Politica

giovedì 14 Dicembre, 2023

Ecco la nuova giunta, Marchiori tecnico: «Assessore all’Autonomia»

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Fugatti: «La mia giunta è in continuità, ma ora le priorità sono il costo della vita e gli stipendi dei trentini»

La giunta c’è. Dopo oltre cinquanta giorni dal voto il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha definito il suo esecutivo, riempiendo tutte le caselle. Compresa quella dell’assessore «esterno», che sarà affidato a Simone Marchiori del Patt: non eletto ma «ripescato» per premiarlo di aver portato gli autonomisti verso il centrodestra: «Alle Stelle Alpine — spiega Fugatti — il mio riconoscimento per quanto hanno fatto, per la loro scelta di campo».

Il parto travagliato del Fugatti bis
Prima di illustrare la nuova giunta, un passo indietro. Come prevede la legge, entro i dieci giorni successivi alla proclamazione degli eletti il presidente eletto avrebbe dovuto presentate il suo governo nel pieno delle sue funzioni. E allo scadere del termine Fugatti ha firmato il primo decreto: Achille Spinelli vicepresidente, Francesca e Claudio Cia di Fratelli d’Italia assessori semplici, e dentro anche tutte le altre forze: Mario Tonina per il Patt, Mattia Gottardi per La Civica e Roberto Failoni per la Lega. A cui aggiungere un’altra leghista, Giulia Zanotelli per il momento in panchina in attesa di dimettersi da consigliere per entrare come tecnica. Poi il braccio di ferro con Fratelli d’Italia, con Gerosa e Cia «congelati da Urzì» per avere la vicepresidenza. Che Urzì ottinene, ed ecco il secondo decreto che toglie la qualifica di vice a Spinelli per darla a Gerosa. Con Cia che comunque resta — per poco — in giunta. Ieri il terzo decreto: fuori Cia, dentro Zanotelli e all’assessorato tecnico Simone Marchiori.

Fugatti: «Giunta, trovato l’ equilibrio»
I governatore è soddisfatto di come è riuscito a definire la sua giunta: «È chiaro che c’è sempre una mediazione, che trovare l’equilibrio tra le forze della maggioranza non è mia semplice. Ma ora l’equilibrio c’è». E ricorda la trattativa con Fratelli d’Italia, con Gerosa che — con la vicepresidenza — è rimasta l’unica rappresentante del suo partito nell’esecutivo: «Dal momento che a loro è stata riconosciuta la vicepresidenza si sono aperte altre ipotesi. Giulia Zanotelli è dunque stata nominata assessora e si è liberato lo spazio per indicare Marchiori come assessore esterno».

«Marchiori, investimento sul futuro»
Fugatti spegne subito la polemica sul «ripescaggio» di Marchiori. Segretario delle Stelle Alpine, artefice assieme a Franco Panizza del salto autonomista dal centrosinistra al centrodestra, si è candidato arrivando però terzo dei non eletti. «La legge non dice che un non eletto non possa fare l’assessore esterno. Dice che non debba essere uno dei consiglieri provinciale». Ma in ogni caso il punto, per il governatore, è tutto politico: «Credo che in una provincia autonomia come la nostra, essere riusciti come coalizione a portare nella compagine di governo il partito autonomista è significativo. E questo accordo non può che renderci orgogliosi». Come, dunque, non premiare chi quell’accordo lo ha siglato? «Marchiori in giunta è un investimento sul futuro. Sulla costruzione di una coalizione che dialogherà maggiormente con l’Svp, guardando così al contesto regionale». E aggiunge: «L’accordo con il Patt è un passaggio importante, è l’investitura autonomista dell’intera coalizione».

Marchiori assessore senza passare dall’Aula
Ieri la nomina della nuova giunta è arrivata mentre si svolgeva il Consiglio provinciale, chiamato a eleggere il presidente e l’intero Ufficio di presidenza. Ci si aspettava che il neo-assessore si presentasse lì, entrando nell’emiciclo e sedendosi sui banchi riservati al governo provinciale. Per ossequio alle istituzioni, o fosse solo per la photo opportunity. Niente, di Marchiori nemmeno l’ombra. «Simone — lo ha chiamato al telefono il collega di giunta e di partito Mario Tonina, mettendolo il vivavoce alla buvette del Consiglio — viene qui, ti stanno tutti aspettando». Ma l’assessore era ancora a scuola, è un insegnante: «Non posso mollare la classe così, devo prima organizzarmi». Ma nemmeno nel pomeriggio si è palesato. Ha dato appuntamento ai giornalisti davanti al palazzo della Provincia, ma non si è fatto più vedere. Marchiori si è poi scusato: «Ho finito al lavoro e mi sono buttato subito negli adempimenti e negli approfondimenti necessari per cominciare al meglio con questo mio nuovo ruolo. È stata una giornata lunga».

Nuova giunta, assessorato all’Autonomia
Il terzo decreto di Fugatti, firmato ieri, completa quindi l’esecutivo provinciale. Claudio Cia, nel nuovo decreto, non c’è più. Esce quindi di scena dopo la decisione di Fratelli d’Italia di rinunciare al secondo assessore per avere solo Gerosa vice. Lei mantiene tutto quello che aveva, mentre le deleghe di Claudio Cia vengono divise tra gli altri. Le politiche per la disabilità e gli interventi a sostengo della non autosufficienza vanno all’assessore alla Sanità Mario Tonina. Le politiche per la casa vanno a Simone Marchiori e i Trasporti tornano a Mattia Gottardi, che aveva anche nella scorsa legislatura. Marchiori, inoltre, prende da Failoni il Patrimonio e il Damanio, la riqualificazione energetica degli edifici e le espropriazioni di pubblica utilità. Aggiungendo una nuova delega, la promozione della conoscenza dell’Autonomia. Da segnalare che Failoni cede anche la delega per quanto concerne veterinaria e sicurezza alimentare, che passano a Tonina. A Giulia Zanotelli, invece, torna l’agricoltura. Poi l’agriturismo, la gestione dei parchi naturali, l’ambiente, la gestione dei rifiuti Dolomiti Unesco e gli Enti locali.

Fugatti: «Priorità costo della vita e redditi»
Ieri, in Consiglio, dopo l’elezione del presidente, della vicepresidente e dell’Ufficio di presidenza (ne diamo conto a fianco), la seduta si è conclusa. Le linne programmatiche di legislatura saranno illustrate da Fugatti all’Aula la prossima settimana. Ma le priorità sono già sul tavolo: «Questa giunta è di continuità — spiega il governatore — ma ci sono dei temi che vanno trattati con urgenza. Dopo il Covid, dopo le crisi che si sono succedute, va affrontata da subito la questione legata al costo della vita e al valore degli stipendi in Trentino. Queste sono le priorità su cio dobbiamo concentrarci».

Il Pd: «Sono divisi, Fugatti è sotto ricatto»
«Si è conclusa, per ora — specifica il segretario dem Alessandro Dal Ri — la rissa del tutti contro tutti dentro la destra trentina. Dove ognuno è pronto ad azzannare il suo vicino per uno strapuntino. Il risultato è stato quello di due mesi persi e di una composizione di giunta irrazionale e non funzionale al governo del Trentino». La divisione interna alla maggioranza pone per Dal Ri un problema allo stesso governatore: «La leadership di Fugatti dimostra di essere ricattabile in ogni momento. Adesso gli alibi, gli sconti e le giustificazioni sono al capolinea».
Valduga: «Tecnico-politico, irrispettoso»
Il capogruppo di Campobase Francesco Valduga mette subito in evidenza che «nonostante l’elezione diretta e una maggioranza chiara si è fatta molta fatica a fare la giunta». Perché? «Per delle relazioni interne al centrodestra che sono fondate solo su equilibri e prove di forza che non riguardano nemmeno solo il nostro territorio». Altro dato in evidenza, quello dell’assessorato a Simone Marchiori: «Una decisione — dice Valduga — per necessità di compensazione. Non un assessore esterno che possa dare risposte particolari a esigenze particolari, portando competenze che non possono essere trovare all’interno degli eletti. Si è preferito aggirare la norma per rimettere in equilibrio e soddisfare accordi, arrivando a far entrare in giunta un tecnico che tecnico non è, ma è politico. Insomma — conclude Valduga — una mancanza di rispetto dell’esito elettorale».

Demagri: «In giunta c’è Panizza»
Paola Demagri, di Casa Autonomia.eu — gli autonomisti che sono rimasti nell’area progressista — commenta l’arrivo in giunta «degli autonomisti identitari di Panizza attraverso un loro rappresentante», Simone Marchiori: «Aver portato in giunta una figura di fatto bocciata dagli elettori rappresenta un gesto estremo per tentare di recuperare il consenso perduto nelle urne di questo ottobre appena trascorso. La base del Patt ha infatti bocciato questo cambio di DNA, tanto che gli eletti in Consiglio sono un già espulso — il riferimento è a Walter Kaswalder — e un paio di dorotei»: Mario Tonina e Maria Bosin.