amici a quattro zampe

mercoledì 16 Agosto, 2023

Estate, stagione difficile per i cani: pochi casi di abbandono, ma crescono i problemi con le adozioni dal Sud

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In aumento le «cessioni», quando mancano gli approfondimenti comportamentali e animali e famiglie risultano incompatibili

Agosto è il mese classico dell’impennata dell’abbandono degli animali domestici: le vacanze che pressano, la voglia di andarsene al mare o fare quel bel viaggio verso mari lontani pongono il problema più difficile, cioè dove lasciare il cane che ci ha fatto compagnia fino ad oggi. Chi non ha scrupoli, purtroppo, non si pone nemmeno il dilemma e senza alcuna pietà porta l’amico fedele in una zona fuori mano e lo abbandona al suo destino, ben consapevole che nella maggior parte dei casi si tratta di una condanna a morte. «Per fortuna – ci spiega Pierluigi Raffo, gestore del canile di Rovereto con la sua associazione Arcadia – il Trentino conta pochissimi di questi casi. Gli abbandoni sono rarissimi e di conseguenza anche il randagismo non è un fenomeno diffuso».
Le soluzioni alternative all’abbandono ci sono e sono anche in aumento, si tratta delle pensioni per gli animali domestici. «Ci sono – aggiunge Raffo – ma sono ancora poche a confronto delle richieste molto alte. E questo pone un grave problema, quello sì presente anche in Trentino: le pensioni “abusive”. Realtà che sfuggono a tutti i controlli, non solo finanziari ma anche sanitari. Noi devo dire che abbiamo un ottimo rapporto con l’Azienda sanitaria, i controlli sono frequenti e c’è una stretta collaborazione».
Esiste però un altro tema, scoppiato negli ultimi mesi e che ha un riscontro anche sul nostro territorio, e cioè quello delle cessioni. «Negli ultimi due mesi abbiamo ricevuto 25 richieste di questo tipo – dice Raffo – e tutto questo è dovuto al fatto che le adozioni non vengono fatte con un’analisi professionali delle richieste delle famiglie e della compatibilità con il cane che si vorrebbe affidare loro». Ci sono infatti, soprattutto nel sud Italia, un alto numero di associazioni animaliste e un altrettanto numero di cani randagi da far adottare: «Di fondo manca spesso un’attenta e professionale analisi comportamentale – spiega Raffo – per cui poi succede che cane e famiglia non sono compatibili. Non basta il giardino, insomma, per ritenere che quel cane starà bene con quella famiglia, e viceversa». Dopo qualche settimana, dunque, l’amore per i cani e la voglia di adottarne uno rischia di trasformarsi in un incubo. E quindi c’è il tentativo di cessione, cioè rimandarlo al canile. Impresa non facile, perché anche in questo caso servono motivazioni profonde e provate: non basta bussare alla porta e lasciare lì la bestiola. «Riceviamo sempre più richieste di informazioni – spiega ancora Raffo – su come poter interagire con cani adottati che non rispondono alle aspettative: serve professionalità e conoscenza dell’animale e sulle adozioni ci vorrebbe maggiore attenzione per evitare poi di trovarsi al punto di partenza, cioè con un cane che torna al canile o peggio ancora viene di nuovo abbandonato perchè il nuovo proprietario non sa gestirlo o si aspettava un’altra cosa».