionali del centrodestra. Che se per pavidità dovessero preferire conservare gli attuali assetti, potrebbe scaturire anche uno scenario inedito: lanciare Sergio Divina come candidato presidente di un raggruppamento di centro autonomista, supportato da 5-6 liste. Uno scenario — continua il comunicato — che potrebbe cambiare le sorti della politica trentina, con tanti pronti a seguirlo, anche tra le fila degli astensionisti. E con molti vertici dei partiti di centrodestra proni ad assistere al tracollo degli iscritti e dei voti».