Il report
giovedì 2 Marzo, 2023
di Margherita Montanari
All’interno di un quadro economico in generale rallentamento, le spinte verso la crescita, per le imprese trentine, arrivano principalmente da oltre confine. Il mercato interno si mostra poco ricettivo. Colpa dell’inflazione a livelli record e del contrarsi del potere d’acquisto, che penalizzano i consumi. Lo evidenziano i dati dell’Ufficio studi della Camera di commercio, che mostrano la brusca frenata della domanda provinciale nel quarto trimestre del 2022. Mentre le esportazioni descrivono una dinamica decisamente intensa (+24,5%), così come gli affari nazionali (+11,2%), la crescita del mercato locale si è azzerata a fine dicembre (-0,3%). È uno dei segnali di rallentamento dell’economia. Anche se, alla fine del 2022, non ha contribuito a portare il Trentino in zona recessione: l’anno si è chiuso con il fatturato complessivo delle imprese trentine affiancato dal segno più (+11,5%).
La rilevazione della Camera di Commercio, effettuata tra gennaio e febbraio 2023 su un campione di 1.618 imprese di diversi ambiti, mostra un sensibile rallentamento rispetto ai primi sei mesi del 2022. Pur con variazioni tendenziali positive in quasi tutti i settori economici, il fatturato annuale in provincia cresce dell’11,5%. Guardando nel dettaglio, però, emerge un andamento del fatturato a due velocità: da picchi di crescita del 16,6% nel primo trimestre si è passati a un andamento del +7,1% nell’ultima parte del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.
Un dimezzamento legato alla contrazione della domanda interna. Perché sul fronte estero gli affari sono andati a gonfie vele. Anche se i numeri ufficiali delle esportazioni saranno disponibili nelle prossime settimane, è probabile che il 2022 venga ricordato come l’anno dei record per l’export. Con valori che, stando alle prime stime, potrebbero superare la soglia dei 5 miliardi, andando a costituire un record.
Tuttavia, non tutti i settori mostrano uguale andamento. Se quello del manifatturiero è speculare alla dinamica generale (con fatturato in crescita del 12,5% nell’ultimo trimestre), decisamente più incostante risulta quello delle costruzioni, per effetto dei continui aggiustamenti ai bonus edilizi. I servizi mantengono una crescita modesta, ma dimostrano un buono stato di salute. Quanto ai trasporti, dopo l’exploit del primo trimestre (+28,4%) hanno chiuso il quarto trimestre con un fatturato in aumento +13,6%. Unico settore a chiudere in negativo l’ultimo trimestre è quello del commercio al dettaglio (-1,1%).
Il fatturato cresce però anche per effetto dell’inflazione, che ha costretto le imprese a scaricare parte dei costi extra sul prodotto finale. Di conseguenza, l’aumento dei prezzi di vendita ha avuto l’effetto di gonfiare i fatturati finali. Al netto dei rincari, il giro d’affari finali risulterebbe decisamente più basso (-3,7%). Con un paradosso nel settore manifatturiero, che passerebbe da un +12,5% e un -1,1%.
Anche l’occupazione procede a due velocità. Il dato tendenziale è in crescita, grazie anche all’aumento dell’1,1% registrato da ottobre a dicembre. Ma la dinamica è decrescente rispetto al primo semestre. L’apporto del manifatturiero è stato il più importante per la crescita dell’occupazione nell’ultimo trimestre (+2,2%), seguito da trasporti (+1,6%) e servizi alle impresse (+1,4%).
Gli ordinativi continuano ad essere caratterizzati da una dinamica positiva. L’anno si è chiuso con una crescita del 6,5%. Ad un +13,4% degli ordini del manifatturiero, però, corrisponde un -11,2% del commercio all’ingrosso e un -0,6% delle costruzioni.
«Gli indicatori rilevati ci consegnano un quadro economico in decelerazione – il commento di Giovanni Bort, presidente della Camera di Commercio di Trento – ma è altrettanto vero che le previsioni, legate all’andamento dell’economia nel quarto trimestre dello scorso anno, indicavano una fase recessiva. Credo che, nonostante le difficoltà del fare impresa siano ancora pesanti e quotidiane, la lettura dei dati presentati debba tener conto di una performance complessiva che si è rivelata superiore alle stime e guardare all’incoraggiante ripresa delle esportazioni, che confermano la capacità competitiva delle nostre imprese in ambito internazionale».
Ora le aziende guardano al presente con maggiore sicurezza. I giudizi degli imprenditori sulla redditività e sulla situazione economica sono ancora in prevalenza negativi, pur in modo più sfumato rispetto alle previsioni di tre mesi fa. Un’impresa su quattro reputa la redditività buona, mente il 12,7% la giudica insoddisfacente. Il giudizio si fa tanto più negativo in prospettiva, soprattutto nei settori del commercio al dettaglio, delle costruzioni e dei trasporti, che nel 2023 prevedono una redditività uguale o inferiore a quella dell’ultimo trimestre del 2022. «La prevalenza di giudizi peggiori si registra in imprese di dimensioni più contenute. E decresce all’aumentare della mole di addetti — commenta Matteo Gasperi, ricercatore della Cciaa — Siamo entrati in una fase di rallentamento della produzione. Sembrerebbe però meno intensa e più breve rispetto a quanto preventivato mesi fa». Di questo cambio di scenario dovrebbe risentire positivamente anche l’andamento del Pil provinciale. Se il 2022 per l’Italia si è chiuso con un +3,9% del prodotto interno lordo, in Trentino questo dovrebbe assestarsi un paio di decimi più sopra, quindi oltre il +4%.
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