Turismo
mercoledì 7 Agosto, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
I gestori trentini dei B&b non ci stanno a passare per i responsabili dell’emergenza casa. «Il fenomeno della difficoltà di trovare appartamenti a lungo termine c’è, ma la denuncia va fatta ai possessori degli appartamenti sfitti o vuoti», dice Stefania Angeli, presidente dell’associazione B&B di Qualità del Trentino. L’associazione si difende, ma allo stesso tempo lancia una proposta: «I B&b e le locazioni turistiche devono rientrare in un piano turistico-regolatore».
L’inchiesta de il T
Nelle ultime settimane l’inchiesta de il T sul fenomeno degli affitti brevi turistici (edizioni del 26 luglio, del 30 luglio e del 6 agosto) ha portato alla luce alcuni dati: su 8.392 annunci trentini pubblicati sulla piattaforma AirBnb, due terzi sono in mano ad agenzie e aziende più o meno grandi (a volte colossi con sede all’estero); in Trentino un affitto breve turistico può portare ricavi da 18mila a oltre 30mila euro a seconda delle zone (il che li rende più convenienti rispetto agli affitti a lungo termine); negli ultimi cinque anni l’intero mercato degli affitti, complice anche il boom di quelli turistici, è cresciuto del 55% arrivando a un reddito netto totale di 217 milioni di euro nel 2022.
La denuncia dei B&b
«Gli addetti ai lavori — denuncia Angeli — sapevano di questo fenomeno e, nonostante ciò, in nessun ambito, sia politico, tecnico che burocratico, si è cercato di intervenire repentinamente prevedendo normative fiscali o facendo rispettare gli obblighi di sicurezza. Non sono stati nemmeno effettuati controlli adeguati da parte delle autorità». Per colmare questa lacuna «credo che sia i B&b che le locazioni turistiche debbano rientrare in un piano turistico-regolatore: in questo modo ogni città o paese in percentuale potrà godere di strutture alberghiere ed extra alberghiere in proporzione alla densità degli abitanti residenti». In pratica l’associazione propone un piano che fissi dei limiti alle strutture ricettive (permanenti e saltuarie) e agli alloggi turistici in rapporto alla popolazione.
Più controlli
«Inoltre, appare fondamentale il ruolo che gli enti locali debbano avere in questa fase, effettuando
controlli di verifica sulle strutture in merito al rispetto dei requisiti igienico sanitari. Si riuscirebbe così a regolamentare e contrastare il “sommerso” e ripristinare la legalità. I B&b — conclude la presidente dell’associazione — non sono una proposta alternativa o concorrente a quella alberghiera proprio perché sostanzialmente diversi. Un B&b deve essere concepito come un arricchimento per un’offerta turistica espressione di un territorio multiforme».
Case sfitte il problema
L’associazione individua negli immobili sfitti la principale causa della difficoltà da parte di molte famiglie di trovare un alloggio. Stando all’ultimo rapporto dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), relativo al 2021, in Trentino ci sarebbero circa 150mila case non occupate, cioè case completamente disabitate oppure occupate temporaneamente da non residenti in loco, cioè seconde case. Secondo i dati dell’Istituto provinciale di statistica (Ispat), metà di questi immobili sono seconde case. Ci sarebbe quindi una quota importante di immobili inutilizzati. «La denuncia — sottolinea Angeli — va fatta ai possessori degli appartamenti sfitti o vuoti, non a chi decide di mettere a reddito la propria proprietà in regola. In Trentino — ricorda la presidente — dal 2005 vige la cosiddetta legge Gilmozzi, che permette di costruire nuovi edifici residenziali solo nel caso in cui questi siano destinati a diventare abitazione primaria di chi vi risiede (non necessariamente del proprietario). Di fatto, quindi, è possibile anche acquistare uno o più immobili come investimento e darli in locazione».
I B&b non sono affitti brevi
Infine, l’associazione ci tiene a precisare che un «B&b è un’attività ricettiva saltuaria, cioè non ha vincoli ed obblighi d’apertura e l’attività non viene realizzata sistematicamente per tutto l’anno, ma solo in alcune occasioni e periodi. È obbligatoria sia la registrazione degli ospiti, con l’invio delle schede alla pubblica sicurezza, che l’invio all’Ispat delle presenze e la riscossione della tassa soggiorno. Diversi dai B&b sono le locazioni turistiche — spiega — Gli alloggi turistici si differenziano da B&b e affittacamere per la natura stessa del servizio, trattandosi di locazioni contrattuali all’interno delle quali non è prevista nessuna attività alberghiera o servizio di biancheria e pulizia camera». Per i B&b la tassazione è quella delle aliquote progressive Irpef, mentre per le locazioni brevi per il primo appartamento si applica la cedolare secca del 21%.