Estate

martedì 13 Agosto, 2024

Emergenza caldo: anziani, bambini e operai a rischio

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Tante chiamate alla guardia medica. I primi casi nelle fabbriche

Il picco, secondo Meteotrentino, era stato raggiunto il 28 luglio con 35,5 gradi di temperatura. In questi giorni probabilmente si sta andando oltre. A risentire maggiormente del grande caldo sono bambini, anziani e gli operai delle fabbriche e dei cantieri a maggior rischio. L’Azienda provinciale per i servizi sanitari, insieme alla Provincia, da anni dà indicazioni per la prevenzione dei rischi. Le aziende sono più organizzate di una volta. Qualche allarme però c’è ancora.
Alla Guardia medica di Trento si segnalano molte chiamate e visite per problemi da calore. E nei luoghi di lavoro spuntano casi di stress e problemi comportamentali da caldo. Nella recente indagine Fim Cisl sul rischio calore nelle fabbriche, condotta a partire da lunedì 15 luglio, sono state registrate 52 segnalazioni da 17 aziende (Il T del 30 luglio), con un terzo dei lavoratori che segnalavano disagio elevato o insopportabile. Alan Tancredi, segretario confederale Uil del Trentino, è testimone del disagio che le alte temperature possono causare ad un lavoratore in fabbrica: «Posso garantire, e lo posso dire per esperienza personale di quando avevo 16 anni, che nel turno dalle 14 alle 22 in estate si muore. Quando sei giovane ti senti un supereroe, ma siccome rispetto alla generazione precedente dobbiamo lavorare sette-otto anni in più per andare in pensione, va prestata attenzione a quei momenti di particolare stress». I capannoni non raffrescati creano un effetto serra con un’umidità altissima, che genera un microclima negativo, che porta a malori e a fatica. Nonostante non ci siano stati casi gravi, Tancredi si sbilancia per quanto riguarda i danni psicofisici che portano le alte temperature: «Non per niente dico sempre che in vent’anni di lavoro, nei mesi estivi aumentano le contestazioni disciplinari per persone che perdono la calma. Me ne è successa una da poco, perché il caldo non aiuta né la ragione né le relazioni. Due lavoratori probabilmente verranno licenziati. La salute psicofisica è evidentemente salute e in quanto tale va tutelata». Grazie anche ai controlli, al monitoraggio e alle indicazioni disposte dall’Azienda Sanitaria, sembrano essere contenuti i casi di malori per le ondate di calore. Tra questi, ricordano Silvia Eccher, responsabile del Servizio medicina del lavoro, e Dario Uber, direttore dell’Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Uopsal), misure di prevenzione quali: «Disporre di acqua fresca nelle vicinanze del posto di lavoro e valutare l’opportunità di mettere a disposizione anche integratori salini, prendere in considerazione le migliori soluzioni tecnologiche quali condizionamento e rinfrescamento e variare l’orario di lavoro per sfruttare le ore meno calde, programmando i lavori più pesanti nelle ore più fresche».
Secondo Tancredi, sono queste «misure cerotto, ma è chiaro che non c’è una soluzione definitiva, nel senso che bisognerebbe lavorare meno d’estate. Una soluzione efficace potrebbe essere la divisione in turni, eliminando però quello dalle 14 alle 22. In questo modo i lavoratori potrebbero lavorare di notte e di mattina, evitando le ore più calde. L’imprenditore probabilmente è seduto nel suo ufficio con l’aria condizionata. L’operaio invece è soggetto ad uno sforzo fisico di sopportazione del calore. Senza adeguate misure di prevenzione del rischio, si rischia di farsi male». Fortunatamente, afferma Uber, «dal punto di vista delle segnalazioni, non erano comunque situazioni di particolare gravità. Talvolta poi, non sempre, c’è anche una proattività da parte delle aziende nel sistemare la situazione. è spiacevole dire che magari la situazione dovesse essere sistemata prima di creare disagi. Solitamente, prima che noi interveniamo, le situazioni vengono autogestite». Ad abbassare le segnalazioni nel mese di agosto, spiega Eccher, potrebbe essere anche il periodo lavorativo in cui ci troviamo: «Abbiamo anche la fortuna che a Ferragosto molte ditte sono chiuse. Poi, appunto, ci teniamo a precisare che sembri che soprattutto con la serie di cautele e indicazioni che vengono date, i controlli e le raccomandazioni, il rischio si abbassi».