Europei 2024
mercoledì 26 Giugno, 2024
di Lorenzo Fabiano
«Finché si passa dalla sofferenza al sorriso, va bene», dice il saggio. Come dire, tutto bene ciò che finisce bene. Il saggio non può che essere Dino Zoff, un monumento del calcio azzurro, campione del mondo a quarant’anni in quella memorabile estate del 1982 (nel 1968 era anche stato campione d’Europa). L’Italia di Spalletti ce l’ha fatta a passare le forche caudine del primo turno di questo Europeo, con una fatica immane, all’ultimo pallone giocabile quando ormai sembrava già avere un piede sull’aereo del mesto ritorno a casa. E invece siamo ancora lì, vivi e vegeti.
Zoff, ma che sofferenza…
«Storicamente l’Italia soffre sempre il primo turno; se lo passi fai il minimo sindacale, se vai a casa è un fallimento. Ora si vedrà di che pasta è fatta la squadra, il secondo tempo con la Croazia è stato incoraggiante e penso possiamo giocarcela bene».
Quanto hanno inciso i cambi di Spalletti sulla reazione che ha avuto la squadra?
«Potevi mettere chi volevi, adottare il modulo che volevi, ma quello che conta è la squadra. La differenza l’ha fatta la reazione in termini di squadra. Dopo un primo tempo blando da ambo le parti, l’Italia è andata sotto ma ha saputo trovare la forza di reagire. Il gol è arrivato alla fine, ma la squadra ha reagito. Questo fa ben sperare».
Con le dovute proporzioni, anche voi al primo turno del Mundial del 1982 faceste molta fatica. Da lì in poi fu una cavalcata trionfale.
«Come le dicevo, la responsabilità del primo turno è pesante. Fu così anche per noi, poi spiccammo il volo. Speriamo succeda anche stavolta».
In giro non si avverte una gran fiducia in questa Nazionale.
«Sì, ma si sa come l’opinione pubblica vada dalla A alla Z e viceversa».
Dei singoli chi l’ha impressionata favorevolmente?
«Calafiori. Nell’azione del gol si è spinto in avanti, e di solito quando un difensore arriva da quelle parti, a meno che non sia uno come Scirea, prova a tirare in porta. Lui ha avuto la lucidità di passare la palla a Zaccagni, che ha poi fatto un gran gol. Complimenti».
Ora siamo uno spauracchio per tutti?
«Io mi auguro che l’Italia possa ora essere una mina vagante. Perdere con la Spagna ci ha fatto bene. Dopo la vittoria con l’Albania era tutto un coro di elogi, la sconfitta con la Spagna ci ha riportati coi piedi per terra. E quando l’Italia ha i piedi per terra, può fare bene».
Spalletti?
«Di una squadra fanno parte tutti, anche quelli che non giocano. Lui vedo che li tiene tutti sulla corda. E fa bene».
Ha cambiato tanti moduli di gioco
«I moduli vanno adattati a quello che la rosa esprime. Quello che è determinante è lo spirito di una squadra».
Finora cosa ha detto questo Europeo?
«Qualche squadra al di sopra delle altre c’è, ma vedo tanto equilibrio. Era così anche ai nostri tempi, poco è cambiato. È prematuro parlare di prime o seconde della classe».
Sorprese?
«Nessuna, se non l’Austria che è una squadra combattiva e ben organizzata».
Sabato ci tocca la Svizzera
«Anche loro stanno facendo bene. La Svizzera è una squadra pericolosa, fisica e tosta. Siamo nella fase a eliminazione diretta, mi aspetto una partita molto più aperta».
Italia-Svizzera: alla mente viene il grande Nino Manfredi in «Pane e cioccolata» …
«Eh sì… (ride, ndr), ma quella era un’altra storia. Anche ai nostri tempi non era facile giocare a casa loro».
Di Lorenzo è molto criticato per il suo rendimento. «Un altro allenatore, non mi avrebbe fatto giocare», ha detto ringraziando Spalletti.
«E chi gli dice che con un altro allenatore non avrebbe giocato? Mah… non mi pare abbia detto una gran bella cosa».
Secondo lei, dove può arrivare questa squadra?
«Sinceramente non lo so. Noi italiani siamo strani. Io penso possiamo far bene, ma quanto bene non glielo so dire».
la sentenza
di Redazione
I giudici popolari hanno riconosciuto il 31enne colpevole di tutti reati contestati dalle pm: omicidio volontario con tre aggravanti (aver ucciso la convivente, con premeditazione e per aver agito con crudeltà), interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere con l’aggravante di averlo commesso per coprire l’omicidio