Il caso

sabato 19 Ottobre, 2024

Donne in giunta regionale, l’attacco del Pd: «Gravi le parole di Gerosa, ritiri la delega alle pari opportunità»

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L’assessora provinciale si era scagliata contro la proposta di legge sulla rappresentanza di genere in giunta regionale

Le donne del Pd hanno tutta l’intenzione di andare fino in fondo. Hanno lanciato addirittura una petizione che potrà essere firmata online (chng.it/mM6f55qdQ7) e anche ai banchetti che saranno organizzati nelle piazze. L’obiettivo? «Che la vicepresidente della giunta provinciale Francesca Gerosa rinunci alla delega delle pari opportunità». Il motivo? Le parole di Gerosa pronunciate in Consiglio regionale quando nei giorni scorsi si discuteva del disegno di legge sulla rappresentanza di genere nella giunta regionale, una netta presa di posizione contro la proposta, argomentando che eventuali «quote» per le donne «sarebbero antidemocratiche». Proprio così, e che «gli escamotage» per superare gli uomini che magari hanno preso più voti sono «discriminatori per i consiglieri».
«Sia coerente, lasci la delega»
Ieri la conferenza stampa, a cui erano presenti tutte le consigliere provinciali, la delegata provinciale alla Conferenza nazionale delle Donne democratiche del Pd Minella Chilà e la deputata dem Sara Ferrari. E da quest’ultima sono arrivate le parole più dure: «Sono stata anch’io assessora alle pari opportunità e conosco perfettamente il mandato, la declaratoria che impegna le azioni di questa delega. Ora — afferma — chi ha questa delega non può dire che le pari opportunità non servono a niente. Sia coerente con le sue idee, lasci quella delega». Entra anche nel merito delle parole usate dall’assessora: «La proposta arriva dopo che per la formazione della giunta regionale si è posto il problema e sembrava che si dovesse arrivare a un esecutivo formato solo di uomini». Fu Kompatscher a imporsi, in quel caso, e per portare una donna in giunta (la leghista Giulia Zanotelli) fu interrotta la prassi della steffetta tra i presidenti. «Alla prospettiva di una giunta tutta al maschile si oppose anche la società», ricorda la deputata. E attacca la vicepresidente, che nel suo intervento si è dilungata sulle «competenze», che solo quelle sono importanti per raggiungere i vertici della politica: «Sentir dire che solo se sono brave le donne possono avere riconoscimenti è offensivo. Agli uomini nessuno si permette mai di disquisire sulle loro competenze. Le donne sono votate come gli uomini».
«Proposta di civiltà»
La delegata nazionale Minella Chilà ha introdotto le altre donne che hanno preso la parola dicendosi «esterrefatta» dalle dichiarazioni dell’assessora. «Anche inaccettabili per un’esponente di giunta che tra le sue deleghe ha le pari opportunità. L’assessora ha svilito anche la doppia preferenza di genere che nel voto elettorale ha aumentato la rappresentanza femminile». Per la consigliera provinciale Francesca Parolari la situazione è «paradossale»: «La proposta di legge è una proposta di civiltà che tende all’equa rappresentanza». Ma non è un escamotage: «È una norma che fintanto che la comunità non è matura e consapevole mette in campo strumenti necessari per allenare la scelta e per avvicinare le donne alla politica». E ricorda come sul disegno di legge «si sta trovando condivisione trasversale», mentre la posizione della vicepresidente Gerosa è «regressiva».
«Rispetti la Costituzione»
«È la Costituzione che prevede la parità di genere e che impone alla politica di lavorare affinché siano rimossi gli ostacoli che ne impediscono il compimento». E ricorda come invece «la norma regionale non preveda un’equa rappresentanza di genere in giunta». E allargando il discorso alle norme che forzano sulla parità riporta i dati nazionali: «Solo due consigli regionali sono sopra il 40% di donne: Piemonte e Lazio. E solo le giunte di Sardegna e Toscana». In Trentino Alto Adige va così: «In Consiglio provinciale a Bolzano siamo al 28,6 e in giunta al 27,3. In Consiglio provinciale a Trento si raggiunge il 40% anche grazie alla doppia preferenza ma in giunta si è fermi al 25%».
«Andremo avanti»»
Le donne del Pd non si fermeranno, lo hanno detto chiaro e tondo. E contestano punto su punto ogni parola di Gerosa, dimostrando come «non sia degna di assumere la delega alle pari opportunità». La dem Lucia Maestri attacca il passaggio dell’intervento dell’assessora in cui diceva che «qui si sta perdendo tempo». E afferma: «Ricordo però che dal giorno del voto al varo della giunta provinciale sono passati mesi. Perché? Per trovare a lei il posto in giunta come vice, a cui è andata anche la delega alle Pari opportunità. E vorrei chiedere all’assessora cosa abbia fatto in su questo tema. Anche se lo sappiamo purtroppo: nulla». E così la collega di gruppo Mariachiara Franzoia: «Forse non è chiaro a tutti il concetto, il principio di parità. Allora ricordo che non c’è maggiore ingiustizia di fare parti uguali tra disuguali. Ed è proprio per questo che azioni e proposte anche di legge che intervengono sul riequilibrio di genere servono per eliminare gli ostacoli che tengono lontane le donne dalla politica». Ieri alla conferenza stampa delle donne del Pd c’erano anche i consiglieri dem Alessio Manica e Paolo Zanella, con quest’ultimo che ha commentato così le dichiarazioni di Gerosa: «Il suo discorso passerà alla storia come l’arringa contro le pari opportunità di un’assessora alle Pari opportunità».