Riuso urbano
venerdì 24 Marzo, 2023
di Francesco Terreri
A Trento si va dall’ex Italcementi a viale dei Tigli, dove c’erano le «palafitte», dall’ex ostello di via Manzoni a via del Malgar a Meano, all’ex scuola materna Ghiaie a Gardolo e ad altri compendi dismessi del Comune. A Rovereto sono in ballo l’ex Sav di Sant’Ilario, l’ex Ariston e alcuni edifici individuati dall’amministrazione comunale. E poi immobili abitativi al di fuori dei due centri maggiori. In questi complessi e in queste aree verranno realizzate case ad affitto scontato, il canone moderato o social housing, compresi alloggi nelle valli per i lavoratori stagionali. Ma anche studentati e abitazioni per anziani, progetti di co-housing e altre infrastrutture sociali. E il polo di ricerca nelle Scienze della vita. Sono i progetti di rigenerazione urbana, per 30mila metri cubi che alla fine raddoppieranno, gestiti dal nuovo fondo di investimento immobiliare da 100 milioni di euro in fase di partenza. Nel fondo, Cassa Depositi e Prestiti, la società pubblica che gestisce il risparmio postale, attraverso la controllata Cdp Real Asset sgr, metterà il 50% cioè 50 milioni. Il resto arriverà da Provincia, via Cassa del Trentino, Patrimonio del Trentino, Itea e Trentino Sviluppo, Comuni di Trento e Rovereto attraverso il conferimento dei propri immobili da valorizzare, e da investitori locali come i fondi pensione regionali Laborfonds e Itas-Plurifonds, la Cooperazione, Fondazione Caritro, Isa, La Finanziaria Trentina.
Fondo immobiliare
Al nuovo Fondo immobiliare per la rigenerazione urbana si lavora già da due anni con il coordinamento di Cassa del Trentino, la società finanziaria della Provincia. Il modello è il Fondo di housing sociale trentino, partecipato da società pubbliche e investitori privati, che negli scorsi dieci anni, con una dotazione di 110 milioni, ha realizzato oltre 500 alloggi a canone moderato in varie zone della provincia. Il nuovo fondo allarga i suoi obiettivi: ci saranno abitazioni ad affitto scontato rispetto a quello di mercato, tra le quali alloggi per i lavoratori e le lavoratrici stagionali nelle valli, ma anche case per anziani, progetti di co-housing, cioè di residenze condivise, studentati e altre strutture per l’università e la ricerca. La composizione del fondo seguirà la traccia del precedente fondo di housing sociale. Cassa Depositi e Prestiti, che due settimane fa ha rinnovato il protocollo d’intesa con la Provincia in diversi campi, interviene attraverso Cdp Real Asset sgr. In questo caso metterà il 50% del fondo, 50 milioni, invece del 60% dell’housing sociale. Oltre a Cassa del Trentino, nel tavolo che sta completando il piano di fattibilità del fondo c’è Patrimonio del Trentino, la società immobiliare pubblica a cui fa capo, tra l’altro, l’area ex Italcementi a Trento. Nel compendio si sta procedendo con i primi interventi per l’investimento da 31 milioni, di cui 11 da Roma, per il nuovo studentato universitario da 200 posti, nell’ambito di un accordo tra Patrimonio del Trentino, Provincia, Comune e Università.
Il tavolo si allarga
Proprio in questi giorni Provincia, Comuni e Cassa Depositi e Prestiti hanno approvato un atto integrativo del protocollo d’intesa sul nuovo fondo per consentire l’ingresso di nuovi attori. Al tavolo arrivano altre due società pubbliche, Itea e Trentino Sviluppo. Itea, oltre all’interesse già espresso per possibili interventi residenziali in alcuni immobili dei Comuni, porta in dote soprattutto due grandi progetti di alloggi sociali finora rimasti bloccati: i 97 appartamenti in viale dei Tigli a San Bartolomeo a Trento, cioè il progetto ex palafitte da 34 milioni del quale, di recente, è stata avviata la progettazione per 28 alloggi, pista ciclopedonale, biblioteca e negozi per oltre 9 milioni; il progetto alla ex Sav di Sant’Ilario, la porta nord di Rovereto, dove sono previsti 60 alloggi per una spesa totale di 27 milioni. Trentino Sviluppo è in campo, in particolare, con l’area ex Ariston, sempre a Rovereto, che la Provincia ha individuato come spazio per il nuovo polo di ricerca sulle Scienze della vita, un intervento da almeno 15 milioni.
Edifici comunali dismessi
I Comuni di Trento e Rovereto parteciperanno al fondo conferendo immobili dismessi da riutilizzare. Trento, in particolare, ha appena aggiornato la ricognizione del patrimonio pubblico inutilizzato e presentato il piano delle alienazioni 2023-2024 (Il T del 21 marzo). Gli immobili da valorizzare sono in tutto 28, compresi l’ex scuola elementare Bellesini e l’ex rifugio Calisio appena aggiunti alla lista, tra cui 22 edifici e 6 terreni. In alcuni casi il riutilizzo è partito, in altri è solo ipotizzato. Tra essi, l’ex ostello della gioventù di via Manzoni, già andato all’asta fino al 2018, su cui è presente un vincolo d’interesse storico e artistico: vale 2,8 milioni e ha bisogno di un intervento complessivo di ristrutturazione. L’edificio da ristrutturare di via del Malgar a Meano, su un’area di 1.300 metri quadri, sarebbe adatto, dice il Comune, a iniziative di cohousing o residenza. Itea ha espresso interesse al recupero. Destinazioni simili potrebbe avere l’ex scuola materna Ghiaie a Gardolo: è stato già modificato in questo senso l’uso dell’area di 1.200 metri quadri. Delle ex Bellesini si parla come della possibile sede dell’ostello cittadino per i lavoratori.
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