L'analisi
lunedì 23 Ottobre, 2023
Elezioni, rebus Alto Adige. Il calo dell’Svp e il flop di Fdi rendono incerta la formazione del governo
di Simone Casciano
Le ultime elezioni provinciali hanno modificato drasticamente il panorama politico in provincia

L’Alto Adige si è svegliato decisamente sotto un cielo diverso. Le ultime elezioni provinciali hanno modificato drasticamente il panorama politico in provincia e la strada verso un nuovo governo provinciale appare più incerta che mai.
Il calo dell’Svp
Tra chi questa mattina fa i conti con un risultato al di sotto delle aspettative c’è sicuramente il partito della stella alpina che ha raccolto il 34,5% dei voti, 7 punti percentuali in meno rispetto al 2018, confermando un trend in continuo calo. Il presidente uscente Arno Kompatscher si è confermato il più votato con 58.771 voti pur perdendone circa 9mila. Più impressionante il tracollo dell’obmann Philipp Achammer che dimezza le sue preferenze passando da 33mila a 16mila. Secondo più votato dell’Svp, che in totale ha fatto 13 consiglieri, è stato Hubert Messner, medico e alpinista.
Le sorprese
Tra chi questa mattina invece probabilmente sarà soddisfatto rientrano Team K, Freiheit e i Verdi. Il partito di Paul Köllensperger prende l’11,1% delle preferenze, in linea con il risultato di cinque anni fa, e porta in consiglio 4 eletti. I Freiheit invece raddoppiano il risultato del 2018 e con il 10,9% portano in consiglio 4 eletti, la loro crescita è sintomo della disaffezione dell’elettorato tedesco verso la Svp? Anche i Verdi si possono dire soddisfatti, forti dei 3 consiglieri eletti e di un 9% che parla di un partito in salute. La sorpresa, forse annunciata, di questa tornata elettorale è stata poi JWA – Wirth Anterland. Il partito costruito a immagine e somiglianza del suo leader, Jurgen Wirth Anderland ex comandante degli schützen tirolesi di destra, no vax e non allineato, capace di sfiorare il 6% delle preferenze e conquistare due seggi.
I flop
Parlando delle delusioni, rispetto alle aspettative, non si può non partire da Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni non sfonda e si ferma al 6% portando in consiglio solo due eletti. Tracollo anche della Lega che passa dall’11,1% ad appena il 3% e porta in consiglio solo il sindaco di Laives Christian Bianchi. Il Pd non migliora né peggiora rispetto a 5 anni fa e porta un solo eletto in consiglio. Menzione particolare Widmann e la sua lista. L’ex assessore dell’Svp uscito dal partito dopo essere stato forzato a dimettersi a seguito dello scandalo Sad ha raccolto appena il 3,4% delle preferenze, nonostante una robusta campagna elettorale in cui non ha badato a spese e nonostante alcuni giornali lo accreditassero ben più in alto capace magari di essere l’ago della bilancia della formazione del nuovo governo provinciale. E invece sarà poco meno che un comprimario.
Il quadro politico
La situazione che si è andata a creare nel consiglio della Provincia di Bolzano rende davvero complesso comprendere quale può essere la strada per la formazione del nuovo governo provinciale. Quello che è certo è che Svp+lega+Fdi non hanno i numeri per governare. Nemmeno un governo Svp+verdi+Pd sarebbe fattibile. A questo punto diventa quasi indispensabile l’apporto del Team K e dei suoi quattro consiglieri. Sarebbe possibile quindi un governo tra Svp, Team K, Verdi e Pd. I numeri ci sarebbero ma si tratterebbe di un governo diametralmente all’opposto della linea nazionale. Difficile invece ipotizzare una strada per un governo della Svp con la destra italiana. I numeri non ci sono e né la Svp è disponibile ad aprire la coalizione ad altri partiti autonomisti di lingua tedesca, né essi vogliono allearsi con gli eredi dell’Msi. L’ipotesi di un ritorno alle urne, in questo scenario, non può essere escluso.
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