Reazioni
martedì 11 Giugno, 2024
di Redazione
Sono stati diversi gli avvistamenti e le segnalazioni di orsi sul territorio nell’ultimo periodo. Uno a Molveno, l’ultimo nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 giugno a Bozzana, vicino all’edificio dove è stato allestito il seggio per le elezioni europee 2024. In entrambi i casi sono state chiamate le guardie forestali, il sindaco di Caldes, Antonio Maini ha chiesto di applicare le norme esistenti per garantire sicurezza e tranquillità alle persone che vivono e frequentano quei luoghi. All’indomani dell’ultimo avvistamento, è arrivato anche il commento della Lega Antivivisezione. «Non possiamo tollerare che ogni contatto umano-orso possa diventare un pretesto che la provincia di Trento utilizza per nuove condanne a morte degli orsi – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav, Animali Selvatici – incontrare un orso in Trentino deve oramai essere considerato un evento ordinario. Ciò che invece è ancora straordinario, è la mancanza di informazioni che determina comportamenti errati da parte delle persone che entrano accidentalmente in contatto con gli orsi». Gli animalisti sono tornati su quell’episodio del 27 aprile quando, a monte dell’abitato di Molveno, un escursionista è entrato in contatto con un orso che, secondo il racconto della persona, lo avrebbe «sorpreso alle spalle inseguendolo per oltre un quarto d’ora fino ad avvicinarsi a meno di due metri». Lav ha così deciso di approfondire questo episodio, chiedendo e ottenendo il verbale del Corpo Forestale Trentino che riporta la dinamica dell’incontro, così come raccontata dall’uomo coinvolto. Secondo la Lega Antivivisezione, nel documento: «Emerge la totale impreparazione della persona che ha reagito guidata esclusivamente dall’istinto, comportandosi in maniera diametralmente opposta a quelle che sono le indicazioni da seguire in caso di un incontro ravvicinato con un orso.
Infatti, dalla lettura del rapporto si apprende che la persona presa dal panico “si dava alla fuga correndo sulla strada verso valle” e “giunto l’animale a breve raggio dalla persona (1,5-2m.), quest’ultima lanciava delle pietre per allontanarlo” poi “indietreggiando, provando anche a spaventare il plantigrado con grida ed imbracciando un ramo”. La letteratura scientifica è concorde nell’affermare che non si devono mai assumere comportamenti che mettano un orso in condizione di sentirsi in pericolo, potrebbe infatti rispondere in maniera aggressiva nel tentativo di allontanare da sé la minaccia». Viturri, inoltre, afferma che: «Dalla lettura del verbale, emerge quindi che l’orso si è comportato in maniera ammirevole, avrebbe potuto reagire molto violentemente a quelle che dal suo punto di vista erano chiare minacce alla sua integrità fisica ancora una volta è dimostrato che le persone che frequentano le zone abitate dagli orsi sono del tutto impreparate, come se, per analogia, guidassero un veicolo senza avere la patente».
Secondo la Lega Antivivisezione, la sicurezza dei cittadini può essere «garantita solo grazie alla diffusione capillare della cultura della convivenza con gli orsi, un’attività che dovrebbe essere considerata una consuetudine in Trentino, dove gli orsi sono stati reintrodotti oramai un quarto di secolo fa». L’invito della realtà animalista alla Provincia è poi quello di promuovere attività informative per il tipo di gestione da loro ideato. «È quindi necessario che la provincia di Trento, dopo avere bloccato i Bear Ambassador della Lav, il progetto strutturato di informazione attiva nelle valli del Parco Adamello Brenta realizzato dai volontari dell’associazione, avvii finalmente una serie di attività che forniscano ai cittadini gli strumenti necessari per prevenire e saper gestire nella massima sicurezza gli incontri con gli orsi – conclude la Lav – gli animali non devono pagare con la loro vita l’inettitudine di politici che solo ora, con 24 anni di ritardo, si sono accorti della presenza degli orsi».