La storia
giovedì 13 Marzo, 2025
Fai della Paganella, incontra l’orso sul sentiero Ardito Alberto. «Ci siamo guardati negli occhi, mi tremavano le gambe»
di Serena Torboli
Lo racconta Cinzia Limelli, che nel primo pomeriggio di domenica stava rientrando dal pranzo in Paganella in seggiovia

Ancora un incontro ravvicinato con un orso. Anzi, data la vicinanza tra l’umano e l’animale, quella che è avvenuta tecnicamente si definisce non un avvistamento ma un’interazione, ed è avvenuta lungo il sentiero «Ardito Alberto», un percorso del tutto abituale per gli abitanti di Fai, che costeggia tutto il paese e si collega agli impianti di risalita verso i rifugi e i punti turistici della Paganella. Lo racconta Cinzia Limelli, che nel primo pomeriggio di domenica stava rientrando dal pranzo in Paganella in seggiovia e a Fai ha imboccato il sentiero: «È un percorso che faccio da tanti anni perché è molto bello, esposto al sole. Saranno state le due e mezzo. Tra l’altro, è stato un caso che non indossassi le cuffiette, mentre di solito quando faccio quel tratto a piedi ascolto un po’ di musica. A metà del tragitto ho sentito un rumore di foglie ed ho alzato lo sguardo. Al di là della rete paramassi che, fortunatamente, delimita il sentiero, ho visto a meno di dieci metri un orso che camminava parallelamente a me. Aveva il pelo chiaro e le dimensioni potevano essere quelle di un cucciolo grande o un giovane adulto, non saprei. Il primo pensiero è stato rendermi conto che la rete iniziava poco prima rispetto a dove ci trovavamo noi, e se l’orso fosse tornato indietro di poco avrebbe potuto tranquillamente scendere sul sentiero».
L’orso si era accorto di lei?
«Sì, ci siamo proprio guardati negli occhi, ma devo dire che sembrava fortunatamente poco interessato. Lì per lì ho detto, forse è sazio ed ha pranzato anche lui. Allora mi sono fermata, mi sono immobilizzata con una freddezza che non so neanche io dove ho trovato, forse è l’adrenalina che scatta in ognuno di noi. Io lo ho osservato per capire quale direzione volesse prendere e poi ha iniziato a salire lungo la costa della montagna che fa parte del Fausior. Quando ho capito che lui cominciava a salire, ho pensato di fare una foto nel caso in cui succedesse qualcosa, anche se di certo non sono stata a fare attenzione alle inquadrature. Quando poi ho iniziato a non distinguerlo più dal fogliame, ho ripreso a camminare: da lì sentiero proseguirebbe fino in paese, ma a duecento metri circa si può scendere sulla strada su cui passano le auto. Solo a quel punto ho cominciato a realizzare ed hanno iniziato a tremarmi le gambe».
Ha mantenuto la freddezza e si è comportata come si deve fare in questi casi…
«Sì, mentalmente mi ha salvato il pensiero della presenza della rete, ma ripeto, bastava che tornasse indietro, la rete finiva e l’orso con due balzi era giù da me. Ho incrociato due signore che camminavano chiacchierando tranquillamente, proprio perché è un sentiero di passeggio, molto frequentato dai faiotti la domenica pomeriggio. Le ho avvisate subito e hanno detto che sarebbero tornate di ritorno, ma a dire il vero in quel momento ero molto agitata e non ho neanche fatto attenzione».
Poi ha segnalato il suo incontro con l’orso alle autorità?
«Sì, ho fatto la segnalazione alla sindaca che ha avviato la procedura da seguire nel caso di interazione con un grande carnivoro: lunedì poi sono stata contattata dal servizio Forestale, spiegando qual è stata la dinamica e ho chiarito anche che non ero in compagnia di animali».
Lei frequenta abitualmente la montagna: come si sente adesso?
«Faccio parecchie escursioni e percorro spesso proprio quel tragitto in particolare, anche perché è vicino alla nostra seconda casa. Proprio la mattina stessa scherzavamo con mio marito sul fatto di trovare gli orsi sul Fausior, e lui mi ha risposto “Figurati, non l’ho mai visto in 50 anni”. Mi dico che è un orso e fa l’orso, e io sono riuscita tornare a casa tranquillamente. Ora però le confesso che non so se rifarò ancora quel sentiero: non sono dovuta scappare, però l’incontro ravvicinato mi ha fatto una certa impressione. Mi è sembrato un cucciolo grande ma chi lo sa, a mente fredda mi dico che poteva esserci anche la mamma. O chissà, magari era una delle prime uscite che cominciava a fare da solo».
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