domenica 22 Dicembre, 2024

Ecco il Natale sostenibile: scelte anti-spreco, chilometro 0 e articoli solidali

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Consumo etico: prodotti e acquisti che fanno bene alle filiere produttive. Parole d'ordine: non esagerare, non buttare e riciclare

In fondo i consigli della nonna restano validi: non esagerare, non sprecare, riciclare, contare fino a dieci, fare i regali col cuore… parliamo del momento (anche un po’ stressante) dei regali di Natale. Ma anche, perché no, dei regali di nuovo anno, volendo. Già iniziando ad allargare lo spettro temporale del dono, infatti, riduciamo il rischio di sprecare (risorse, energie, pensiero, emozioni, senso): perché un regalo, in fondo, lo possiamo fare sempre alle persone care e magari anche a noi stessi, in questo periodo di ritorno graduale verso la luce, verso il solstizio d’inverno.
Il primo pensiero dovrebbe essere se davvero vogliamo regalare oggetti, cose, cibo, o se preferiamo regalare un pezzo di noi. Poi sostenibile significa innanzitutto: con un pensiero sul mondo, alla base.
Partiamo dal classico dono: il cibo. Speso lo si regala e lo si percepisce in modo scontato ma il cibo è un mondo di possibilità, di criticità, di problemi morali e possibili soluzioni che camminano sulle gambe di persone con ideali e azioni concrete. Il cibo è nutrimento ma anche simbolo e sintomo del mondo che abitiamo e di quello che vogliamo.
In primis sostenibilità implica comprare cibo sano, che davvero sia un nutrimento e non solo moda o apparenza e naturalmente la regola dovrebbe estendersi al non sprecare il cibo durante le feste. Poi sostenibilità significa acquistare prodotti dell’economia circolare e territoriale, con produzioni attente e rispettose dell’ambiente e delle comunità umane e degli ecosistemi dove si produce, certificate se possibile, o comunque da filiere tracciabili, che raccontino di sé dei valori che perseguono.
Possiamo trovare prodotti sani ed etici ad esempio all’emporio di comunità della Cooperativa Edera di Trento (o presso simili esperienze anche nelle valli).
Un filone di pensiero ci conduce poi alla scelta vegana per i dolci tipici (ma anche per quelli innovativi: la tradizione – insegnano i migliori antropologi- tradisce, trasla e cambia nel tempo) o di piatti o antipasti salati da portare in regalo oppure come contributo alle cene o alle merende con amici e parenti in questo periodo, andando a ridurre la sofferenza degli animali. La scelta di prodotti vegani ormai è ampia.
Se pensiamo ai dolci caratteristici del periodo, come panettone, pandoro, zelten, ad esempio, che figurano fra i regali anche dell’ultimo minuto, è più sostenibile se li compriamo sfornati dagli artigiani pasticceri del territorio, magari con ingredienti biologici o provenienti da aziende legate a cooperative sociali e associazioni impegnate su vari fronti, o con farine o frutta antichi fra gli ingredienti.
Pensiamo poi alla classica cesta di prodotti da mangiare o bere, con piccoli oggetti al suo interno, che in versione sostenibile (a partire dalla cesta, che dovrà essere prodotta con tutti i crismi etici) diventa una sintesi dei valori sull’agricoltura e l’agroecologia, sulle relazioni sociali, sul rispetto dei lavoratori, degli animali, dei territori.
Lungo la linea rossa del rispetto dei lavoratori e dei produttori, possiamo poi scegliere i tanti prodotti del commercio equo, ad esempio nelle botteghe di Mandacarù (prodotti alimentari in primis ma anche di ottimo artigianato da varie parti del mondo, provenienza “da lontano” che in questo caso ha un senso profondo di giustizia ,solidarietà, equità). Sembrerà banale ma non lo è regalare del caffè, del the o del cioccolato etici da tutti i punti di vista. Farlo, comprando prodotti del commercio equo, è una sfida, un antidoto e un monito alle ingiustizie, ricordando che le filiere di questi alimenti preziosi (divenuti pericolosamente commodities) sono quelle dove tuttora vige, fuori dalla rete di FairTrade, sfruttamento delle persone e degli ecosistemi, lavoro minorile, perfino schiavismo e sopraffazione, ingiustizia.
Ci sono poi prodotti che possiamo regalare provenienti da filiere dove ci si impegna contro le mafie e il caporalato, come quelli col marchio dell’associazione No Cap o di Libera Contro le Mafie.
Per quanto riguarda i regali tecnologici o quelli di vestiario e accessori: qui entriamo nel mondo sconfinato di consumi spesso spreconi e di mercati spesso irrispettosi. Ecco, in estrema sintesi, la regola d’oro è soprattutto: regalare solo ed esclusivamente cose davvero necessarie e poi informarsi bene sui produttori e sulle materie prime, evitando prodotti di bassa qualità, che si romperanno subito o diventeranno obsoleti in pochi anni.
E i pacchi, pacchetti, pacchettini? É una festa, ci sta la leggerezza e anche la bellezza decorativa, ma anche in questo caso non esagerare, non sprecare, cercare carte e fiocchi adatti ai principi etici è un altro pezzo del percorso. Infine, la nonna vi direbbe di riciclare la carta in buono stato, per i pacchettini, fateci un pensiero.