elezioni
domenica 8 Dicembre, 2024
di Redazione
I sostenitori del voto in autunno del prossimo anno, o del rinvio addirittura al 2026, mettono in evidenza la contraddizione. Perché se in Trentino ne in Alto Adige i seggi per il rinnovo di sindaci e consigli comunali saranno aperti nella prossima primavera, in tutto il resto d’Italia le urne apriranno nel 2026. Il dibattito, soprattutto in Trentino, ha tenuto banco nei mesi scorsi, quando anche il Consiglio delle autonomie insisteva sul fatto che le amministrazioni elette nell’autunno 2020 potessero fare tutti i cinque anni di mandato e votare nell’autunno del 2025. Nel 2020, infatti, le elezioni erano previste nella primavera, e il voto autunnale si rese necessario a causa della pandemia.
Il nodo lo ha sciolto la giunta regionale: «Si vota in primavera», e va bene lo stesso se le amministrazioni fanno solo 4 anni e mezzo. Allungare di sei mesi la scadenza non va bene. Anche se, però, a differenza del resto d’Italia, in regione c’è una finestra elettorale autunnale: «Ma si vendemmia», la replica della giunta regionale.
Sta di fatto che, per le regioni ordinarie, ora a livello nazionale si è deciso che si andrà a votare nella primavera del 2026. Le amministrazioni elette nell’autunno del 2020 rimarranno in carica per 5 anni e mezzo. E a Roma, a differenza che in Trentino Alto Adige, va bene così.
«Qui abbiamo preso un’altra decisione — taglia corto l’assessore regionale agli Enti locali Franz Locher (Svp) — la decisione del Ministero dell’Interno riguarda solo le Regioni ordinarie, noi siamo una Regione autonoma».