emergenza casa
sabato 27 Aprile, 2024
di Donatello Baldo
Il tema casa è stato messo dal governatore Fugatti al centro dell’azione politica di questa legislatura, ma toccherà all’assessore provinciale alle Politiche abitative Simone Marchiori mettere a terra gli obiettivi. Sul suo tavolo ha trovato il dossier su Itea: il numero di alloggi di risulta arrivato a cifre altissime, il caro-energia che ha sballato le bollette degli inquilini. Ma anche nel mercato privato ci sono problemi, perché soprattutto le giovani coppie fanno fatica ad accedere ai mutui per l’acquisto della prima casa, ritardando così il tempo per «metter su famiglia», con buona pace di tutti gli appelli al contrasto della natalità.
Assessore, partiamo con Itea? Si è fatto un’idea su come intervenire per risolvere i problemi ereditati dalla precedente gestione?
«I problemi sono sostanzialmente due. Il recupero degli alloggi e il costo energetico, quest’ultimo riferito sopratutto agli anni passati».
Alloggi. Quelli di risulta sono oltre un migliaio, tantissimi: non si riesce a ristrutturarli e metterli a disposizione.
«Per far fronte a questo aspetto abbiamo messo in campo risorse importanti: cinque milioni per una gara e poi altri cinque. C’è stato però qualche problema con la nuova legge sugli appalti che rischiava di rallentare il recupero degli alloggi»
Risolto?
«Abbiamo fatto uno sforzo congiunto con Itea e Agenzia provinciale degli appalti. Una sorta di task-force per ovviare a questioni burocratiche e regolamentari. L’obiettivo è intervenire per evitare che l’iter dei lavori di ristrutturazione si blocchi. Si sta lavorando a questo, ma non solo a questo».
Su cos’altro dunque?
«Si sta facendo una ricognizione seria e puntuale su tutte le disponibilità, su tutti gli alloggi da recuperare. Ricognizione che servirà a prendere delle decisioni, perché alcuni alloggi saranno ristrutturati, altri invece alienati».
Itea vende pezzi del suo patrimonio?
«Il tema è quello degli appartamenti inutilizzati, tra cui alcuni che non rispondono più a esigenze abitative, non come quelle codificate fin qui. Si deve capire come intervenire su alcuni casi, se alienare in una zona per comperare in altra zona».
Ma l’obiettivo non era quello di ripopolare anche le aree periferiche e di valle?
«L’obiettivo rimane, eccome. Ma dobbiamo renderci conto che nei Comuni più periferici difficilmente si riesce a collocare chi è in graduatoria, che preferisce rimanere vicino ai Comuni dotati di maggiori servizi. Quindi, proprio per contrastare lo spopolamento si potrà pensare di usare il patrimonio nelle zone più periferiche per giovani coppie o per residenti. E anche solo con la messa a disposizione di alloggi, in alcune realtà del territorio, si agisce sulla calmierazione del mercato. Anche così si fanno politiche per la casa».
L’obiettivo, quindi, è l’efficienza: gli appartamenti vanno usati. Ma ce ne sono tanti di sfitti.
«L’obiettivo è lasciarne vuoti il meno possibile: se in una zona non c’è richiesta si cerca di rispondere ad altre esigenze; se il recupero è difficile, oneroso, complicato, si aliena. Detto questo, ci sarà sempre una quota fisiologica di appartamenti sfitti».
Che però ora sono troppi: 1.200 circa.
«Per me la quota fisiologica è di 300-400 alloggi, quelli che tornano nella disponibilità di Itea e che devono essere risistemati».
Com’era un tempo. Ma che cos’è successo negli ultimi anni? Come mai sono schizzati questi numeri?
«Per il Covid che ha rallentato tutto, perché poi ci si è concentrati su altro. E perché nella macchina amministrativa si è inceppato qualche ingranaggio».
Itea è una società per azioni che dovrebbe rispondere dei risultati raggiunti ai propri soci. Anche se il socio è unico. Insomma, qualcuno deve rendere conto?
«Io sono arrivato quando il problema era già conclamato. Ma se responsabilità saranno appurate si vedrà andando avanti. Ma quel che è stato è stato, io devo preoccuparmi di fare meglio d’ora in avanti».
Senta, prima parlava anche del caro-energia.
«Abbiamo dato una risposta con la maxi-rateizzazione. Il caro-energia ha colpito tutti, ma vorremmo capire come mai i rincari sono stati più alti nei condomini dove sono presenti alloggi Itea e di mercato, quelli con un amministratore».
Anche qui qualcuno potrebbe rispondere del proprio operato, non crede?
«Dobbiamo approfondire, e nel caso intervenire. Vedremo».
Oltre a Itea c’è il ruolo della Provincia nell’aiuto sugli affitti contratti sul libero mercato. Qui che cosa si sta facendo?
«Qui si continua con le politiche messe in atto, che rispondono in modo efficace alle risposte a quella che viene definita zona grigia. Poi un aiuto, oltre all’affitto, va dato anche a chi vuole acquistare o ristrutturare casa, soprattutto alle giovani coppie. Su questo sto pensando a un lavoro in sinergia con l’assessorato all’Urbanistica, per unire la risposta al fabbisogno abitativo con il recupero dei centri storici».
Servono soldi, ci sono?
«In assestamento, a luglio, ci saranno le prime risorse a disposizione».
A breve dovrà essere nominato il Consiglio di amministrazione di Itea. Chi la guiderà?
«Non si è ancora affrontata la questione ma un punto è chiaro: non sarà una nomina politica. Lo stesso Fugatti ha spiegato che i settore è strategico e non entrerà nel novero della spartizione tra i partiti della maggioranza. È un settore strategico che attraversa un momento di difficoltà, quindi è giusto che la sua governance sia scelta sulla base di requisiti precisi, non certo di appartenenza politica».
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