giovedì 24 Ottobre, 2024

Domenica in Val di Sole referendum sull’orso: «Ora tocca alle valli decidere»

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Il Comitato Andrea Papi: «Life Ursus è causa di paura diffusa». Il Parco Adamello Brenta: «Operaio aggredito, dichiarazioni responsabili». Penasa: «Gestione grandi carnivori fuori controllo»

«È tempo di prendere una decisione». È dura la vicepresidente del Comitato Andrea Papi, Franca Penasa, riferendosi al referendum di domenica 27 ottobre in Val di Sole. Un referendum popolare sugli orsi che le popolazioni di alcune valli vogliono fare. Al momento sono quattro i territori interessati: Valle dei Laghi, Val di Non, Giudicarie e infine Val di Sole. Proprio qui si aprirà la partita. «La consultazione popolare è importantissima. Questa è la prima volta che viene chiesto ai cittadini cosa ne pensano del progetto Life Ursus -le parole di Penasa- Ci aspettiamo un’alta partecipazione. Abbiamo già visto che hanno riscontrato grande successo i punti di raccolta delle firme. L’interesse è molto alto. Questo referendum ci darà modo di agire, insieme alle istituzioni, per avere maggiore forza per portare avanti proposte alternative di gestione. Iniziative che mettano in posizione preminente il rispetto e la sicurezze dei valligiani, ma anche che tutelino la stabilità delle attività socio economiche di questi territori. Il progetto Life Ursus è fuori controllo, ormai è sotto gli occhi di tutti». Il referendum di domenica capita esattamente una settimana dopo l’aggressione di un fungaiolo da parte di un orso nel Bleggio superiore, Andrea di 33 anni.
L’episodio ha acceso ancora una volta i riflettori sulla gestione dei grandi carnivori. In merito si è espressa anche l’organizzazione del parco Adamello Brenta, esprimendo apprezzamento per la capacità del trentenne di adottare i comportamenti corretti in caso di incontro con un orso. «L’episodio – concordano il presidente dell’Ente Walter Ferrazza e il direttore Matteo Viviani – ci consente, quantomeno dagli elementi che ci sono noti al momento, di formulare qualche considerazione di carattere generale. Innanzitutto, nell’esprimere il nostro sollievo per le buone condizioni di salute della persona coinvolta e la limitata gravità delle conseguenze dell’evento, vorremmo anche manifestare il nostro apprezzamento per le dichiarazioni, responsabili ed equilibrate, che Andrea ha rilasciato, assolutamente consonanti con i contenuti divulgativi che stiamo, proprio in questo periodo, rendendo disponibili. Dichiarazioni, quindi, in cui troviamo conferma di quanto stiamo sottolineando con strumenti come i video della serie ‘Un passo alla volta’: nel bosco bisogna naturalmente continuare ad andare, ma bisogna farlo con attenzione, e rispettando alcune regole che sono ben note anche in altre realtà dove vivono grandi predatori. Consigliamo perciò di fare sempre del rumore, per segnalare all’eventuale orso la nostra presenza, anche se quando eravamo bambini ci dicevano il contrario, ovvero di passeggiare nel bosco in silenzio. Le esigenze cambiano nel tempo, e se oggi è necessario modificare comportamenti acquisiti in passato, per continuare a vivere in pienezza la montagna, è bene che lo facciamo». I vertici del parco hanno richiamato i comportamenti da adottare in questi casi come sdraiarsi coprendosi la testa. «Il comportamento passivo del fungaiolo è stato efficace, accennare una difesa avrebbe potuto accrescere l’aggressività dell’animale», concludono i rappresentanti del parco. Intanto ieri mattina, in occasione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica al commissariato del governo, si è parlato del referendum di domenica in Val di Sole. La consultazione coinvolgerà tredici comuni della Valle e «rappresenterà un momento importante per la valutazione delle percezioni e delle problematiche legate alla convivenza», si legge in una nota stampa. «Uno stimolo per la cittadinanza al dibattito pubblico per individuare eventuali strategie di gestione». La domanda che pone il referendum è chiara: «Ritieni che la presenza di grandi carnivori quali orsi e lupi, in zone densamente antropizzate sia un grave pericolo per la sicurezza pubblica e un danno per l’economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?». Un quesito che pone l’accento non solo sulla sicurezza delle persone ma anche «sui danni economici e morali», fa sapere il Comitato Andrea Papi, pronto per andare a votare domenica prossima. «La reintroduzione degli orsi è causa di paura diffusa per la forte esposizione al pericolo», conclude il Comitato, ribadendo le sue poiszioni.