Crisi climatica
mercoledì 1 Novembre, 2023
di Ambra Visentin
Nonostante i forti rovesci registrati lunedì «la situazione appare complessivamente sotto controllo». Il vicepresidente in carica della Provincia Mario Tonina ha sottolineato ieri alla riunione presso la centrale operativa dei vigili del fuoco di Trento. «Il risultato — sottolinea — è frutto degli investimenti garantiti dalla politica in questi anni alle opere di prevenzione, non solo nel corso della scorsa legislatura». Dopo l’alluvione del ‘66 e il disastro di Stava nell’85, il Trentino avrebbe lavorato sempre più intensamente per approntare misure di prevenzione. Tonina riconosce poi un grande merito «a tutti gli operatori della Protezione civile, che ancora una volta si è contraddistinta sotto il coordinamento dell’Ingegner De Col, e dei circa duemila vigili del fuoco volontari che hanno lavorato accanto ai permanenti e al personale provinciale, ai 102 corpi dei pompieri volontari impegnati, ai loro comandanti e distretti territoriali».
La tregua “accordata” dalle perturbazioni al Trentino, viene utilizzata per prepararci a quella in arrivo a partire da domani, giovedì 2 novembre, e che investirà tutta la regione fino a venerdì: «Interverremo in particolare nelle zone più colpite, preparandoci a gestire al meglio la nuova perturbazione, con un quadro che speriamo possa essere facilitato dalle temperature più fredde che dovrebbero portare a precipitazioni nevose anche sotto i 2.000 metri». I fiocchi sono attesi, ad esempio, sul Tonale, a Passo Rolle e sulle Dolomiti della Val Di Fassa, e permetteranno la ripresa di normalità dei flussi di acqua e quindi di mantenere il quadro sotto controllo.
Dalle ore 12 di domani fino alle ore 24 di venerdì si tornerà, tuttavia, in allerta arancione con una doppia perturbazione.
Il dirigente generale del Dipartimento protezione civile Raffaele De Col conferma l’efficacia degli interventi di prevenzione implementati nel tempo: «Abbiamo lavorato molto e grazie a questo chiudiamo il bilancio di queste ore meteorologiche pesanti con solo dei danni puntuali che si affrontano con interventi di ripristino senza dichiarazioni particolari di calamità».
Il dirigente del Servizio prevenzione rischi Stefano Fait spiega come ci si è mossi in anticipo proprio in un’ottica di contenimento dei possibili danni: «Ci siamo attivati già nella giornata di domenica per fare uno svaso preventivo. Abbiamo liberato la diga di Ponte Pià creando un volume disponibile. Siamo riusciti a partire con un livello della diga molto basso e siamo così riusciti a ridurre la portata che è transitata poi a valle della diga. Ad un certo punto siamo arrivati a laminare, quindi a ridurre la portata di quasi 200 metri cubi e a mantenere controllato il volume nel Sarca». Una simile manovra è stata effettuata anche sull’Avisio, sul Travignolo, intervenendo sulla diga di Forte Buso.
I rovesci in arrivo richiedono ad ogni modo una serie di precauzioni da parte degli stessi cittadini, proprio perché «le piogge sono molto concentrate e imprevedibili sui torrenti che si attivano e che magari anche per anni non hanno dato problematiche di portata e possono generare dei trasporti solidi importanti», spiega De Col, che invita la popolazione alla massima prudenza: «La popolazione deve tenersi pronta. Quando si vedono precipitazioni come quella di lunedì sulle strade è fondamentale cercare di muoversi solo quando necessario e non per le attività che si possono rimandare». Il dirigente sottolinea come questo faciliti «le attività di emergenza» e che si tratti di un «elemento di sicurezza ulteriore, in particolare in prossimità di zone problematiche con confluenze di canali o in punti che possono avere delle portate d’acqua non prevedibili, nonché sulla piattaforma stradale che in condizioni di precipitazioni intense non permettono sufficiente drenaggio». Le limitazioni agli spostamenti, infine, faciliteranno la gestione del traffico in caso di incidenti.
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