Bypass Ferroviario

venerdì 12 Maggio, 2023

Ex Sloi e i primi risultati sull’inquinamento, Rampanelli (Appa): «Tanto piombo, ma pochi gas»

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L’Agenzia provinciale spinge sulle analisi sotto il sedime del tracciato ferroviario: «Ci auguriamo che Rfi risponda presto»

Non solo 260 volte superiore ai limiti. Più ci si avvicina al sito dell’ex fabbrica Sloi «e più la presenza di piombo tetraetile aumenta». «Ovviamente sapevamo che era già contaminata l’area», spiega il dirigente dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa), Gabriele Rampanelli, commentando il grado di contaminazione dei terreni, emerso dallo scavo pilota dello scorso settembre e riportato, dopo lunghi mesi di riserbo, su il T di ieri. «Nonostante questo — prosegue Rampanelli — le emissioni si sono dimostrate modestissime».
Ciò che andava ad indagare lo scavo pilota, realizzato sulla fossa Armanelli a pochi metri dal muro di recinzione dell’ex Sloi, erano proprio le emissioni inquinanti, potenzialmente nocive per i lavoratori che dovranno operare vicino ai siti inquinati di Trento nord per la realizzazione della circonvallazione ferroviaria. «Quel tipo di cantiere — riepiloga Rampanelli — era stato motivato per misurare quello che finisce nell’aria durante l’attività di scavo. E da questo punto di vista i risultati sono stati tranquillizzanti». Le analisi sono state realizzate da Rfi e confermate dalle controanalisi dell’Appa, che ha indagato anche il grado di contaminazione del terreno. Il risultato è contenuto nella memoria presentata dalla Provincia nell’ambito del procedimento aperto al Tar del Lazio, avviato su ricorso dei comitati contro la circonvallazione ferroviaria. «In relazione alle analisi sui suoli/terreno, il limite del piombo tetraetile è di 0,01 milligrammi per chilogrammo, mentre il dato rilevato è pari a 2,6 milligrammi per chilogrammo, cioè circa 260 volte superiore. L’affermazione in base alla quale il risultato sarebbe due-trecento volte sopra i limiti di legge — si precisa nella memoria — è riferita all’analisi del terreno inquinato, che, appunto, già si sapeva essere inquinato, trattandosi di terreno di un Sin». Ossia di un Sito di interesse nazionale, che richiede (da decenni) un intervento di bonifica: 21 ettari tra ex Sloi, Carbochimica e Rogge demaniali. «Ovviamente c’è una variabilità intrinseca alle concentrazioni di piombo — aggiunge Rampanelli — È molto probabile che nel terreno proprio dell’ex fabbrica Sloi le zone inquinate siano 10, 20, 30 volte più inquinate: più andiamo vicini alla fabbrica, più i terreni sono inquinati». Lo scavo si è realizzato in una zona di mezzo.
Altro discorso è il sedime sotto il tracciato ferroviario, che non è compreso nel Sin di Trento nord. Lì verrà realizzato lo scavo per posizionare i binari dei treni merci in trincea della circonvallazione ferroviaria, ad una profondità di 12 metri. E in questa area sarà realizzato un piano di caratterizzazione del terreno per indagare l’eventuale presenza di inquinanti, alla luce di un’altrettanta eventuale trasmigrazione del piombo tra le diverse zone del Sin. «Rfi ha fatto una proposta di piano di indagini — dice Rampanelli — Noi abbiamo fatto alcune richieste integrative, chiedendo sia di aumentare il numero di sondaggi che di fare analisi ambientali. Ci auguriamo che la risposta di Rfi alle nostre richieste arrivi a breve».