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sabato 27 Maggio, 2023

Donna mummificata in casa, il figlio si presenta dai vigili

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La morte dell'ottantenne, ritrovata nella sua casa a Verona, potrebbe risalire a 5 anni fa

Macabra scoperta a Verona. Il cadavere in avanzato stato di decomposizione di un’anziana è stato trovato nel tardo pomeriggio di giovedì dalla polizia locale e dai vigili del fuoco. Era in un appartamento in via Marco Polo 5 nel quartiere di Borgo Milano. Il corpo della donna, ultra 80enne al momento del decesso, che viveva in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina, è stato scoperto ormai mummificato. C’è il massimo riserbo sulla vicenda. È stato informato il pubblico ministero di turno, mentre sono in corso gli accertamenti dei medici legali che sono entrati in casa per provare a capire le cause della morte: potrebbe risalire addirittura a 5 anni fa, forse di più. Secondo le prime informazioni il figlio, 60 anni, recatosi dai vigili urbani nel pomeriggio di ieri, in questi anni avrebbe continuato a incassare la pensione dell’anziana madre. Gli inquirenti lo hanno cercato per un giorno poi ieri pomeriggio si è recato lui spontaneamente dai vigili.
Se così fosse, questa storia non suonerebbe nuova: sono decine i casi negli ultimi anni di figli o parenti che non segnalano la morte di un congiunto e continuano a incassare la pensione. Il caso più eclatante probabilmente è quello dello scorso anno quando un uomo di origine francese venne denunciato a Imperia per aver continuato a incassare la pensione della madre morta per ben 21 anni. Secondo quanto scoperto dalla Procura, l’uomo avrebbe percepito infatti dal 1998, anno del decesso della madre, fino al 2019, la prestazione economica destinata alla defunta donna, arrivando ad accumulare la somma di 100mila euro. La donna, anche lei francese, aveva vissuto e lavorato per diversi anni a Ventimiglia, in provincia di Imperia, maturando la pensione trattenuta poi indebitamente per oltre un ventennio dal figlio. Stando alla ricostruzione delle forze dell’ordine, l’uomo si sarebbe recato ogni mese presso l’ufficio postale esibendo un falso certificato della madre in cui infatti non era riportata l’attestazione della morte e allo sportello avrebbe presentato per anni una falsa delega in cui appunto veniva autorizzato a prelevare la somma.