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lunedì 7 Aprile, 2025

Dopo 38 anni e 22 milioni di passeggeri, addio alla funivia Campitello. Ieri l’ultimo viaggio a 2400 metri

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L'impianto sarà sostituito dall’innovativo impianto “3S”, con 18 cabine da 30 persone ciascuna, passando così da una portata oraria di 1.000 utenti a 2.200 viaggiatori l’ora

Dopo 38 anni di onorato servizio e 22 milioni di passeggeri (13 milioni in salita e 9 milioni in discesa), la funivia Campitello – Col Rodella, alle 17.45 del 6 aprile, è salita per l’ultima volta dai 1448 metri del paese fino a 2400 metri di quota, per rientrare poco dopo a valle. Un ultimo viaggio che è stato una festa, dalle note gioiose ma a tratti anche malinconiche. «Abbiamo scelto di dare ufficialmente addio alla funivia di Campitello, un impianto glorioso per noi, con un evento che ha dell’inusuale perché di solito si celebrano le novità», ha spiegato alla sessantina di invitati alla cerimonia, Daniele Dezulian, presidente della società d’impianti Sitc di Canazei. «Ora, proviamo sentimenti contrastanti. Da un lato, l’ottimismo con cui guardiamo all’impianto nuovo, all’economia sana che ci contraddistingue e al progresso, dato che la funivia ha fatto il suo tempo e non garantisce le prestazioni richieste al giorno d’oggi. In fondo che cos’è una funivia? Un ammasso di acciaio, calcestruzzo e qualche altro materiale. Dall’altro, però, desideriamo condividere il senso di gratitudine per coloro che sono stati protagonisti di quasi quarant’anni di attività e per la funivia stessa, che è entrata a far parte delle nostre vite ed è un po’ come casa nostra. Dispiace salutarla, ecco perché abbiamo scelto di farlo in compagnia delle persone per cui ha un significato particolare».

 

La funivia del Col Rodella sarà sostituita dall’innovativo impianto “3S”, con 18 cabine da 30 persone ciascuna, passando così da una portata oraria di 1.000 utenti a 2.200 viaggiatori l’ora, per un investimento di circa 55 milioni di euro. Il “3S” entrerà in funzione a dicembre 2025 e, per ragioni costruttive, durante la prossima estate non ci sarà alcun collegamento impiantistico da Campitello al Col Rodella. Un “vuoto” di qualche mese che mette in luce l’importanza di questa funivia, i cui lavori cominciarono nella primavera del 1985 per concludersi con l’apertura, il 26 dicembre 1986, che mutò per sempre il destino turistico di Campitello e dell’intera Val di Fassa. «Ha rappresentato un cambiamento enorme per Campitello – ha sottolineato Dezulian – perché ha sostituito la seggiovia monoposto Elbetina. Negli anni della costruzione avevo poco più di dieci anni, ma ricordo bene che in valle non si parlava d’altro che del grande impianto con cabine da 125 posti. È impresso nella memoria il giorno in cui arrivarono le quattro funi portanti a bordo di quattro camion con il trasporto speciale, una cosa mai vista prima. Ricordo anche il giorno di fine ottobre in cui l’ingegner Leonardo Scola mi vide assieme ad altri amici osservare il cantiere e la funivia e ci portò a fare un viaggio: ci sembrò di volare sopra Pian e Campitello». Dezulian ha, quindi, ringraziato i tanti attori del successo di questa funivia, dagli amministratori, ai progettisti, ai tecnici, agli operai, agli enti di sorveglianza, agli enti pubblici, alle persone che hanno messo a disposizione i terreni e, non da ultimo, all’operaio ventisettenne che ha perso la vita in un tragico incidente, nell’ottobre del 1986, precipitando dalla cabina della funivia, all’altezza del primo pilone.

Fiorenzo Perathoner, già presidente Sitc e del Dolomiti Superski, ha poi toccato il cuore di tutti raccontando cos’abbia significato per lui la funivia. «Vito Pitscheider, l’allora presidente della società, mi ha affidato la responsabilità dell’impianto. All’epoca ero amministratore delegato, ma da ragazzo come maestro di sci ero stato diverse volte negli Stati Uniti e in Giappone, oltre che in molte località sciistiche europee, entrando in contatto con società d’impianti all’avanguardia. Così mi sono dedicato completamente alla realizzazione della funivia, mettendo a disposizione la mia esperienza. Non c’è stato giorno in cui non sono passato in cantiere per verificare l’avanzamento dei lavori e risolvere eventuali problemi. È stata una parte della mia vita. Ora, pensare che sarà demolita mi rattrista fino alle lacrime».

 

E mentre le imponenti strutture del “3S”, in buona parte già realizzate nelle stazioni a valle e a monte, annunciano un futuro quanto mai vicino, inevitabile tornare a quello che è già il passato della funivia per gli invitati alla cerimonia d’addio. Tra questi, Ivo Bernard e Serafino Lazzer, rispettivamente sindaco attuale e degli anni Ottanta di Campitello, l’impiantista Paolo Capadozzi e Mauro Rizzi. Quest’ultimo, da tempo in pensione, è stato per vent’anni caposervizio dell’impianto del Col Rodella: «L’inizio è stato impegnativo – ha raccontato Rizzi – perché tutti alla Sitc abbiamo contribuito ai lavori della funivia. Poi, è arrivata la soddisfazione e la responsabilità di quest’impianto, che i primi anni era anche un’attrazione. Nel periodo natalizio ci è capitato di chiudere anche alle 19, per portare a valle migliaia di sciatori. Ho tanti ricordi legati alla funivia. Per questo, oggi, fare l’ultimo viaggio è stato emozionante».