La storia
domenica 29 Dicembre, 2024
Due fratelli e un rifugio, il Sun Bait in Val di Fassa: «La nostra scelta di vita»
di Elisa Salvi
Marco e Matteo Iori, giovani di Canazei, da tre settimane imprenditori nell'ex baita di famiglia

Quando, ancora con gli sci ai piedi, ci si avvicina a qualche metro dalla terrazza si viene pervasi dal profumo del legno. È con questo aroma gradevole in perfetta sintonia con il contesto, le grandi vetrate (a specchio all’esterno) che si affacciano sul gruppo del Sassolungo e del Sella, panche e tavoli, che il nuovo rifugio «Sun Bait» accoglie gli sciatori della skiarea Belvedere di Canazei. Ed è con grandi sorrisi e tanta emozione che i fratelli trentenni Matteo e Marco Iori (uno ha lasciato un lavoro impiegatizio) al bancone del bar, con l’aiuto di mamma e papà, servono i primi clienti a 2000 metri di quota. La struttura, che sorge accanto alla stazione d’imbarco della seggiovia a sei posti Kristiania e dove fino a qualche tempo fa insisteva una baita di famiglia, oggi si presenta tutta in legno (solo le fondamenta sono di cemento) con qualche inserto in pietra all’interno. Il rifugio è stato completato in pochi mesi, così da aprire le porte per la prima volta il 5 dicembre scorso, esattamente all’avvio della stagione invernale 2024-2025 di piste e impianti. «Ci siamo rivolti a un’azienda del territorio, la Rasom, che ci ha proposto una struttura sostenibile e ci siamo convinti subito che fosse quella giusta. È stata una scelta vincente anche in termini di tempistiche di realizzazione: abbiamo aperto il cantiere in aprile e terminato con un rush finale ai primi di dicembre. C’è ancora qualche lavoretto, qua e là, da ultimare, ma per queste vacanze natalizie e di fine d’anno è tutto a posto», spiega Matteo.
Il nome curioso «Sun Bait» è un mix di ladino e inglese che indica l’ottima posizione al sole e, di conseguenza, come il rifugio sia ideale per fare diversi tipi di pausa durante una giornata sugli sci, dalla colazione, al pranzo, alla merenda e fino all’aperitivo prima di rientrare a valle. Il rifugio si sviluppa su due piani fuori terra e uno interrato dove si trovano bagni, magazzini e locali di servizio. A piano terra, il rifugio è circondato dalla terrazza che offre diversi punti panoramici, un comodo ingresso che porta all’ampio banco del bar, ad alcuni posti a sedere e una zona con diversi tavoli. Salendo al primo piano, attraverso una bella scala, si raggiunge un’area ristorante con tanto di caminetto e tetto a vista e grandi vetrate che danno quasi la sensazione di essere all’esterno.
La cucina propone sia piatti della tradizione ladina, che non possono mai mancare d’inverno per dare un pieno di energia agli sciatori, sia ricette raffinate a cura dello chef. Non solo, per accontentare gli ospiti, stranieri e italiani, nel menù di «Sun Bait» c’è anche la pizza. Una sfida articolata, quindi, per i fratelli Iori. «Marco, in passato, ha lavorato in alcuni rifugi – sottolinea Matteo – ma occuparsi di un’azienda propria è diverso: ci sono tante responsabilità, ma anche molte soddisfazioni. Ce la stiamo mettendo tutta in quella che per noi è una nuova avventura, dato che abbiamo un hotel di famiglia in paese, ma la gestione di un rifugio sulle piste da sci implica un’organizzazione completamente differente. È un impegno per tutta la nostra famiglia che ha fatto sacrifici e investito tanto in questo rifugio».
«Sun Bait» rimarrà aperto per tutta la stagione sciistica, ma Matteo e Marco pensano già ai mesi estivi. «Saremo operativi fino alla chiusure delle piste in aprile, con l’intenzione di aprire anche d’estate, quando il rifugio sarà circondato dai prati (è facilmente raggiungibile dalla strada che porta a Passo Pordoi) e l’atmosfera sarà completamente diversa rispetto ad adesso, ma altrettanto affascinante».
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