le reazioni
venerdì 21 Febbraio, 2025
di Maddalena Di Tolla Deflorian
«La fiera è stata il luogo dove un po’ tutte e tutti noi che ci interessiamo di questo mondo, della produzione e del commercio sostenibili e critici, ci siamo formati o fatti ispirare e stimolare. Ci dispiace averla persa ma di sicuro non ne perderemo i valori» dice Valentina Merlo, presidente della cooperativa Edera di Trento, che con i suoi 330 soci, sta materializzando, e pure velocemente, a livello locale il principio della concretezza, cardine centrale del pensiero alla base di «Fà la cosa giusta». Vendere e non solo raccontare prodotti più etici, più giusti e meno impattanti è sempre stato infatti il principio ispiratore della fiera.
L’annuncio della chiusura definitiva della fiera trentina del consumo critico (che aveva festeggiato i suoi 20 anni a ottobre del 2024) sta destando commenti e riflessioni. La presidente della cooperativa Edera, che col suo emporio solidale sta portando una forte innovazione in città, annuncia che si è formato da un po’ di tempo un piccolo gruppo di lavoro, che sta ragionando su come portare sul territorio sia la parte culturale del consumo critico che quella concreta, del mercato e dunque su come continuare, in altri modi, quel lavoro di esposizione e incontro tra produttori e compratori al cuore di «Fà la cosa giusta».
«Non ci rassegniamo a perdere ad esempio tutte le belle relazioni che si erano create grazie alla fiera con i produttori, molti dei quali ci hanno espresso il loro dispiacere per aver perso questa occasione». Cosa potrebbe servire per diffondere e concretizzare i valori della fiera in Trentino? «Noi siamo ancora troppo giovani come entità per sostituirci a chi l’ha creata – risponde la presidente – siamo molto impegnati a portare avanti le nostre iniziative. Ma penso che una serie strutturata di eventi che fondano concretezza, mercato e cultura, sia possibile e utile e non escludiamo che possa riprenderne il nome, anche se non sarà la fiera in quanto tale».
C’è forse il rischio che qualcuno a questo punto possa appropriarsi di quello spazio per riempirlo con meno rigore etico e di criteri? «Beh, voglio vederli – risponde Merlo, quasi divertita – È una grande fatica organizzare la fiera e di sicuro un certo clima, di valori autentici e di relazioni sane non si replica senza crederci. Senza una base di volontariato quella fiera non si potrebbe comunque imitare».
Sul fronte invece degli strumenti utili a creare le condizioni per produzioni e un mercato sostenibili, Merlo fa un esempio chiarissimo: «Due dei nostri produttori che ci riforniscono il fresco – racconta – Stanno chiudendo, per difficoltà varie. Uno, ad esempio, non avendo il terreno di proprietà, si è trovato a stretto giro a dover restituire il terreno dove coltivava. Ecco, servono regole e supporti concreti per le produzioni di questo tipo sul territorio». Infatti, da anni chi analizza seriamente le filiere agricole raccoglie le criticità raccontate dagli stesi produttori, come ad esempio la difficoltà di accesso ai fondi agricoli per chi non sia già possessore, come i giovani che iniziano per passione.
Giulia Casonato, assessora comunale a Trento con delega in materia di transizione verde, innovazione digitale e partecipazione, ci dice: «Ci dispiace molto aver perso la fiera, che il comune ha sempre sostenuto, e che è sempre stata un’occasione importante di riflessione, conoscenza e possibili acquisti e vendite più sostenibili per moltissime persone. Sicuramente il comune sarà di supporto a chiunque vorrà provare a portare un qualcosa di simile in città, se ci saranno i modi. Per parte nostra, per contribuire a rendere possibile un mercato ed un’economia diversi, pensiamo che l’amministrazione debba focalizzarsi sulle scelte e sulle azioni corrette di sua competenza».
Cita quale esempio di altri strumenti e modi per stimolare il cambiamento il Tavolo Nutrire Trento, il giornalista ed ex editore de Il Margine (a proposito di imprese diverse) Paolo Ghezzi, cofondatore anche proprio di Edera. «Direi che Nutrire Trento stia facendo un altro lavoro interessante. E sono contento dei risultati di Edera in così poco tempo. Il modo migliore di ottenere qualcosa verso il cambiamento, secondo me, è creare una rete tra gli attori che già si occupano di consumo critico, come i gas, la nostra cooperativa, il commercio equo eccetera».
Un altro esempio su questa strada verso la sostenibilità è l’associazione L’Ortazzo, non a caso partner importante per la fiera: non un semplice gas (gruppo di acquisto solidale), ma un propulsore di idee, relazioni, riflessioni condivise, lavoro culturale e divulgazione.ù
La delibera
di Redazione
Tra le opere previste: il rifacimento dell’impianto fotovoltaico, oltre all’aumento della capacità idrica e al consolidamento della teleferica del rifugio «Pradidali»
Trento nord
di Tommaso Di Giannantonio
Il focus sulle aree in un seminario. Iavarone (Istituto superiore di sanità): «Avviare un tavolo tecnico, noi ci siamo». Ferro (Apss): «Fondamentale capire i rischi»