L'intervista
mercoledì 23 Aprile, 2025
Don Viviani, il cerimoniere trentino addetto alle fumate del Papa: «Avvertii un cardinale frettoloso in dialetto: così se smorza tut el foch»
di Davide Orsato
Ora parroco di Mezzocorona, la sua previsione: «Tanti elettori, conclave lungo. Al nome penserà lo Spirito Santo»

Esattamente vent’anni fa, nel 2005, al conclave che elesse Joseph Ratzinger papa con il nome di Benedetto XVI, davanti alla stufa c’era lui: don (monsignore, il titolo corretto) Giulio Viviani, ora parroco di Mezzocorona, all’epoca cerimoniere in Vaticano. Eccetto quando c’era da votare, momento solenne in cui sono ammessi solo i cardinali, lui era sempre a disposizione alla cappella Sistina. Soprattutto quando era il momento di bruciare le schede. «Un’operazione complicata — spiega — anche perché non si può vedere come esce il fumo. Bianco, nero… talvolta si sbaglia un po’ e viene fuori grigio… È sempre un azzardo».
Qual è la parte più difficile?
«Riuscire ad accendere il fuoco. Le...
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