Elezioni provinciali: l'affluenza
lunedì 23 Ottobre, 2023
di Marika Damaggio
Per ora è un triste record. Mai così pochi cittadini hanno deciso di presentarsi alle urne. O, per dirla al contrario, mai così tante elettrici e mai così tanti elettori hanno scelto di non esercitare un diritto (e un dovere) mancando l’appuntamento più importante per un piccolo territorio come il nostro, caratterizzato da un’autonomia speciale che consegna nelle mani del governatore le competenze di un primo ministro. Argomenti oggi poco convincenti. Fatto sta che la disaffezione verso la politica – e forse un’agenda monca, che ha trascurato parecchi temi nelle retrovie di una mesta campagna elettorale – s’è tradotta nell’affluenza più bassa alle elezioni provinciali degli ultimi 20 anni, ossia dall’entrata in vigore dell’attuale legge elettorale. Solamente il 58,39% degli aventi diritto (441.723 persone) ha espresso una preferenza.
La serie storica
Per capire l’emorragia continua, nel 2003 l’affluenza fu del 74%, nel 2008 il 73%, nel 2013 il 62%, nel 2018 il 64%. Lo spoglio, che a differenza dell’Alto Adige partirà lunedì mattina, consentirà di capire dove s’è manifestato tale rifiuto. A soffrire le due principali città: Trento e Rovereto.
Nei Comuni
Per quanto riguarda i Comuni: ad Avio, cittadina di residenza di Maurizio Fugatti, la partecipazione è sopra la media ma rispetto al 2018 è scesa al 67,56% rispetto al 71% di cinque anni fa. Non bene la partecipazione anche nei principali centri della provincia: a Trento si sono presentati alle urne il 57,24% degli aventi diritto (nel 2018 era il 64,78%). A Rovereto, che ha attardato il conteggio finale per una sezione arrivata in estremo ritardo, l’affluenza è stata pari al 56,20% (era al 60% nel 2018). Dati non residuali per la coalizione di centrosinistra che, nelle due cittadine, trova maggiori consensi. Sarà lo spoglio a fare chiarezza ma le premesse preoccupano l’Alleanza a sostegno della candidatura dell’ex sindaco di Rovereto Francesco Valduga. Male anche Riva del Garda, con una partecipazione che sommessamente si ferma al 47,05%. Per contro: i Comuni in cui c’è stato un buon andamento sono in val di Non e in Valsugana. A Campodenno affluenza al 76,39%, a Castel Condino 79%, a Fierozzo 73,23%.
Nelle Comunità di valle
Analizzando i dati per Comunità di valle, il territorio in cui s’è manifestata maggior voglia di incidere nell’agenda pubblica è la val di Sole. È questa, infatti, la comunità di valle con la più alta partecipazione (pari al 64,67%. La mente porta subito a Caldes, alla morte di Andrea Papi e al tema dei grandi carnivori che agita il territorio da anni. Alta anche la partecipazione in Paganella (63,14%), val di Non (62.67%) e valle di Cembra (61,68%). Ma se un tempo questi territori erano roccaforte del Patt, considerata l’inedita collocazione nel centrodestra viene da chiedersi se ci sia un travaso verso Casa Autonomia di Paola Demagri e Michele Dallapiccola.
Lo spoglio in Alto Adige
Seggi chiusi con anticipo rispetto al Trentino anche in Alto Adige. Alle 21, al momento della chiusura delle urne, il dato definitivo sull’affluenza è del 71,5%, in calo rispetto al 73,9% del 2018. I cali maggiori si registrano nei Comuni a maggioranza italiana: a Bolzano si scende dal 64,6% di cinque anni fa al 59% di oggi. A Merano l’affluenza è del 57,7% contro il 62,1% di cinque anni fa. A Laives addirittura la differenza è di dieci punti percentuali: oggi sono andati al voto il 57,8% degli aventi diritto, contro il 67,8% del 2018.