La questione

mercoledì 25 Ottobre, 2023

F36 è morta, i ricorsi in tribunale decadono. Gli animalisti: «Ma non ci fermeremo»

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Gli attivisti: «Ben 7 orsi morti in trentino nel 2023. Il motivo del nostro ricorso non è limitato a un singolo orso. Esigiamo il rispetto della Costituzione»

La battaglia animalisti-provincia prosegue in Trentino. Sono tanti i ricorsi presentati dalle varie associazioni, alcuni dei quali sono anche riusciti a sortire qualche effetto. Ora, però, c’è una questione che rischia di cadere nel vuoto ed è legata all’orsa F36. Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento ha infatti dichiarato l’improcedibilità dei ricorsi proposti da Lav, Lndc Animal Protection e WWF.

A darne notizia è stata la Lega Antivivisezione stessa oggi, mercoledì 25 ottobre. I ricorsi erano volti a contestare i decreti emessi dal presidente Fugatti, che inizialmente proponeva l’uccisione dell’animale e successivamente la sua cattura con l’intenzione di relegarla a un ergastolo nel recinto del Casteller.

Nonostante la dichiarazione di improcedibilità, le associazioni dichiarano la loro intenzione di proseguire l’azione legale, in quanto la questione, in Trentino, va oltre la singola vicenda dell’orsa F36. Il crescente conflitto tra uomo e orso è attribuibile, secondo le associazioni, alla carenza di politiche di prevenzione efficaci. «È innegabile – dichiarano le associazioni – che esista una connessione tra il recente aumento del numero di orsi trovati morti e le dichiarazioni, sempre più esplicite, di esponenti politici, specialmente nel recente periodo di campagna elettorale. Queste dichiarazioni ed i reiterati provvedimenti amministrativi e normativi che dispongono l’uccisione di orsi e lupi, sino ad oggi fermati solo grazie al nostro intervento in giudizio, sono chiaramente contrastanti con i principi costituzionali. Ciò che preoccupa è che alcuni commenti sui social media indicano addirittura una crescente tendenza di alcuni individui a ritenersi legittimati a farsi giustizia da soli, anche con l’uso di esche avvelenate o armi da fuoco, con evidenti ripercussioni anche sulla sicurezza pubblica».

Le varie associazioni hanno quindi dato mandato ai legali per presentare un altro ricorso al Consiglio di Stato, chiedendo di esprimersi su questioni «più ampie» come la legittimità costituzionale delle azioni intraprese dalla Provincia Autonoma di Trento. Le associazioni coinvolte chiedono alla nuova Giunta che si insedierà dopo le elezioni di domenica scorsa, un approccio equilibrato, basato sulla coesistenza pacifica tra la fauna selvatica e la comunità umana. L’obiettivo è trovare soluzioni che rispettino i diritti degli animali e garantiscano la sicurezza delle persone, senza compromettere il delicato equilibrio ecologico degli habitat.

«Chiediamo – concludono le associazioni – che l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, dove sono stati conferiti i cadaveri degli orsi, renda pubblicamente noti, nel più breve tempo possibile, i risultati delle autopsie, a cominciare da quella di F36. Non possiamo tollerare neppure il sospetto che dietro le morti degli orsi ci sia una regia umana ma, se così dovesse essere, ci attiveremmo in ogni sede perché siano ripristinati in quella Provincia il pieno rispetto della legalità e della Costituzione che all’articolo 9 impone la tutela della biodiversità quale valore fondante del nostro ordinamento democratico».