Lavis
domenica 12 Febbraio, 2023
di Davide Sgrò
Il prossimo 21 giugno la libreria «La pulce d’acqua» di Lavis compirà i suoi primi 15 anni: situata in via Roma al piano terra della storica Casa Varner, è da anni un punto di riferimento per la comunità lavisana. L’idea di libreria di Elena Grazioli, la titolare, è quella di un luogo dove ritrovare sé stessi, uno spazio confortevole dove incontrarsi e chiacchierare, condividendo passioni. «E poi l’idea della pulce è un qualcosa che solletica la curiosità – spiega Elena – ed è quello che una libreria dovrebbe fare, stuzzicare la curiosità».
La storia di Elena parte da un sogno nel cassetto: il suo amore per la letteratura la accompagna da sempre. Inizialmente, però, i suoi studi la stavano portando su altri binari: «All’ultimo anno di triennale in scienze della formazione mi sono resa conto che non era la mia strada: dopo la laurea ho deciso di prendermi un anno sabbatico e impegnarmi nel sociale, facendo un anno di servizio civile».
Un caso del destino ha voluto che nel 2007 aprisse la Scuola Italiana per Librai ad Orvieto: «Prima di questo non esisteva una formazione accademica per librai, così ho deciso, un po’ per gioco e per sfida di provare a buttarmi. È stato così che sono entrata nella scuola e per un anno ho frequentato questo corso che prevedeva una settimana di lezione al mese, con dei periodi di tirocinio all’interno di librerie indipendenti e di catena: prima ho lavorato in una libreria indipendente di Verona e poi alla Giunti di Trento. Facendo il master ho capito che effettivamente questa era la mia strada: l’esame finale del percorso di studi prevedeva la progettazione di una libreria, un vero e proprio studio di fattibilità. Io ho progettato la mia e, una volta terminato il master, ho deciso di aprirla per davvero: questo locale era il laboratorio di Paola De Manincor, l’artista lavisana scomparsa nel 2011 – non voleva darlo via ma mi ha detto “per una libreria lo faccio”, e così il 21 giugno 2008 ho aperto, avevo 26 anni».
Interrogata sulle difficoltà che un settore come il suo può affrontare, Elena risponde così: «Il settore librario è in crisi da un pezzo, ma non siamo gli unici: il piccolo negozio di paese fa fatica in generale. La crisi maggiore è stata portata dalla vendita online: il libro è uguale ovunque e a noi librai il prezzo è imposto e non possiamo ricaricarlo, abbiamo degli sconti intorno al 30%, mentre un colosso come Amazon ha più possibilità. E poi c’è il discorso della velocità nelle consegne: io per quanto possa essere veloce ci metto qualche giorno, Amazon ce ne mette uno. Gli ebook invece non hanno fatto tanti danni al settore: per chi legge è difficile mollare il cartaceo, tanti usano gli ebook come supporto alla lettura. Chi nasce oggi è abituato fin da subito al digitale, però mi sento di dire che i libri per bambini non moriranno mai. Tutti i bambini rimangono incantati davanti ai libri: prendersi del tempo per leggere delle storie ai propri figli è importante. È questo che fa la differenza, è il saperci raccontare storie che ci rende comunità, ed è importante a tutte le età».
In questi 15 anni di attività la fidelizzazione è stata molto importante e i clienti sono sempre aumentati. «Ancora oggi ci sono persone che tutti i giorni mi scoprono e si affezionano: purtroppo la vicinanza alla città spesso è la morte dei piccoli negozi ma io vado avanti, cercando di fare quel che posso per farmi conoscere anche fuori. In questo senso i social, soprattutto durante il covid, mi hanno dato una spinta: facevo le foto alle novità e le pubblicavo sui miei profili, tanti mi scrivevano per avere consigli e poi gli portavo i libri in bici».
Elena in questi 15 anni è riuscita a costruirsi una sua indipendenza: «Non andrei mai sotto ad una catena: ogni giorno imparo a conoscere la mia clientela e a volte capita che quando faccio degli ordini io pensi direttamente ad un cliente: questa è la mia libertà, avere una libreria a misura di paese, dove posso conoscere i gusti dei miei clienti e poter diversificare la mia offerta. Il segreto per andare avanti è non pensare al guadagno ma metterci il cuore, se fai questo mestiere lo fai anzitutto per passione, perché devi tirare la cinghia. Io ho fatto una scelta di vita e tornassi indietro rifarei tutto: mi ci sono voluti degli anni per avere la mia stabilità, tanti anni di pazienza e sacrifici, ma adesso posso dirmi felice».
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