Provinciali

domenica 9 Luglio, 2023

Elezioni provinciali, l’assist di Fedriga: «Il bis di Fugatti è interesse comune del centrodestra»

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«Lista del presidente? Può essere la prima del centrodestra»

Ad aprile 2023, è stato riconfermato governatore del Friuli-Venezia Giulia e la sua lista ha raggiunto un risultato sorprendente. Correva insieme alla coalizione – unita – del centrodestra, e ha raccolto il 17,7% di preferenze. Un risultato simile a quello della Lega, primo partito con il 19% e di Fratelli d’Italia, che non ha avuto lo stesso successo ricevuto alle politiche del 2022 e si è fermato intorno al 18,1%. Massimiliano Fedriga, presidente della regione Friuli-Venezia Giulia al secondo mandato ed esponente di primo piano della Lega, guarda dall’esterno il voto trentino di ottobre, sempre più vicino. Non si addentra in incontri e scontri tipici dei primordi della campagna elettorale. Ma alcune considerazioni politiche si proiettano inevitabilmente sui destini di Piazza Dante e del centrodestra locale. Il governatore friulano dice che la valutazione sul futuro candidato va fatta «non per chi sceglie (tra i partiti di coalizione, ndr) ma su chi si sceglie». Fedriga invita a mettere da parte le bandierine e a guardare invece le carte messe sul tavolo dal candidato. «Con una sua lista, Fugatti può far meglio rispetto alle altre formazioni del centrodestra».

Fedriga, la lista del presidente, nella sua regione, è stato un esperimento di successo. Pensa che una formazione personale, al di sopra delle parti, possa portare il centrodestra a vincere anche in altre amministrative? Può servire a far convergere più voti?
«È un modello che funziona alle elezioni provinciali o regionali. Che un governatore uscente presenti una lista del presidente è positivo per due ragioni. Corretto nei confronti dell’elettorato, perché magari ci sono cittadini che hanno apprezzato un’azione amministrativa ma per qualche motivo non si riconoscono in una o nell’altra forza politica. Secondo perché fa bene al centrodestra, che così amplia il proprio bacino per raccogliere l’apprezzamento di quanto fatto nei cinque anni di governo».

È un modello da esportare in Trentino? In provincia di Trento, in vista dell’appuntamento delle provinciali di ottobre, l’assessore tecnico Achille Spinelli ha lanciato la lista Fugatti, che il governatore ha affidato a lui e della quale sarà capolista.
«Ogni territorio valuta ovviamente le cose più opportune rispetto alla situazione in cui si trova. Ma sono sicuro che il presidente Fugatti possa riscontrare un consenso tale da superare i sia pure importanti risultati delle altre liste della coalizione. Se durante le elezioni politiche l’ideologia degli elettori si esplicita in modo più chiaro, alle amministrative i cittadini decidono chi deve governare anche in ragione di una una scelta scevra di ideologie».

In Trentino negli ultimi mesi c’è stato un tiro alla fune tra Lega e Fratelli d’Italia su chi dei due schieramenti dovesse decidere il candidato della coalizione. Il carroccio – e lo stesso Matteo Salvini nelle occasioni in cui ha fatto visita in Trentino – ha ribadito che il nome si sceglie a livello locale; per FdI la palla passa ai partiti a Roma. Chi sceglie?
«Guardando dall’esterno, posso dire che ho visto la crescita del Pil e dell’attrattività del vostro territorio negli ultimi anni e penso che Fugatti e la sua giunta abbiano fatto fare un passo avanti al Trentino. Quindi, la valutazione che dobbiamo fare riguarda non tanto chi deve sceglie il candidato, ma chi si deve sceglie. Un buon governo – e non stiamo parlando di una promessa ma di certezza che si è realizzata con Fugatti – è utile ai trentini».

Quindi la linea è che non si cambia candidato governatore per un bis, salvo in casi di errori?
«Di più. Se qualcosa ha funzionato bene per il territorio, va portata avanti. Spero che tutte le forze politiche ragionino in un’ottica di interesse generale piuttosto che di partito».

Il suo sembra un augurio a Fugatti come candidato del centrodestra.
«Un augurio ai trentini, più che altro. Perché penso che la riconferma di Fugatti sia una garanzia per il territorio. È un amico, ma la mia è una valutazione oggettiva, che supera il legame di amicizia».

Che cosa si auspica che faccia il centrodestra per aumentare le chance di vittoria al voto regionale o provinciale?
«Penso a quanto accaduto nella mia regione alle elezioni europee. La Lega prese il 40% presentando a Trieste e a Pordenone candidati esterni al partito. L’amministrazione di un territorio non può diventare uno scambio di bandierine. Il ragionamento deve partire dalla ricerca della persona che può ottenere il maggior consenso. E soprattutto che può garantire un buon governo, con una squadra che rappresenti le forze in campo della coalizione. Altrimenti rischiamo di fare un interesse di bandiera anziché l’interesse del territorio».

A livello nazionale, come sono i rapporti tra Lega e Fratelli d’Italia? Come possono stare insieme queste due anime?
«Seguendo la logica che ho appena menzionato, penso che tutte le forze politiche della coalizione possano trovare soddisfazione nelle giunte e nelle maggioranze che verranno. Abbandonerei le battaglie di retroguardia. Bisogna scegliere il candidato migliore per rappresentare il territorio: che sia della Lega, di Fratelli d’Italia o anche un civico».