I dati

mercoledì 17 Maggio, 2023

Emergenza casa e caro-affitti, quasi 4mila famiglie in Trentino chiedono aiuto per pagare il canone

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Nel 2010 in Trentino il 17% dei nuclei in affitto, ora il 25%: da 40mila a 60mila. Nelle graduatorie delle famiglie a basso reddito aumentano i trentini

Mentre la giunta provinciale e il vertice dell’Itea litigano sulla rateizzazione delle bollette degli inquilini – uno scontro che risente della bufera politica nel centrodestra con la presidente dell’Itea Francesca Gerosa di Fratelli d’Italia candidata alternativa a Maurizio Fugatti alla presidenza della Provincia – dalle graduatorie pubblicate in 14 Comunità di valle su 16 emerge che ci sono 3.300 famiglie a basso reddito che fanno domanda di contributo integrativo all’affitto che pagano sul libero mercato. E al conto mancano le domande dell’Alto Garda e Ledro e del Primiero, non ancora rese pubbliche. Alla fine il totale dovrebbe assestarsi sulle 3.900 richieste, una cifra analoga agli ultimi anni ma con un’importante differenza: le domande dei trentini e dei cittadini comunitari aumentano del 6% – sono 2.300 nelle 14 Comunità considerate – mentre quelle dei cittadini extracomunitari calano del 12% sotto quota 1.000: sono 994 nelle graduatorie già pubblicate. In testa per domande c’è Trento con 1.222 richieste, seguita da Rovereto con 657, Alta Valsugana e Bersntol con 353, Rotaliana e Königsberg con 251, Val di Non con 213, Giudicarie con 177, Val di Fiemme con 135 richieste di aiuto all’affitto, le altre Comunità con meno di 100 domande ciascuna.
Insomma, non c’è solo l’emergenza appartamenti per studenti. Del resto, sempre più giovani e famiglie trentine vanno in affitto invece di comprare casa, non solo ora che i mutui sono più cari, ma anche negli anni scorsi. Nel 2010 i nuclei familiari con casa di proprietà erano 185.000, pari all’82,4% del totale, mentre in affitto c’erano quasi 40mila famiglie, il 17,6%. Nel 2021 i nuclei in affitto sono balzati a oltre 60mila, 21mila in più pari ad un balzo del 53%, mentre quelli con l’abitazione in proprietà sono scesi del 3% a 179.000. I dati sono resi noti dall’Istat e dall’Ispat, l’Istituto provinciale di statistica. Il Trentino si allinea alle altre zone d’Italia come percentuale di case in proprietà. Ha pesato anche la fine degli interventi di edilizia agevolata della Provincia. Gli affitti però sono salati, nell’ultimo anno sono cresciuti dell’8% e molti inquilini, soprattutto giovani con lavoro precario, fanno fatica a reggerli.
Lo scontro tra Piazza Dante e l’Itea nasce dall’intervento delle assessore Giulia Zanotelli e Stefania Segnana alla Consulta provinciale delle politiche sociali (Il T di ieri), in cui, tra l’altro, si ricordava la lettera inviata a Itea per invitarla a rateizzare il 48 mesi invece che in 12 il debito degli inquilini, in modo da evitare lo sfratto per morosità. Il cda della società pubblica guidata da Gerosa replica che per fare questo «è necessario che la giunta si attivi concretamente e predisponga una delibera in tal senso nella quale dia una direttiva chiara alla Società, e contemporaneamente stanzi le risorse necessarie per dare adeguata copertura in mancanza delle quali la Società si troverebbe in una tensione finanziaria insostenibile». La nota ricorda che è stata la stessa Itea a sollevare il caso già dal luglio 2022, ma che per rateizzare di più le spese servono «decine di milioni di euro».
Un botta e risposta che sa di bagarre politica, mentre i sindacati sollecitano interventi urgenti. «A cinque mesi dalle elezioni provinciali Giunta e neo assessora (Zanotelli ha avuto da pochi mesi la delega all’edilizia abitativa ndr) si rendono finalmente conto che con la casa in Trentino abbiamo un problema. Speriamo che gli annunci siano tradotti in tempi rapidi in provvedimenti concreti» affermano Cgil Cisl Uil con Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti. «La scelta di estendere a 48 mesi la rateizzazioni dei pagamenti per evitare gli sfratti per morosità degli inquilini Itea va nella giusta direzione, così come è apprezzabile la scelta di prevedere dei meccanismi di autorecupero per accelerare la reimmissione sul mercato degli alloggi sfitti di Itea e l’istituzione del Comitato provinciale sulla condizione abitativa. Non possiamo però non sottolineare l’enorme ritardo con cui l’esecutivo arriva a queste scelte».
I sindacati ricordano inoltre «che l’estensione della rateizzazione era già stata attuata in passato sulle spese condominiali di Itea e che infatti, da tempo, si era segnalato che si sarebbe potuto rifare. Per questo chiediamo l’immediata convocazione del Comitato». Faggioni, Bezzi e Alotti insistono poi sulla necessità di sospendere gli sfratti per chi occupa alloggi d’emergenza. «Si tratta di poche decine di casi. Famiglie che si trovano in enormi difficoltà e che non possono essere messe su una strada. Prima che questa situazione diventi una lotta tra disperati, tra chi ha diritto ad entrare in un alloggio d’emergenza e chi non può lasciarlo perché non è nelle condizioni di trovare casa sul libero mercato, è urgente che la Provincia sospenda i provvedimenti e che Comuni e Comunità di valle trovino soluzioni d’emergenza alternative». Vanno poi attualizzati i parametri dei requisiti per l’accesso, la permanenza e il calcolo degli affitti degli alloggi popolari (vedi caso nell’articolo sotto). Infine «servono investimenti sulle politiche abitative, serve la realizzazione di nuovi alloggi a canone sociale e moderato per dare risposte alle famiglie in condizioni di maggiore fragilità, ma anche al ceto medio, alle giovani coppie, agli studenti e ai moltissimi lavoratori che con i loro stipendi non possono permettersi una casa in Trentino».