Il bilancio
venerdì 11 Novembre, 2022
di Tommaso Di Giannantonio e Donatello Baldo
Si rimpolpa da una parte e si sforbicia dall’altra, con l’impegno di rimarginare i tagli nell’aggiornamento estivo di bilancio (l’assestamento). Ma intanto nei primi sette o otto mesi del 2023, per far fronte ad esborsi maggiori per alcuni capitoli (ad esempio, turismo e industria), sono previste riduzioni di spesa per altre voci: in ordine di importanza economica, investimenti sanitari, viabilità e infrastrutture stradali, statistica e sistemi informativi, ricerca e innovazione, edilizia scolastica, istruzione universitaria, sport e tempo libero e cooperazione territoriale. In totale, un taglio di 84,5 milioni, che in aggiunta ai 149,5 milioni di maggiori entrate (tasse di imprese e cittadini), vanno a coprire le nuove o ulteriori spese, 234 milioni appunto.
Questo è quanto emerge dalla tabella sulle nuove autorizzazioni e riduzioni di spesa inerenti il bilancio 2023 della Provincia di Trento. Ossia la tabella — allegata al disegno di legge che oggi approda nella commissione consiliare competente — che riassume le variazioni di spesa: dove la giunta va ad aumentare e dove va a ridurre le risorse che erano state preventivate nel precedente bilancio di previsione.
Come detto, Piazza Dante intende autorizzare 234 milioni di spese aggiuntive. Dove prende i soldi? Buona parte dalle maggiori entrate previste per le casse pubbliche, il resto tagliando le risorse per alcuni capitoli.
Il taglio più cospicuo è assorbito dagli investimenti sanitari: -45,6 milioni (si passa da 52,5 a 6,8 milioni). Sotto questa voce sono comprese diverse spese: quelle per la manutenzione e gli investimenti sulle residenze sanitarie e assistenziali; quelle per la realizzazione di un centro di protonterapia medica; varie assegnazioni per l’azienda sanitaria; quelle per gli interventi su immobili destinati ad attività socio-sanitarie e residenze per anziani e non autosufficienti; infine quelle per gli investimenti per l’ospedale di Cavalese e quelle per l’assistenza integrata.
A seguire, il secondo taglio più importante riguarda il capitolo dedicato a viabilità e infrastrutture stradali: meno 14 milioni (da 123,2 a 109,2 milioni). In questo caso si contemplano le spese per nuove piste ciclabili, per migliorare l’accessibilità alle strade ed altre opere simili. Al terzo posto la voce «statistica e sistemi informativi»: meno 9,7 milioni (da 13,7 a 3,9 milioni).
Meno risorse sono previste poi per la coppia ricerca e innovazione, complessivamente meno 5,6 milioni (da 55 a 49,4 milioni): in particolare per la meccatronica, per l’accordo di programma con la Fondazione Edmund Mach, per l’accordo con la Fondazione Bruno Kessler, per i progetti di ricerca, per l’acquisto di brevetti e tecnologie, per la nuova imprenditorialità e per l’Aprie (Agenzia provinciale incentivazione attività economiche). Di poco inferiore la riduzione per l’edilizia scolastica: meno 4 milioni (da 12,6 a 8,5 milioni). Dunque, al momento, sono previste meno risorse per investimenti e manutenzioni per gli edifici scolastici. Rimanendo nella macro-area della conoscenza, sono stati preventivati meno fondi per l’istruzione universitaria, quindi per l’Università di Trento: meno 2,6 milioni (da 106,9 a 104,2 milioni). Infine una sforbiciata riguarda sport e tempo libero (meno 1,7 milioni): sono incluse le spese per le Olimpiadi (che saranno recuperate più avanti) ma anche le attività di promozione sportiva.
Proprio sul fronte dei tagli ai capitoli di spesa presenti nella manovra, che già da oggi inizierà il suo iter in commissione bilancio per approdare poi in Consiglio provinciale, la Provincia rassicura e si dice convinta che tutto sarà appianato con l’assestamento della prossima estate (che normalmente entra in vigore tra agosto e settembre): «Di solito si approva a giugno — spiega il vicepresidente della giunta Mario Tonina — ma se possibile sarà approvato anche prima». E in quella sede saranno trovate tutte le risorse per coprire quanto sottratto ora nel bilancio di previsione. «Il bilancio della Provincia — aveva infatti spiegato il governatore Maurizio Fugatti negli scorsi giorni — è composto ormai da qualche anno in due fasi distinte. Quella di approvazione della manovra economica di fine anno e quella di assestamento. Si ragiona di sei mesi in sei mesi, soprattutto in una fase economica come questa in cui sulla redazione della legge economica c’è ben poco spazio di manovra e si deve per forza aspettare l’avanzo di amministrazione per poter avere risorse disponibili». Avanzo che per il bilancio del 2021 sono arrivate al tetto dei 300 milioni e per quello in corso del 2022 – disponibile a inizio del prossimo anno – la giunta spera possa attestarsi tra i 100 e i 200 milioni di euro.
Quindi, se dal bilancio sono state tagliate le risorse per sport, università, edilizia scolastica, ricerca, politiche giovanili, sanità e infrastrutture stradali, le stesse risorse — nelle intenzioni della giunta Fugatti — saranno rimesse al loro posto in corso di esercizio, appunto con quell’assestamento che è diventata ormai la manovra economica più corposa. E su questo bilancio, che andrà a breve in discussione, il taglio è suppergiù di 80 milioni di euro.
In assestamento dovranno essere però trovati anche altri soldi, per l’esattezza 30 milioni. Quelli della famosa esenzione Irpef che la giunta Fugatti si era impegnata a portare dai 15 mila ai 25 mila euro. A inizio legislatura la stessa giunta aveva abbassata questa soglia, per poi rialzarla la scorsa estate nell’ultimo assestamento, con l’entrata in vigore della modifica nel 2023. Il fatto che all’articolo 1 della manovra appena licenziata dalla giunta l’aliquota di esenzione sia tornata ai 25 mila euro è solo un fatto tecnico: «Ora non ci sono risorse per coprire quella minore entrata — spiega l’assessore al Bilancio Achille Spinelli — ma si provvederà a ripristinare le risorse di copertura in assestamento». E per evitare fraintendimenti, per stoppare le voci che la promessa fatta solo sei mesi fa sia stata disattesa, l’esponente della giunta Fugatti è ancora più esplicito: «La Provincia conferma lo sconto fiscale sull’addizionale Irpef, già a partire dal 2023. Questo è stato deciso con l’assestamento — ribadisce — e se nella manovra che porteremo a breve in Consiglio provinciale si torna alla soglia dei 15 mila euro è solo un fatto tecnico. Politicamente c’è l’impegno di trovare le risorse per l’esenzione a 25 mila euro nel prossimo assestamento». Anche il vicepresidente Mario Tonina difende l’impegno preso: «Se avessimo avuto le risorse, la copertura sarebbe stata inserita a bilancio. Ma ci sono difficoltà — ammette — e questo vale non solo per l’Irpef ma anche per la parte degli investimenti. Non ci sono risorse ora, e si aspetta l’avanzo di amministrazione da usare poi in assestamento». Quello che è certo è che per il 2023 l’esenzione Irpef ci sarà — «perché già in legge con lo scorso assestamento» — mentre per quanto riguarda il 2024 sarà l’assestamento del prossimo anno a mettere le risorse per la copertura del minor gettito.
Nel complesso, l’allargamento dell’esenzione Irpef vale 42 milioni di euro, 30 per la copertura del 2024. Soldi che dovranno essere trovati per il prossimo giugno. O addirittura prima se, come promette Tonina, si cercherà di abbreviare i tempi per la manovra di metà anno. Oltre agli 80 milioni di tagli da appianare, altri 30 — quindi — per coprire le spese delle esenzioni. E siamo già a oltre 100 milioni, quando l’avanzo di amministrazione — la parte corposa delle risorse da iniettare a bilancio con l’assestamento — è previsto di 150. «Previsioni prudenti – fanno però sapere in Provincia – perché la speranza è che l’economia tenga e che a conti fatti l’avanzo sia molto più alto, anche fino a 200 milioni o forse più».