Mandati

lunedì 20 Gennaio, 2025

Elezioni a maggio, Oss Emer e gli altri firmatari del ricorso al Tar: «È un nostro dovere»

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Gli amministratori sottoscrittori dell’atto: «Azione necessaria per fare chiarezza»

«Non si comprende perché tanta meraviglia per un ricorso che era stato ampiamente preannunciato e che poteva essere evitato accogliendo le richieste del Consiglio delle autonomie, dio tutti i sindaci del trentino». Il primo cittadino di Pegine Valsugana Roberto Oss Emer — assieme agli altri colleghi firmatari: i sindaci Brugnara di Lavis, Chiarani di Drena, Sandri di San Michele e l’assessore di Riva del Garda Pozzer — risponde così alle polemiche suscitate dalla decisione di portare davanti al tribunale amministrativo la giunta regionale. L’atto depositato chiede infatti l’annullamento dell’ordinanza del presidente della Regione Arno Kompatscher che convoca le urne per le elezioni comunali per il prossimo 4 maggio. Dicono che «il ricorso era annunciato», perché è vero, da tempo molti amministratori chiedevano di poter svolgere tutto il loro mandato, che questa volta si accorcia di qualche mese, perché nel 2020 — a causa del Covid — si votò in autunno, mentre ora si vota in primavera.
Ieri, la decisone dei sindaci è stata stigmatizzata da destra e da sinistra, dalla Lega che ha parlato di «personalismi» al Pd che ha difeso la legittimità dell’atto di Kompatscher. E oggi rispondono gli estensori del ricorso: «L’azione, lungi dall’essere legata a personalismi, è funzionale alla buona tenuta del sistema». Difendono le loro ragioni, dicendo che è un loro dovere pretendere chiarezza, anche per evitare successivi inghippi: «Lo si scrive anche in atti che, ad elezioni avvenute, qualsiasi candidato potrebbe impugnare il risultato paventando i dubbi di legittimità costituzionale da noi sollevati. Ed a quel punto che succederebbe? Potrebbe dischiudersi “una prospettiva di intuibili e gravi proporzioni con effetti sul piano istituzionale”, per citare un passo del ricorso». Tutto, per i sindaci, è da chiarire prima della convocazione delle urne, anche passando dal Tar: «Noi crediamo che ogni dubbio vada fugato in via definitiva, non a parole e a chiacchiere, prima del voto».
I sindaci respingono anche l’accusa di aver agito, così, contro l’autonomia, perché il ricorso si fonda anche sulla forza della legislazione nazionale a cui anche il Trentino Alto Adige si dovrebbe allineare, almeno in questo caso: «La nostra azione contro l’autonomia? Stabilire la data del turno elettorale generale difformemente rispetto a quanto fa il resto d’Italia ed in difformità a principi fondamentali del nostro ordinamento e di quello europeo, che vanno sempre salvaguardati e difesi, non è un buon esercizio di autonomia. Altri sono i modi per salvaguardare l’autonomia». E attaccano: «Abbiamo trovato tanti sindaci, sia prima che dopo, che ci hanno dato sostegno. Perché ridurre la durata di una mandato, non di pochi mesi ma di un anno rispetto al resto d’Italia (che voterà a primavera del 2026, ndr), è questo sì irrispettoso di una categoria che in questa consiliatura ha lavorato tra grandi difficoltà ed incertezze e che meriterebbe di concludere la propria attività nei tempi che l’ordinamento prevede».