Politica

martedì 12 Dicembre, 2023

FdI, la base è in fermento «Ora si faccia il congresso»

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Presidenti di circolo e Giovani: «Serve un confronto interno»

Dall’ultimo presidente di Fratelli d’Italia, eletto dagli iscritti, è passato tantissimo tempo. Era il 2018 quando si dimise Marika Poletti, eletta nel 2014. Poi i lunghi anni dei commissariamenti. Prima la diarchia con Andrea de Bertoldi e Francesca Gerosa, poi l’inviato romano Adolfo Urso, che ha lasciato per motivi istituzionali: nominato alla presidenza della commissione parlamentare che si occupa dei Servizi segreti, il Copasir. Un anno fa la nomina di Alessandro Urzì. In più di quattro anni il partito è cresciuto, anche elettoralmente. Dall’1,45% delle Provinciali del 2018 al 25% delle Politiche del 2022, per poi riscendere al 12,35 alle ultime elezioni che hanno rinnovato l’Assemblea trentina. Di commissari, sembra ne abbiano tutti le tasche piene. Non solo quelli che accusano Urzì di aver «blindato il partito», di aver «deciso tutto lui», di aver «sostenuto solo Gerosa», contestandogli di aver perso attraverso una trattativa «da film horror» la possibilità di avere due assessori in giunta — Cia e Gerosa — per accontentarsi «della medaglietta» delle vicepresidenza per quest’ultima. Tutta la base sembra in subbuglio, e cresce la voglia di congresso. Anche se non è certo che verrà celebrato a breve.
«Forte malcontento»
Fulvio Micheli è responsabile di Fratelli d’Italia in Val di Cembra. «Ci sentiamo allo sbando, nessuno ci contatta, nessuno ci convoca. Sembra che il partito non esista, se non sui giornali». E racconta della sua esperienza durante la campagna elettorale: «Abbiamo saputo delle candidature dieci giorni prima, nemmeno si sapeva chi era o non era in lista. E già da allora c’è molto malcontento». Nei confronti di chi? «Del commissario». Anche se le accuse non riguardano le trattative ingaggiate con Fugatti: «No, perché non so com’è andata. Ha fatto tutto lui, noi non si sa nulla. Il problema è proprio questo: nessuno sa mia nulla, e ci si chiede se esista per davvero una comunità politica, un gruppo, un partito». E aggiunge, rammaricato: «Mi spiace tutto questo. Io non sono qui per prendere posizione nei confronti di questo o quello. Io sono un militante che pensava di trovare persone con cui condividere un pensiero. Ma diciamoci la verità: in Fratelli d’Italia, qui in Trentino, nessuno si conosce: non c’è mia stato un momento di incontro, di confronto, nulla di nulla». Micheli ci crede ancora in Giorgia Meloni e nel partito: «Ma serve un congresso, però nemmeno di questo si sa nulla. Nulla di certo».
«Urzì chi?»
Candidata alle ultime elezioni, Tundra Friol risponde così alla domanda su cosa pensi della gestione Urzì del partito in Trentino: «Urzì chi? Io non l’ho mai visto. Ho fatto la campagna elettorale, ho portato in giro i manifesti con il volto di Giorgia Meloni, ho incontrato altri candidati. Ma Urzì non l’ho mai visto. Mai». Di lui ricorda solo la sua determinazione nel «farla fuori». E spiega: «C’era una chat dei candidati. A un certo punto una di noi ha posto alcune domande, ed è stata estromessa. Era l’ex consigliera Katia Rossato. Lei la prima, io la seconda. Il motivo? Facevo anch’io domande». Tundra ci tiene alla sua appartenenza — «è il mio partito» — ma non condivide la gestione attuale: «Non funziona così, non può funzionare così.
«Tutti in attesa del congresso»
C’è chi preferisce evitare di puntare il dito. Chi vuole evitare ogni polemica e ogni divisione. Tra questi Francesca Barbacovi, responsabile del circolo del capoluogo. Che però chiede anche lei un congresso: «Siamo in attesa della data di convocazione. Un congresso che possa portare all’elezione di un presidente del partito a livello provinciale. E allora — ne è convinta — tutte le posizioni si appianeranno». E anche i più giovani chiedono il congresso, con Paolo Magnanini, che si definisce appunto «giovane militante», che dice così: «Trovo il tutto imbarazzante: bisognerebbe lavorare uniti per un obbiettivo, per i nostri trentini e il nostro amato territorio. Ritengo l’esclusione di Cia dall’assessorato molto ingiusta. Claudio è una persona competente, onesta e sempre disponibile. Auspico e spero che venga al più presto decisa una data per il congresso di partito, sperando che chi salirà alla presidenza sappia ascoltare tutti i militanti e non dia luogo a nuove polemiche».