Politica
sabato 1 Luglio, 2023
di Donatello Baldo
Fugatti ha deciso. Ma non nella direzione sperata dal commissario di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì che chiedeva al governatore di battere un colpo e farsi sentire per riprendere il dialogo sulla strada dell’unità del centrodestra. Fugatti ha deciso di convocare per il prossimo martedì la «sua» coalizione, quelli che hanno già affidato a lui la leadership indicandolo come candidato presidente. Ci saranno la Lega, Forza Italia, La Civica, gli Autonomisti popolari , la Lista Fassa, Achille Spinelli per la Lista del presidente, l’Udc, Progetto Trentino. E ci sarà pure il Patt, per la prima volta seduto al tavolo degli alleati. Non ci saranno quelli di Fratelli d’Italia, che non vengono considerati, ad oggi, della partita.
Il governatore, quindi, non ha accettato l’incontro bilaterale con il partito di Giorgia Meloni: non alle condizioni poste da Urzì. «Prima ci si vede tra noi», affermano gli invitati al tavolo, evitando però di esporsi per non soffiare sul fuoco della polemica acceso già da tempo. «Ci incontriamo tra noi che già sosteniamo Fugatti per sancire l’inizio della campagna elettorale e della fase programmatica. Poi valuteremo se ci sono gli spazi politici per un allargamento a Fratelli d’Italia e nel caso daremo mandato al candidato presidente di incontrarli». Alla fine, sostengono (quasi) tutti, quel mandato sarà dato e Fugatti chiamerà il commissario Urzì: «Ma lo vedrà come candidato presidente di un’intera coalizione di cui Fratelli d’Italia dovrà decidere se far parte o meno». Il cerino, che sembrava nella mani di Fugatti, è quindi tornato nelle mani di Urzì, che sarà messo nelle condizioni di dire o sì o no all’adesione, come ultima forza politica, a una coalizione già in essere.
La mossa è l’esito delle ultime querelle. Fugatti, in un’intervista a Rttr, ha poi parlato di «affidabilità e competenza» nella strada di un possibile secondo mandato. Meglio, insomma, rinunciare all’unità di tutti se non ci sono le condizioni umane e politiche per stare insieme. Un azzardo? Si vedrà nel caso in cui la ricomposizione non dovesse esserci.
Dagli ambienti interni alla Lega, sopratutto tra le voci di coloro che valutano e suggeriscono l’opzione di «andare con questa coalizione», emerge che la prospettiva di fare a meno di Fratelli d’Italia viene considerata e valutata come un possibile scenario. Che non preoccuperebbe nemmeno più di tanto: «La gente in giro ha già interiorizzato la polarizzazione, che è tra Fugatti e Valduga, scatterebbe dunque il voto utile. E in ogni caso — aggiungono — se dicessero di no sarebbero loro a rifiutare l’unità del centrodestra. Rinuncerebbero per le condizioni di “ultimo arrivato” che dovrebbero accettare, senza possibilità di rivendicare posti e ruoli. E sia chiaro — aggiungono i più determinati — che tutti lavoriamo per unire, ma non certo per regalare». Sottinteso: careghe e posti in prima fila. Anche perché la Lega ha la memoria lunga e — come ricorda spesso il decano dei consiglieri del Carroccio trentino Alessandro Savoi — «la Lega non perdona».
Non perdona e non dimentica le consigliere elette con il partito e poi passate con Fratelli d’Italia in corso di legislatura, Alessia Ambrosi e Katia Rossato. I leghisti ricordano infatti che le critiche all’azione della giunta sono cominciate «da prima della campagna elettorale per le politiche» e che invece «non c’è una parola di Fugatti contro di loro, non una». E sottolineando l’importanza che dà la Lega alla lealtà degli alleati, c’è chi aggiunge: «Urzì si lamenta che Fugatti non lo ha mai voluto incontrare. Ma c’è una foto che li ritrae, dopo un incontro avvenuto nello scorso novembre. E dopo l’incontro cos’ha fatto? Ha indicato Gerosa come candidata presidente al posto di Fugatti».
La conferma della tensione e della distanza tra Lega e Fratelli d’Italia era palpabile anche ieri. La candidata presidente per il partito di Giorgia Meloni in Trentino Francesca Gerosa, con la sua presentazione del tavolo sui grandi carnivori, si è posta di traverso alla giunta Fugatti. È però vero che era da sola, che alla conferenza stampa mancavano commissario e vicecommissario, i deputati e i consiglieri provinciali. Quest’ultimi hanno anche vissuto l’imbarazzo di essere primi firmatari dell’ordine del giorno che sostiene le azioni della giunta sull’orso. Era da sola Francesca Gerosa, e questo potrebbe suggerire che da parte di Fratelli d’Italia si è già deciso che la convergenza è su Fugatti, basterebbe incontrarli e chiudere l’accordo. Ma, nell’ambito della coalizione, si osserva anche che quella conferenza stampa poteva essere evitata per non gravare il clima di una relazione in apnea con il carico di una nuova tensione. Ma nessuna moral suasion è stata esercitata.
il caso
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