l'incontro

giovedì 3 Agosto, 2023

El Maroki e Ianeselli, contro i cliché: «Vanno costruiti ponti, oltre gli stereotipi»

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Il tiktoker ha incontrato il sindaco a Palazzo Geremia ed ha girato un video diventato subito virale

È entrato a palazzo Geremia con gli occhiali da sole in testa, con una mano tiene il cellulare per registrare l’audio, con l’altra stringe la mano al sindaco Franco Ianeselli poi esordisce con una domanda rivolta al primo cittadino: «Lei chi è?». Ancora una volta rimane fedele al suo stile, quello ironico, Najib Taissir, El Maroki sui social, il tiktoker da oltre 100 mila followers che ha conquistato Trento con i suoi sketch divertenti sui «maranza» contro gli stereotipi che spesso vengono accollati alla generazione Z, la sua. Nel video, pubblicato martedì 1 agosto sulle piattaforme social proprio da El Maroki, si capisce che il primo cittadino è stato al gioco ed ha risposto: «Sono un tuo grande fan» ancora prima di presentarsi come sindaco di Trento.
L’incontro è stato fortemente voluto da Ianeselli che, dopo aver letto l’intervista al tiktoker (il T del 21 giugno) ha voluto conoscerlo di persona. «Ho trovato che El Maroki abbia la straordinaria capacità di entrare in un fenomeno che c’è e che è controverso con tutti i suoi elementi di difficoltà e credo che lo faccia in modo intelligente ed ironico. – spiega il primo cittadino e continua- Questo è un ponte enorme e va costruito assieme».
Ianeselli sottolinea come sia importante la comunicazione con un mondo che è apparentemente molto distante e che necessita di un dialogo piuttosto che di dita puntate e criminalizzazione di una specifica categoria. È vero anche che non sono mancati episodi poco piacevoli al Lido Manazzon e ironicamente nel video il sindaco coglie la palla al balzo per lanciare il monito «fate meno casino» ma El Maroki tiene a precisare che il concetto di «maranza» spesso viene generalizzato da chi non conosce questo fenomeno, riducendolo a un gruppo di ragazzini in piena adolescenza che si divertono a fare i bulli nei luoghi pubblici, mentre, invece, il «maranza è uno stile di vita, è un look predefinito, è periferia» che poco ha a che vedere con la malavita. Chiaramente, come viene precisato anche nel video del tiktoker, «esistono maranza buoni e maranza cattivi», come dappertutto, del resto. Proprio a supporto di questa tesi Ianeselli racconta un aneddoto accaduto martedì sera quando una persona, vedendolo passare per strada, ha esclamato con tono sarcastico: «Ecco l’amico dei maranza». A questo punto, «mi sono fermato -spiega il sindaco fedele alla sua linea basata sulla comunicazione- per avere un confronto e mi sono accorto che questa persona era parcheggiata in divieto di sosta». Se essere maranza significa (per alcuni) essere un teppista, allora, ha concluso Ianeselli «è bene che ognuno guardi il maranza che è in sé».
L’incontro con El Maroki, durato un’oretta circa, quindi, è stato un momento di apprezzamento ma «abbiamo anche ritagliato uno spazio – spiega il tiktoker- per discutere del ruolo dei social e come poterli usare per creare contenuti positivi per la comunità. Inoltre, ho potuto raccontare la mia storia e illustrare al sindaco i progetti che ho in ballo con la mia équipe».
Alla domanda se potenzialmente possono nascere delle collaborazioni future, per promuovere la rappresentazione di una parte di cittadinanza che vive ancora in penombra, il primo cittadino ha lasciato le porte aperte a qualsiasi «espressione artistica autentica che, però, non deve conformarsi alla singola istituzione». L’obiettivo prefissato dopo questo incontro sarà creare opportunità per giovani artisti di emergere, perché «chi viene da situazioni periferiche, -spiega Ianeselli- porta con sé difficoltà e contraddizioni che si trasformano in un enorme potenziale creativo per la comunità e bisogna riconoscerlo».
Il video, che proprio martedì ha scatenato alcune polemiche, nella sua ironia racchiude comunque un messaggio molto importante, quello del dialogo, dove il sindaco di una città parla ai suoi cittadini calandosi all’interno di un contesto che non è propriamente la sua «comfort zone» e utilizzando i mezzi che più si avvicinano alla generazione Z.
Per concludere, El Maroki spiega che le battute, del tutto spontanee e senza copione, sono state registrate sia per sensibilizzare i giovani «che fanno casino» ad assumere un comportamento più rispettoso nei confronti della comunità e dei beni comuni ma soprattutto «per far capire alla mia generazione che non siamo soli. E se è vero che la seconda generazione – continua el Maroki – spesso si sente alienata dalla società e distaccata, noi attraverso questo sketch, abbiamo mandato il messaggio opposto: a Trento abbiamo un sindaco che rispetta e vuole bene a ogni suo cittadino».