Elezioni 2023

mercoledì 28 Dicembre, 2022

Elezioni 2023, Demagri: «Io l’anti-Fugatti? Lo decide la coalizione»

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La consigliera detta le sue priorità: «dobbiamo mettere al primo posto sanità, lavoro femminile e valli»

Eletta in Consiglio provinciale con le Stelle alpine, Paola Demagri ha lasciato gli autonomisti con il collega Michele Dallapiccola per costituire «Casa Autonomia.eu»: «Un atto di coerenza, perché non sono stata io ad abbandonare i valori e i principi con cui mi sono presentata agli elettori, ma è stato il Patt».
Se fosse rimasta dov’era avrebbe avuto un nuovo mandato assicurato, così dicono gli autonomisti dispiaciuti del suo addio.
«Ripeto, prima viene la coerenza. Io mi sono candidata nel 2018 quando era esplicita la posizione del Patt alternativa alla Lega. A questo sono rimasta fedele».
Però è anche vero che le Stelle alpine non sono ascrivibili a una parte o all’altra degli schieramenti, la loro tradizione è blockfrei.
«Io parlo della mia storia politica dentro il Patt, dei valori che ho condiviso, dei punti programmatrici che sono stati ribaditi anche all’ultimo congresso, dal quale sono uscita — dopo aver sentito le stesse parole del segretario Marchiori — convinta che il Patt si ponesse in alternativa al governo di Fugatti».
Ora lei e Dallapiccola siete usciti, e avete detto subito che la vostra collocazione è nel centrosinistra. Com’è stata l’accoglienza? Qualcuno è stato un po’ freddino?
«Ma non c’è alcuna diffidenza nei nostri confronti. Qualcuno ha mostrato più cautela, è anche ovvio dopo alcune dichiarazioni».
Immagino si riferisca alle parole del segretario autonomista Marchiori, che al centrosinistra ha fatto sapere «o noi o loro». È così?
«Abbiamo detto fin da subito che se il Patt tornasse a sedersi al tavolo del centrosinistra noi saremmo pronti a trovare un accomodamento. Non saremo certo noi a porre problemi, pronti a collaborare e a costruire assieme un progetto e una proposta».
E quale proposta portate, quale progetto?
«Portiamo il nostro patrimonio di idee, la nostra esperienza, soprattutto per quanto mi riguarda quella costruita in questi quattro anni di legislatura».
E come sono stati questi quattro anni in Consiglio provinciale?
«Per me è stata una grande opportunità, lo spazio in cui portare all’attenzione i temi raccolti tra la gente. Ho fatto opposizione, sempre in modo educato e non ideologico, senza mai mancare di rispetto alle istituzioni e salvaguardando i rapporti umani e personali. E se posso, credo anche di essermi posta in modo costruttivo, seppur in minoranza rispetto alla giunta provinciale».
È stata anche Garante delle minoranze.
«E in questo ruolo ho potuto collaborare con tutti i colleghi dell’opposizione. Ho sempre trovato il modo di far quadrare le cose, anche se le sensibilità sono diversificate».
Nominata capogruppo di Casa Autonomia.eu, il Patt ha chiesto che non fosse più lei la garante.
«Ma tutto il resto della minoranza mi ha rinnovato la fiducia. Cosa che mi ha fatto piacere, evidentemente il mio lavoro è stato apprezzato».
Le riconoscono capacità di mediazione, di ascolto. Forse proprio per questo il suo nome è nella rosa dei candidati alla presidenza per il 2023?
«Ho visto comparire il mio nome, ovviamente mi fa piacere che si sia pensato anche a me per un ruolo così importante. In ogni caso non posso aggiungere altro, non spetta certo a me dire chi sia il candidato ideale. Questo spetta alla coalizione».
Ma se la coalizione le chiedesse di valutare la proposta, cosa risponderebbe?
«Risponderei, ma risponderei alla coalizione e non al giornalista che me lo chiede. La questione è importante, ma anche estremamente delicata, ed è necessario rispettare chi ora sta affrontando il tema della costruzione di un’alternativa a questa maggioranza. Una cosa però la vorrei dire».
Prego.
«Che noi ci siamo, convinti che al Trentino serva qualcosa di più e di meglio di quello che ha oggi. A partire dai temi della sanità, della tutela del lavoro femminile, della valorizzazione vera delle valli».