I dati

giovedì 24 Agosto, 2023

Emergenza casa, centinaia di famiglie trentine in difficoltà

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Gli attivisti dello Sportello Casa per tutti presentano il bilancio di attività, sono 106 i minori in difficoltà abitativa. «Fondamentale un ostello dei lavoratori». Appuntamenti pieni allo sportello del Progetto Locazione di Atas: «Abbiamo trovato casa a 3 nuclei»

Sono i numeri a restituire la grandezza dell’emergenza abitativa. Ma mentre li si conta bisogna ricordarsi che dietro ad ogni cifra si nasconde una persona, un nucleo famigliare per cui la perdita della casa rappresenta un vero dramma. Molti studi ormai hanno dimostrato come la casa sia un aspetto fondamentale della solidità sociale delle persone; quando c’è diventa un moltiplicatore di potenzialità, quando manca di criticità. Molte zone del Trentino si trovano ormai in emergenza abitativa. Nelle città, Trento e Rovereto, pesano i costi alti e la concorrenza sul mercato tra studenti e famiglie. Nelle valli, specie quelle a vocazione turistica, il mercato guarda sempre di più agli alloggi vacanze e agli affitti turistici brevi sui portali online. Il lavoro di due realtà del territorio impegnate nell’emergenza abitativa restituisce il quadro della situazione e suggerisce strategie di uscita virtuosa. Si tratta dello Sportello Casa per tutti e del progetto Locazione di cui Atas è capofila
Un anno vissuto intensamente
Lo Sportello Casa per Tutti ha pubblicato un rapporto sul suo primo anno di attività. E come detto sono proprio i dati a restituire la vastità dell’emergenza casa che interessa sempre più persone. Sono 59 i nuclei familiari che si sono rivolti allo sportello, per un totale di 234 persone, di cui 106 minori, 14 persone con disabilità e quattro con più di 65 anni. Di questi 34 nuclei si trovano a Trento, 17 nell’Alto Garda e Ledro e 5 in Vallagarina. La casistica racconta le diverse complessità dell’emergenza casa. C’è chi denuncia una «condizione di inadeguatezza abitativa dovuta ad alloggi sovraffollati o insalubri» e sono 13 nuclei, 10 in case private (e sono i casi più gravi) e 3 in alloggi Itea. 19 nuclei familiari hanno contattato lo sportello perché sotto minaccia di sfratto, in 16 casi il motivo è la fine del contratto di locazione di urgenza a cui però non è seguito il ricollocamento in un alloggio Itea definitivo (le persone accolte nelle case d’urgenza sono quelle che avrebbero titolo per ottenere l’alloggio popolare ma non trovano disponibilità). Appena 3 invece i nuclei familiari sotto sfratto per morosità tra quelli che si sono rivolti allo sportello, a testimoniare di quanto il fenomeno sia forse contenuto. Lo Sportello nel report poi racconta le difficoltà di casi singoli. «Vi è poi un altro nucleo, composto da moglie invalida al 100% e da marito invalido al 50%, che si trova in stato di separazione con la moglie ricoverata presso una struttura sanitaria a Trento e il marito che è riuscito a trovare solo un posto letto a Trento». In questo contesto l’azione dello Sportello è stata molteplice. Di contrasto agli sfratti, sette i picchetti solidali organizzati. Di sensibilizzazione, con incontri che hanno coinvolto l’assessora provinciale Stefania Segnana e la presidente di Itea Francesca Gerosa, e di denuncia chiedendo che Itea metta velocemente a disposizione una parte importante di quei mille alloggi sfitti che risultavano a fine 2022. «Ci teniamo a chiarire che, anche nei confronti di ITEA, i nostri picchetti non sono mai finalizzati ad una resistenza ad oltranza – scrivono dallo Sportello – Ma a trovare una soluzione abitativa dignitosa prima che venga eseguito lo sfratto». In totale lo Sportello dichiara di essere riuscito a risolvere positivamente 6 situazione di emergenza abitativa sui 59 nuclei che si erano rivolti ad esso. Tra le proposte che lo Sportello torna ad avanzare c’è quella dell’ostello dei lavoratori. Una struttura che permetterebbe a quei lavoratori che non riescono a trovare un alloggio sul mercato, per gli elevati costi o altre problematiche, di trovare risposta
Il Progetto Locazione
È partito solo a giugno ma ha già l’agenda piena il Progetto Locazione. Si tratta di un’iniziativa nata attraverso un bando della fondazione Caritro e che vede coinvolta Atas (come capofila), i comuni di Trento e Rovereto e la Comunità della Vallgarina. 4 gli sportelli attivi di un progetto che vuole intercettare da una parte il bisogno di casa e dall’altra quei proprietari reticenti a mettere i loro alloggi sfitti sul mercato. «Sono già 100 le persone che ci hanno contattato – spiega Paolo Bellini di Atas – E per dare l’idea del problema abbiamo l’agenda sullo sportello di Trento piena fino a dicembre». Si tratta principalmente di persone trentine ma di origine straniera che nel 90% dei casi hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma che nonostante questo non riescono a trovare casa, a dimostrazione di un pregiudizio esistente nei loro confronti. Atas sta lavorando su due fronti offrendo ai proprietari contattati garanzie immateriali e materiali. Le prime sono date dal fatto che Atas verifica la solidità dei potenziali inquilini, cerca case adatte a loro e si impegna a seguirli nella prima fase di vita in casa, fungendo da mediatore e garante della locazione. Da un punto di vista materiale invece si sta lavorando per favorire il canone moderato, che garantisce un risparmio agli inquilini e sgravi fiscali al proprietario, e poi, tramite i partner Cassa di Trento e Itas Mutua, a una serie di pacchetti per i proprietari. Un fondo in cui mettere le fide iussioni e un assicurazione contro le morosità. Finora sono 15 i proprietari contatti e 3 le locazioni già attivate a Trento e Rovereto. Un’altra è in dirittura di arrivo. L’auspicio di Atas è che questo metodo di lavoro, che si sta rivelando vincente, possa essere portato avanti da un ente apposito, magari una fondazione, quando si arriverà alla scadenza del bando a dicembre 2025.