Tema caldo
mercoledì 21 Agosto, 2024
di Redazione
Ventinove in Italia casi nel corso della stagione estiva. Tutti, tranne uno, nelle regioni del Nord Est: Veneto, Friuli Venezia Giulia e, naturalmente, Trentino-Alto Adige. Anche quest’anno non mancano i casi di Tbe, la meningoencefalite da zecca: sono cinque i casi registrati in Trentino nel corso del 2024, di cui tre registrati nell’ultimo mese. È quanto emerge dal report dell’Istituto superiore di Sanità, aggiornato a metà agosto. Si nota come, ancora una volta, il problema in Italia, sia concentrato nel Nord Est, con ben venti casi in Veneto (molti dei quali nella vicina provincia di Belluno). L’Alto Adige ha registrato tre casi, la regione Friuli Venezia Giulia due. Dati in linea con quelli dello scorso anno. All’Apss, del resto, ne risultano già circa una decina, che potrebbero essere aggiunti al database dell’Iss già con i prossimi aggiornamenti. I dati non sono, insomma, preoccupanti, ma confermano la presenza endemica di una malattia che, fino a pochi anni fa, non era nemmeno attestata in Italia, ma si concentrava in Russia e nei Paesi dell’Europa orientale. Il rischio è, insomma, basso, ma tutt’altro che zero, considerando anche che la «stagione» della malattia sembra essersi allungata: non colpisce più solo d’estate ma anche nei mesi primaverili: le prime zecche, d’altronde sono comparse già a marzo. E i trentini sembrano essere consci del pericolo: lo dimostra l’affluenza di migliaia di persone (con ore di coda) all’open day che si è tenuto sabato 18 maggio: una giornata in cui bastava recarsi in un centro vaccinale, muniti di tessera sanitaria per ricevere il vaccino. Il tutto senza tanta pubblicità: ne avevano parlato giusto i media locali (oltre che il sito istituzionale di Provincia e di Apss) solo qualche giorno prima. Il risultato è significativo, soprattutto in un momento dominato da un diffuso scettiscismo verso le campagne vaccinali. Sempre secondo l’Apss, sono ventimila i vaccinati contro la Tbe in Trentino, quasi un cittadino su venti. Un dato che non ha paragoni nel resto d’Italia. A seguito dell’open day del 18 maggio ne sono stati organizzati due a giugno. Il vaccino, però, diventa efficace solo con due richiami, il primo entro tre mesi dalla prima dose, il secondo entro un anno, sempre dalla prima puntura. Per i richiami è necessaria la prenotazione al Cup.